Il nuovo identikit dell’enoturista: innovativo, trasversale e selettivo

Il sesto rapporto sul Turismo Enogastronomico restituisce un nuovo identikit dell’enoturista, attivo, protagonista della scoperta dei territori, alla ricerca di fonti per ampliare le sue conoscenze e di esperienze che rompano gli schemi

7 Lug 2023 - 10:35
Il nuovo identikit dell’enoturista: innovativo, trasversale e selettivo

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Si avvicina il tempo delle vacanze e già da quest’anno secondo il Rapporto sul Turismo Enogastronomico italiano (giunto alla sua sesta edizione) la stagione estiva rivelerà nuove tendenze e rinnovati approcci alle esperienze da parte dei viaggiatori. Lo studio, curato da Roberta Garibaldi, evidenzia da un lato la progressiva ripresa del comparto dall’altro il cambiamento di paradigma che oggi vede nell’esperienza enogastronomica non più una mera componente accessoria quanto un vero e proprio driver nella costruzione del progetto di viaggio, elemento ricercato, voluto e rilevante per gli appassionati di Food&Wine ma anche nell’ambito degli altri tipi di turismo già consolidati come quello balneare, montano e sportivo. L’analisi delle serie storiche mostrano che se nel 2021 il 92% dei turisti italiani aveva vissuto almeno una esperienza enogastronomica nel corso dei viaggi dei tre anni precedenti, nel 2022 il 67% dei turisti ne ha svolte almeno cinque, con una crescita rispetto al 2021 (42%) ed un recupero rispetto al 2019 (86%). Prima fra le esperienze quella al ristorante (94%) seguita da visita ai luoghi di produzione (74%), eventi (60%), esperienze attive (54%), tour percorsi e itinerari tematici (48%). Secondo il rapporto la rinnovata centralità dell’esperienza enogastronomica nella costruzione del viaggio determinerà nel tempo una inevitabile crescita dei viaggi degli appassionati, ma il dato più interessante e che avrà effetti anche sulle aspettative del turista generalista, desideroso di esplorazioni che mettano in campo modalità e luoghi di fruizione anche insoliti, sempre più immersivi e legati all’identità storica, culturale, paesaggistica delle destinazioni. L’imperativo per il viaggiatore oggi è conoscere, sperimentare, e strutturare la vacanza in modo diverso, riscoprendo l’impiego di mezzi alternativi come la bicicletta, abbracciando soluzioni come il trekking o i cammini che danno spazio alla lentezza e alla costruzione di una relazione con i luoghi più profonda.
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Il turista è innovativo, vuole scoprire l’enogastronomia locale e il territorio in tutte le sue sfaccettature prediligendo proposte autentiche e identitarie, e testando attività nuove e a contatto con la natura, ricercando anche esperienze fuori dagli schemi. Un italiano su due per esempio vorrebbe partecipare a un corso di foraging per imparare a raccogliere piante e frutti da mangiare nelle cantine, nei birrifici, nei frantoi o partecipare a corsi di sopravvivenza in cantina, per scoprire come recuperare acqua potabile o accendere un fuoco. I luoghi di produzione restano un focus importante come destinazioni di visita e approfondimento con le cantine in testa (34%) seguite da caseifici e aziende agricole (28%) ma la richiesta da parte dei viaggiatori è di un’offerta di esperienze trasversali, che abbinino a cibo e vino anche la musica (61%), l’arte (57%) e lo sport (51%). Lo spettro della fruizione atteso diventa dunque più ampio e complesso, il turista è più selettivo, chiede di uscire dallo schema della degustazione classica perché le esperienze si appiattiscono essendo molto simili tra una cantina e l’altra, e per venire incontro alle sue esigenze è necessaria una riprogettazione dell’esperienza, un impegno che tra l’altro non riguarda soltanto le aziende produttrici dal momento che la valorizzazione dell’offerta enogastronomica andrebbe portata anche nelle città e nelle strutture alberghiere. Sempre più turisti italiani infatti desidererebbero poter soggiornare in location a tema vino o cibo nel corso dei viaggi futuri, il 76% gradirebbe che il ristorante dell’albergo utilizzasse prodotti del luogo oltre ad offrire specialità locali, in particolare per la prima colazione, e partecipare a tour enogastronomici organizzati dalla struttura.

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Importanti è anche il ruolo degli eventi, soprattutto per i più giovani che sono interessati a partecipare ai festival del vino (18-24 anni 35%, 25-34 anni 38%), mentre per Millennias e Boomers la preferenza va agli itinerari tematici (35-44 anni 16%), i Senior sono invece più attratti dalle visite in cantina. Oggi lo sforzo da parte di chi deve curare l’offerta è quindi quello di riuscire a soddisfare le poliedriche esigenze emergenti ricostruendo i luoghi in modo da farli vivere a 360 gradi, intensificando le proposte, rendendole trasversali, senza dimenticare l’importanza di un’organizzazione che curi anche l’accoglienza per i bambini e per gli amici a quattro zampe, un servizio sempre più richiesto per poter vivere le vacanze in pienezza.

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