Antica Distilleria Petrone: la sperimentazione per i distillati underwater continua con alcune novità

La Distilleria Petrone riporta in superficie le 450 bottiglie di Elixir Falernum dopo oltre 12 mesi di affinamento subacqueo in prossimità dell’antica Sinuessa.

23 Lug 2024 - 14:28
Antica Distilleria Petrone: la sperimentazione per i distillati underwater continua con alcune novità

Mancano pochi minuti allo scoccare delle ore 13, è il 18 luglio del 2024 e, per la seconda volta nella storia degli underwater wines, una cassa di bottiglie di liquore affinate nelle profondità marine riemerge dalle acque accolta tra gli applausi di un pubblico curioso ed emozionato. 

Siamo al largo di Mondragone, nei pressi dei resti di Sinuessa, l’antica città romana fondata nel 296 a.C. e sprofondata sotto il livello del mare circa mille anni dopo. 

In prima linea a godersi lo spettacolo è Andrea Petrone, giovane e ambizioso imprenditore mondragonese, general manager della storica Antica Distilleria Petrone, che ha fortemente voluto portare avanti questo progetto convinto, nell’alveo della tradizione familiare, della necessità di sostenere innovazione e sperimentazione. 

A riemergere dagli abissi, dove erano state posizionate il 7 luglio del 2023, sono 450 bottiglie di Elixir Falernum, in gran parte destinate alla ricerca, necessaria in un mondo come quello dei distillati che ha ancora un gap da colmare rispetto a quello del vino, in particolare degli spumanti, dove gli esperimenti da anni si moltiplicano insieme ai dati e alle evidenze che si stanno raccogliendo sugli effetti del cantinamento in mare.  

Il liquore a base di frutti di bosco e brandy invecchiato 3 anni il cui nome riporta al celebre vino prodotto nell’Ager Falernus in epoca romana e che proprio dal porto di Sinuessa raggiungeva via mare l’intero Impero, nel 2021 era stato già oggetto della prima sperimentazione assoluta a livello mondiale di affinamento sottomarino. 

La prima cassa di bottiglie di Elixir Falernum posta sui fondali nell’estate del 2021 fu riportata in superficie l’anno successivo e a luglio 2023 una nuova cassa era stata messa ad affinarsi sotto il livello del mare. Ed eccola riemergere anche sotto gli occhi del non meno emozionato professore Salvatore Velotto, docente di tecnologie alimentari dell’Università San Raffaele di Roma e coordinatore del team di ricercatori universitari impegnato nel monitoraggio dell’esperimento, consapevole che le nuove informazioni raccolte risulteranno preziose. 

Il programma di ricerca che ha ad oggetto l’Elixir Falernum, condotto dal Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha infatti l’obiettivo di valutare in modo scientifico quanto la temperatura costante underwater, l’assenza totale di luce e di ossigeno, il movimento delle correnti e delle onde che cullano le bottiglie e il completo riparo dalle fasi lunari incidano sulla maturazione dei liquori.
 
Soddisfatto anche Fabrizio Lapiello della Y Digital, la società che ha realizzato il dispositivo per misurare le temperature e le oscillazioni cui le bottiglie sono sottoposte nelle profondità marine e un tappo dotato di sonda per monitorare la variazione di temperatura e umidità del liquore in distilleria, strumenti che sono stati donati ad Andrea Petrone in un’ottica di collaborazione territoriale e le cui rilevazioni consentiranno di effettuare successivamente una comparazione tra i due tipi di affinamento. 

Il dispositivo elettronico per la cassa è stato progettato per resistere un anno a 12,5 metri di profondità ma è stato sostituito a scopo precauzionale dopo sei mesi per assicurare la piena operatività delle rilevazioni. Da qui le prime indiscrezioni sulle oscillazioni di temperatura che tra il luglio del 2023 e il gennaio del 2024 sarebbero passate dai 20 agli 8 gradi, probabilmente anche a causa delle correnti marine che interessano la zona dove è stato effettuato l’esperimento. 

Per rendere memorabile la giornata una volta recuperata la cassa ci si sposta in distilleria per una degustazione comparata tra l’Elisir Falernum affinato in cantina e quello riemerso dai fondali marini.  Arriva il momento dei degustatori dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS), pronti ad evidenziare sin poco dopo l’emersione una sostanziale distinzione tra i due prodotti, sia in termini di corredo olfattivo che in termini cromatici, per consistenza (più densa quella del liquore affinato in mare) oltre che per persistenza. 

E mentre, dopo l’assaggio, si parla di quali potrebbero essere i risultati dell’elaborazione dei dati raccolti sull’Elixir Falernum, Andrea Petrone già lancia il prossimo appuntamento per un nuovo esperimento, questa volta da effettuarsi a Napoli il 25 settembre nelle acque antistanti Castel dell’Ovo e con un nuovo distillato. 

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