Chiusa la seconda edizione di X-FOOD

Si è chiusa la seconda edizione di X-FOOD, di Soluzione Group, ricca di spunti per poter raccontare il cibo nel modo giusto, mettere sul piatto visioni nuove.

10 Giu 2024 - 12:58
Chiusa la seconda edizione di X-FOOD
Da sinistra gli speaker della seconda edizione di X-FOOD: Marco La Rosa, Fabiana Alcaino, Francesco Lancia, Michele Rinaldi, Vincenzo Cosenza, Elisabetta Rotolo

Conclusa con soddisfazione la seconda edizione di X-FOOD, l’evento che Soluzione Group dedica a marketing manager del settore alimentare. Dopo il debutto di Bologna nel 2023, il 4 giugno è stata la volta di Milano: il Teatro Elfo Puccini ha accolto numerosi ospiti in sala e visto alternarsi sul palco relatori di grande calibro che hanno saputo delineare lo skyline con cui, chi si occupa di cibo, si troverà a fare i conti, e che deve conoscere e imparare a gestire già da ora perché il loro brand stia nella mente, nel cuore e nella lista della spesa dei clienti.
Obiettivo, come sempre, offrire spunti per poter raccontare il cibo nel modo giusto, mettere sul piatto visioni nuove, gustare assaggi di un mondo che si definisce evolvendo a una velocità che dobbiamo essere pronti a sostenere. Perché il cibo è un concetto quotidiano, nella e sulla bocca di tutti, ma è tutt’altro che banale saperlo raccontare, oggi e soprattutto nel prossimo futuro. 
Stefania Lorusso, direttrice editoriale di DM media partner dell’evento, ha introdotto e intervistato gli speaker che si sono alternati durante la mattina. Il primo a prendere la parola e offrire il suo punto di vista è stato Michele Rinaldi, Head of Strategy e AD di Soluzione Group, che ha parlato di meccanica di relazioni umane alla base del costrutto di marca che da “nota” deve saper diventare “rilevante”. Ha suggerito un cambiamento radicale di visione e, necessariamente, di linguaggio: non si può più parlare di target – che letteralmente è un bersaglio da colpire e affondare –, ma di pubblico, un insieme di persone cui chiedere consenso, attenzione, fiducia, prima che denaro. Proprio in questo substrato di relazione c’è la necessità di raccontare piuttosto che di trasferire semplicemente notizie, perché è nella narrazione che si crea la percezione. Il racconto sarà il punto fermo per esplorare il futuro del marketing alimentare.
Elisabetta Rotolo, CEO e founder di MIAT (Multiverse Institute For Arts and Technology), si è focalizzata sul cambiamento di mindset delle generazioni alfa che vivono, comprano, si comportano in modo diverso dalle precedenti: unicamente digitali, crescono con gli AI companion. Mettersi in relazione con loro significa spogliarsi di pregiudizi e paure, conoscere i linguaggi, gli strumenti, le potenzialità dello storyliving, fatto di esperienze interattive e completamente coinvolgenti. È necessario per i brand adottare una logica immersiva, creare communities of interest fondate su valori condivisi e da condividere.
Marco La Rosa, scrittore ed esperto di neurocopywriting, ha affrontato il tema delle neuroscienze e il loro legame, antichissimo in realtà, con il food storytelling. Tanti i riferimenti scientifici che sono diventati spunti molto pragmatici su come raccontare il cibo, verbalmente e visivamente. Dall’importanza dei fattori preverbali (colore, forma, disposizione, ordine, punto di vista, prezzo) per la percezione sensoriale degli alimenti, al ruolo delle parole scelte per descrivere il cibo (“gli aggettivi sono tutto”); dal valore del “made in” a quello dei veicolatori di qualità che nascondono potenzialità e insidie etiche e legali; dalla sequenza delle parole di grado diverso per generare un determinato effetto alle grandi potenzialità che umanizzare un prodotto/un brand/un’azienda ha negli spot.
Di AI e GENAI, ChatGPT e metaverso ha parlato Vincenzo Cosenza, consulente di marketing e fondatore dell’Osservatorio Metaverso. Un panorama estremamente complesso, affollato di strumenti funzionali, se correttamente impiegati, ad aumentare la produttività: meno tempo, performance quantitativamente e qualitativamente superiori. Attraverso una serie di case history di grandi aziende che tramite l’uso sofisticato e creativo di questi tools hanno costruito mondi ed esperienze immersive e coinvolgenti, Cosenza ha mostrato alla platea come oggi si debba “abbandonare il marketing pigro” per esplorare il marketing aumentato che adotta questi strumenti per mettersi in relazione profonda con le persone, rendendole protagoniste. 

Fabiana Alcaino, Chief Digital & Business Data Unit di RETEX, ha iniziato il suo intervento sottolineando quanto l’industria alimentare sia penalizzata da un gap tra i grandi volumi e la bassa marginalità. L’AI ha grandi potenzialità: può abbracciare tutta la catena del food e incidere sul suo miglioramento, a vantaggio di tutti. È possibile oggi raccogliere, elaborare, usare in forma di insight funzionali alle aziende, tutti i dati che partono dai campi e arrivano allo scontrino del consumatore. Un esempio? Con l’AI è già possibile analizzare frequenza, modalità e tipologia di acquisti per ottimizzare le scorte sul punto vendita, abbattendo lo spreco e dando una svolta sostenibile. Non solo, è possibile analizzare informazioni dal mondo social per tracciare con il dovuto anticipo i nuovi food trend e indirizzare così la ricerca e sviluppo delle aziende. E ancora, è in grado di ottimizzare e personalizzare la customer experience mettendo in relazione informazioni inerenti gli acquisti e formulando un’offerta raffinatamente personalizzata in grado di generare un senso di soddisfazione del cliente.
La seconda edizione di X-FOOD ha offerto quindi agli ospiti un menù stellato, con contributi di grande spessore, riflessioni alte ed esempi concreti e replicabili, una fotografia dello stato dell’arte e un disegno del futuro con cui dobbiamo già fare i conti. Per chiudere, un dessert che ha avuto come ingrediente principale la sagace ironia di Francesco Lancia, autore e voce di Radio Deejay, che ha provato a immaginare la carta di un ristorante stellato del futuro, con un’offerta varia e variopinta per accontentare vegetariani fatalisti o karmici, fruttariani, fiorani e disadratisti. Tra un quiz per capire come potrebbero descrivere i loro piatti gli chef del futuro e la rivelazione di un inedito canto di Dante, che avrebbe collocato i profanatori di cibo in un terribile girone infernale, Lancia ha saputo mettere in luce quanto noi italiani possiamo sopportare tutto, ma “se i fusilli sono scotti non lo perdoniamo”. 

È proprio sul valore che ha il cibo, per la nostra economia, la nostra storia e la nostra cultura che raccontarlo al meglio è un dovere e insieme una grande opportunità di chi se ne occupa.  
Grande attesa quindi per la prossima edizione di  X-FOOD: Soluzione Group dà appuntamento al 2025.

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