Vino: addio al “paradosso francese”. OMS pronta a spingere ancora su healt warning in etichetta

Una ricerca dell’Istituto nazionale della sanità e della ricerca medica francese esclude che il vino possa avere effetti benefici sulla salute e ribadisce la necessità di limitarne il consumo. L’Oms intanto si prepara a definire le regole stringenti in materia di etichettatura

11 Lug 2023 - 10:25
Vino: addio al “paradosso francese”. OMS pronta a spingere ancora su healt warning in etichetta

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Ci sono miti duri a morire sui quali si costruisce anche romanticamente un’idea di stile di vita unico foriero di benefici per chi ha la possibilità di farlo proprio, modelli difficili da scardinare perché diventano parte non tanto dell’immaginario collettivo quanto del tratto culturale di un paese. È il caso del “paradosso francese” fenomeno osservato sul finire degli anni 70 da Serge Renaud, ricercatore dell'Università di Bordeaux, e formalizzato in una sua teoria secondo la quale in Francia lo sviluppo di malattie cardiovascolari come ipercolesterolemia, diabete e ipertensione sarebbe stato limitato e comunque in percentuale sensibilmente minore rispetto ad altri Paesi grazie al consumo di vino rosso, indicato come la panacea di quei mali. Più volte nel corso degli anni la teoria è stata messa in discussione vacillando ma, in un clima come quello attuale in cui, Francia in testa, la lotta contro il consumo di alcolici sembra essere diventata prioritaria nell’agenda politica e del mondo dell’associazionismo, era inevitabile che arrivasse il colpo di grazia, complici anche le pressioni degli ultimi anni da parte di Unione Europea ed OMS.
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È così un rapporto dell’Istituto nazionale della sanità e della ricerca medica (INSERM) pubblicato poche settimane fa da Santè Publique France ha messo in discussione tutto quanto sostenuto da Renaud. Lo studio, nato per aggiornare le conoscenze scientifiche sull'alcol, i suoi effetti sulla salute, i livelli e le modalità associate con il suo consumo in Francia, si basa principalmente sui dati della letteratura scientifica disponibile alla fine della prima metà del 2020. Partendo dall'analisi critica di oltre 3.600 documenti da parte di 12 esperti, questa ricerca ha permesso di individuare una direzione da intraprendere, con raccomandazioni su azioni e ricerche prioritarie finalizzate a rafforzare la prevenzione tra la popolazione, il tutto dimostrando che non esiste alcuna correlazione tra longevità e livelli di resveratrolo, la sostanza contenuta nel vino considerata in passato foriera di effetti benefici e a tutela dell’organismo. Lo studio sottolinea al contrario la natura dannosa dell’alcol invitando alla limitazione e alla riduzione del consumo. Un colpo che porta acqua al mulino dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che in occasione dell’ultima riunione del suo comitato lo scorso maggio in Canada si è appropriata del compito di preparare un documento di discussione sull'etichettatura delle bevande alcoliche nell’ambito del CODEX, l'organismo ONU incaricato di definire l’insieme di linee guida e codici di buone pratiche, standardizzate a livello internazionale, che contribuisce al miglioramento della sicurezza, qualità e correttezza del commercio mondiale di alimenti. I timori serpeggiano tra gli stati membri che coprono il 99% della popolazione mondiale e sono consapevoli che non verranno fatti sconti nell’adottare nuove procedure più stringenti. Da tempo l'Oms ha fatto sapere che vorrebbe i Paesi più attivi nell'etichettatura delle bevande alcoliche, in particolare con indicazioni salutistiche legate al cancro, rivendicando un vuoto normativo in questo ambito. E seppure al momento non pare abbia proposto un tipo specifico di messaggio, la forma che prenderà lascia poco spazio alla fantasia: sarà molto probabilmente in linea con quella adottata dall'Irlanda dove sulle bottiglie sarà esplicitamente riportato che "Esiste un legame diretto tra alcol e tumori mortali". Un paese, l’Irlanda, che sembra non restare isolato in questa crociata informativa e culturale. A quanto pare anche altre realtà europee starebbero già studiando misure particolarmente restrittive per il packaging delle bevande alcoliche, al di là dei progetti della Commissione europea nel suo piano di lotta contro il cancro.

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Le autorità sanitarie norvegesi sarebbero in fase di studio della forma che potrebbe assumere tale etichettatura e del modo in cui verrebbe vigilata, compito che finirebbe in capo al Ministero della Salute. Anche la Lituania starebbe studiando questa possibilità, così come, al di fuori dei confini dell’UE, il Cile che avrebbe notificato all'OMC la scorsa primavera un progetto di regolamento relativo alle avvertenze sanitarie e alle indicazioni sul valore energetico delle bevande alcoliche. Entro la prossima riunione del Codex nel 2025, l'OMS dovrebbe presentare proposte concrete sull'etichettatura, i prossimi 18 mesi saranno quindi decisivi per il mondo del vino, sia a livello europeo che internazionale.

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