Il mercato del vino in India: da nicchia a settore dal grande potenziale

Il mercato indiano a lungo distante dal consumo di vino si presenta oggi tra i più dinamici, trainato dai giovani e sostenuto dalle politiche governative

17 Nov 2023 - 13:40
Il mercato del vino in India: da nicchia a settore dal grande potenziale

Quando si parla di India si fa riferimento ad una realtà a lungo distante dal consumo di vino ma che negli ultimi anni sta cambiando volto e approccio al nettare di Bacco. Le preferenze stanno mutando rapidamente, una trasformazione indotta da un processo di urbanizzazione spinto, unito all’evoluzione degli stili di vita e alla crescita dei redditi disponibili

I numeri parlano chiaro: ad oggi ormai sono circa dieci milioni gli indiani che bevono regolarmente vino con un tasso di consumo aumentato del 29% solo nel 2022. 

Secondo uno studio condotto da International Wine & Spirit Research (ISWR) ad avere un ruolo fondamentale nella costruzione di questo trend sarebbe la composizione demografica del Paese che può vantare la più grande popolazione giovanile del mondo, un segmento che sta decisamente contribuendo al cambiamento di paradigma, in particolare tra i consumatori urbani della classe medio alta.  

Sono Millenial e Gen Z infatti a fare da traino in questa rivoluzione, propensi a nuove esperienze, alla selezione di nuovi prodotti, soprattutto se di alta qualità, per un mercato, quello delle bevande alcoliche, la cui dimensione in India è stata valutata in 1.624 miliardi di dollari nel 2021 e che si prevede raggiungerà i 2.036,6 miliardi di dollari entro il 2031, con un tasso annuo di crescita composto (CAGR) del 2,2% dal 2022 al 2031. 

E sono sempre i giovani a dare il loro imprinting nella spinta all’approfondimento e alla formazione in termini di cultura del vino che lentamente inizia a diffondersi. La strada da fare è senz’altro ancora lunga se si pensa che il consumo pro capite della popolazione è attualmente di una sola bottiglia l’anno, ma il trend abbracciato è incontrovertibile e va senza dubbio nella direzione della crescita privilegiando ad oggi i vini indiani, che rappresentano la fetta principale del mercato, ma che in un prossimo futuro potrebbero essere affiancati sempre più da prodotti importati, da qui l’opportunità di business per le aziende vitivinicole straniere.

Un ruolo importante che sta agevolando quella che si può definire come transizione nell’apertura culturale ed economica al mondo del vino è da attribuirsi al governo indiano che sta lavorando nella direzione del sostegno allo sviluppo dell’industria delle bevande alcoliche. 

Lo sforzo messo in campo è quello di ridimensionare gli ostacoli, semplificare le procedure per ottenere licenze e registrazioni, migliorare la dimensione della logistica e delle infrastrutture grazie alla creazione di corridoi merci dedicati e la modernizzazione dei porti. Importante anche l’impegno per ridurre le accise sui prodotti importati, come dimostra l’accordo commerciale e di cooperazione con l’Australia siglato nel 2021 al quale dovrebbero seguire quelli di libero scambio con Regno Unito, Stati Uniti e UE. Ma si può dire che lo stadio di questo percorso sia ancora embrionale. 

L’India, suddivisa in 34 Stati diversi, ognuno con proprie leggi e relative interpretazioni differenti tra città e città o tra circoscrizione e circoscrizione, resta infatti un Paese che se non ben approcciato, con le sue logiche socioeconomiche, religiose, burocratiche e commerciali, può ancora risultare difficilmente accessibile per chi voglia importarvi dei beni di consumo, a maggior ragione se si parla di vino, prodotto che da poco si sta affacciando ed integrando nelle abitudini della popolazione.

Grandi opportunità di business dunque, ma tenendo in conto la complessità di un sistema che ad esempio oggi non consente ad un produttore straniero di potersi servire di un unico distributore, richiedendo più punti di contatto per ogni principale città, considerato che la regolamentazione in tema di tasse, etichettatura ed adempimenti possono variare perfino da provincia a provincia. Per non parlare del vincolo dell’esclusiva con distributori o ditte in partenariato con aziende indiane, condizione che presuppone anche la necessità e capacità di definire accordi preventivi.

Tra le occasioni da cogliere si affaccia anche quella della dimensione della piattaforma globale dell’e-commerce il cui potenziale consentirebbe alle aziende indiane di espandere la propria portata, attingere a nuovi mercati e accrescere l’efficienza, condizione che avrebbe sicuramente una ricaduta forte sull’intero settore enoico migliorandone l’efficienza; stesso discorso per l’enoturismo che inizia a prendere piede creando opportunità di scoperta, approfondimento e condivisione. 

Le condizioni dunque ci sono tutte e si stanno progressivamente sommando per sostenere un processo oramai inarrestabile di apertura della cultura e dell’economia indiana al mondo del vino. 

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