Dalle chiacchiere di Massari alla tazzina di caffè da 635 dollari: l’esperienza gustativa può essere questione di prezzo?
Dalle chiacchiere del maestro Iginio Massari vendute a 100 euro al chilo al caffè di Taipei da 635 dollari: è davvero il caso di indignarsi?

ATTUALITÀ - Complice l’approssimarsi del martedì grasso non si placa la polemica sul rincaro del prezzo del dolce tipico del Carnevale italiano nella versione firmata dal maestro del gusto Iginio Massari. Le sue chiacchiere, passate da 75 a 100 euro al chilo, sono diventate motivo di scontro tra chi ritiene eccesiva una tale valorizzazione e chi legittima.
E mentre la famiglia di noti pasticcieri si difende sottolineando la qualità delle materie prime, il tipo di lavorazione che richiede l’impegno di 6 persone, per un prodotto finale che si differenzierebbe per qualità rispetto a quelli in circolazione sul mercato ragionando, perché no, in ottica di brand, i media di settore a livello globale rilanciano la notizia del caffè Elida Estate Best of Panama 2024 Gesha servito al Simple Kaffa di Taipei, uno dei migliori bar tra le decine di torrefazioni sparse per la città, per la modica cifra di 635 dollari.
Facendo i conti una chiacchiera di Massari, che peserebbe tra i 10 e i 15 grammi, costerebbe più o meno 1 euro e 30 centesimi, cifra per carità significativa rispetto alla media, visto che nei supermercati il costo parte da 6,36 euro al chilo e arriva a un massimo di 12,76 euro, in panetteria oscilla tra 13 e 55 euro, mentre nelle pasticcerie può raggiungere i 60 euro (dati Altroconsumo), ma non si può parlare di un prodotto inaccessibile in senso assoluto.
Cosa dovrebbero dire i gourmand appassionati di caffè che fanno il giro del mondo per incontrare Berg Wu, titolare del Simple Kaffa e primo taiwanese ad essersi aggiudicato il titolo di World Barista Champion nel 2016?
Nel loro caso bisogna attendere mesi per poter entrare in una lunghissima lista d’attesa e una volta arrivati al traguardo rispettare anche il tempo massimo di 90 minuti per degustare uno dei preziosi caffè del programma “The Coffee One”.
Certo si può vivere l’emozione di sfogliare una carta dei caffè mono origine simile per ampiezza e profondità a quella dei vini del più quotato ristorante stellato, potendo scegliere tra diversi paesi, varietà (da geisha a bourbon), metodi di lavorazione (da naturale a lavato) e metodi di infusione. Ma tutto ciò, oltre alla rarità del prodotto in sé, giustificherebbe il prezzo dell’esperienza? D’altronde parliamo di una tazzina di caffè…
Alla fine, al di là di ogni considerazione personale, bisogna riconoscere che quando si tratta di beni voluttuari si può far passare la nota legge del mercato: se c’è chi è disposto a pagare, vuol dire che il prezzo è sempre quello giusto.
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