Silvana di Domenico, maître del ristorante Re Santi Leoni, si racconta attraverso i suoi modelli femminili
Silvana Di Domenico, maître del ristorante Re Santi Leoni a Nola, si racconta attraverso i modelli femminili che la guidano e ispirano tutti i giorni nella costruzione della sua sala.

Nola non è conosciuta solo come “la città dei Gigli” ma anche per la presenza del ristorante Re Santi Leoni dove al gusto ci pensa la mano sapiente e “tradizionalmente” ricercata di Luigi Salomone mentre a guidare il team di sala ci pensa Silvana Di Domenico, giovane trentenne ma già con idee e obiettivi ben chiari.
Le sue figure d’ispirazione sono tre principalmente, per tre motivi diversi, ha raccontato la maître: Mariella Organi, un’empatia unica e senso di famiglia, la sua coetanea Francesca Cane, meravigliosa interprete del linguaggio culinario in sala e Ludovica Rubbini, espressione ed esempio di grande equilibrio femminile.
“Di Mariella Organi, moglie e braccio destro del visionario Moreno Cedroni, cerco di emulare il modo che ha costruito d’interazione a tuttotondo: sia verso il cliente che verso la brigata di cucina. Una vera e propria maestra dell’arte dell’accoglienza che veicola calore e pace solo con il sorriso nel momento in cui varchi le soglie del ristorante. Armonico, invece, è il sinergico rapporto che ha creato con la cucina, attraverso affiatamento e continui briefing di allineamento.”
“Per metà mia conterranea, Francesca Cane, giovane maître del Mugaritz è un esempio contemporaneo di ciò che per me significa, e di quanto sia di grande importanza, la parola linguaggio. Il ristorante deve essere il teatro di un concerto tra cibo e vino, in cui si servono piatti che vogliono creare un rapporto stretto e armonico per consistenze e temperature con il commensale. Le regole devono essere rispettate per creare feeling tra le persone, non per allontanarle, e il racconto di una pietanza deve essere stimolato e aggiornato costantemente.”
“Ludovica Rubbini è una grande padrona di casa, insieme al marito chef Riccardo Gaspari del Sanbrite, che riesce in primis a coniugare perfettamente il suo essere maître con il suo essere madre. La grande dote che mi ha subito colpito è stato il senso di equilibrio e calma, al quale mi sono ispirata e cerco di portare avanti nella mia sala tutti i giorni. Cerco, come Ludovica, di creare un gioco armonico virtuoso tra i ragazzi della squadra e con gli ospiti: una connessione visiva ed emotiva con le persone, ogni gesto e movimento servono a rendere i clienti parte del tuo mondo, dei tuoi gesti e dei tuoi movimenti. Così si crea una vera e propria danza tra sala e cucina, in cui, come afferma giustamente Ludovica, i camerieri devono essere il “sorriso di soddisfazione” di ogni cliente”.
Formazione e figure d’ispirazione: Mariella Organi, Francesca Cane e Ludovica Rubbini
Classe anni 90’ Silvana Di Domenico nasce a San Paolo Bel Sito in provincia di Napoli in un paese che ha avuto da sempre il ruolo di ricercato luogo di villeggiatura da parte dell'aristocrazia partenopea. Diplomata all’Istituto Alberghiero Carmine Russo di Cacciano in esperto dei servizi della ristorazione, nel 2017 consolida il suo percorso di formazione diventando sommelier Ais. La prima realtà che approccia è il grande albergo Excelsior Vittoria di Sorrento sulla Terrazza Bousquet nella seconda metà del 2013 dove assume il ruolo di commis de rang in una squadra giovane e dinamica. Nel 2014 approda al suo primo ristorante 1* Michelin Il Comandante presso il Romeo Hotel a Napoli dove comincia come commis de rang, per poi arrivare a essere chef de rang e infine maître del ristorante. A giugno del 2020 inizia il suo cammino nel ristorante Re Santi Leoni, guidato dallo chef Luigi Salomone a Nola dove per la prima volta prendere le redini in autonomia della sala di un ristorante. Il ristorante vede coesistere due ambienti ben distinti ma sinergici: la cucina e la sala. Noi tutti ricordiamo i nomi dei grandi maestri di cucina, da Auguste Escoffier per la ricettazione delle basi vere e proprie della cucina francese a Ferran Adrià, colui che ha completamente rivoluzionato l’esperienza culinaria finedining approcciando un concetto avanguardista e sperimentale. “Di conseguenza entrambi sono davvero dei veri e propri mentori per i cuochi: noi camerieri, mi piace definirci così perché alla fine questo siamo tutti, possiamo avere dei modelli d’ispirazione che emuliamo per alcune caratteristiche o peculiarità, ma in fondo siamo noi a dover disegnare i contorni della nostra Sala” afferma Silvana.
