Uno sguardo sul futuro del bar in Italia con Giorgio Fadda
L'esperto barman Giorgio Fadda, presidente dell'International Bartenders Association, condivide le sue impressioni sul bartending in Italia e sul futuro dei bar.
L'esperto bartender Giorgio Fadda, già presidente di Aibes storica associazione italiana di categoria, è stato eletto lo scorso agosto come presidente italiano dell'International Bartenders Association, realtà che raccoglie la maggior parte dei bartender a livello mondiale.
Fadda ha risposto ad alcune domande su Il Sole 24 Ore, per dare un'idea dello stato attuale del bartending italiano e riflettere sulla salute del comparto bar in Italia.
Giorgio Fadda ha iniziato col ricordare che l'Italia è un centro attivo per la produzione e il consumo di distillati, fra cui amari, vermouth ma anche spumanti e vini. Patria di grandi personalità dell'Horeca, non solo bartender ma anche chef e ristoratori.
La capacità inventiva e l'originalità nel creare nuovi drink è una caratteristica italiana conosciuta e apprezzata nel mondo.
Negli ultimi anni, prosegue Fadda, si è assistita a una presenza sempre più massiccia dei bartender sui social e nei media in generale, e questo ha favorito un coinvolgimento sempre maggiore delle giovani leve, affascinate da questo mestiere. Ma ha anche generato una forte competizione, passata attraverso la ricerca di un effetto wow non solo nella creazione di nuovi drink e nell'utilizzo di ingredienti sempre nuovi; i bartender si sono sempre più concentrati sui contenitori per stupire i clienti.
Giorgio Fadda dà alcuni consigli ai giovani bartender che vogliano intraprendere questa strada. La passione è importante ma non basta, bisogna essere preparati e ricordare che il bartender è una figura centrale nel campo del servizio e dell'ospitalità. È importante quindi, oltre che la manualità, anche l'accoglienza del cliente.
La retribuzione di un bartender alle prime armi vari tra i 1.000 e i 1.200 euro, mentre un bar manager, spiega Fadda, guadagna dai 1.500 euro in su. A queste entrate vanno aggiunte la possibilità di ottenere una percentuale sugli utili in alcuni contesti, come nelle catene alberghiere, e le mance.
"Si prevede che l'occupazione dei bartender avrà una crescita di oltre 8% nei prossimi anni" ha detto Fadda al quotidiano. Nonostante la pandemia, le difficoltà dell'horeca e del canale bar e le chiusure di questi e dei prossimi mesi, Fadda si dice ottimista e crede che quando tutto sarà finito, la voglia di andare al bar sarà ancora più forte.
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