Intervista a Dante Stefano Del Vecchio, ideatore dell'evento “Dell’antichità della vite e del vino”

Dante Stefano Del Vecchio è l'ideatore della kermesse “Dell’antichità della vite e del vino” che si terrà il 2 e 3 settembre al Parco Archeologico di Pompei

1 Sett 2023 - 12:32
Intervista a Dante Stefano Del Vecchio, ideatore dell'evento “Dell’antichità della vite e del vino”

Si terrà il 2 e 3 settembre prossimi all’interno del Parco Archeologico di Pompei l’evento “Dell’antichità, della vite e del vino”, dedicato alla scoperta delle origini della vite e alla ricostruzione di un percorso che copre 8000 anni di storia nel cuore e tra le vestigia della prima grande città che ha avuto il ruolo di ponte tra il mercato enoico del Medio Oriente e quello del Mediterraneo e dell’Europa.

L’evento sarà organizzato nelle ore serali, dalle 18 alle 23:30, con la presenza di circa 40 aziende vitivinicole, 5 Consorzi di Tutela del Vino della Campania: Vitica Caserta, Sannio Dop, Vesuvio Dop, Vini d’Irpinia e Salernum Vitae, un’area Culinaria e un’area dedicata ad approfondimenti e masterclass.

Abbiamo intervistato l’ideatore della kermesse, Dante Stefano del Vecchio, per scoprirne la genesi e gli ultimi dettagli in vista del taglio del nastro previsto per domani.

Dante come nasce l’idea di portare a Pompei un grande evento dedicato al mondo del vino?

Un progetto è sempre il frutto di una stratificazione di pensieri cercando tra loro un nesso che possa legare più idee. Da tempo pensavo che stiamo andando verso una “spettacolarizzazione” del vino e del food, perdendo di vista la capacità di creare valore intorno al nettare di bacco.

Due viaggi in Georgia mi hanno riportato al mondo antico, in una sorta di parallelismo della nostra tradizione contadina con la profonda cultura del vino di quelle terre notando le numerose similitudini tra la Campania e il paese caucasico. È stato come iniziare a scavare sottoterra, in profondità, per cercare le radici della vite e del vino intrecciate a preziose reliquie e ad antiche sacralità. 

Dalla culla del vino fino a Pompei il passo è stato breve viste le straordinarie testimonianze che ci si presentano camminando tra i decumani della città sepolta e restituita nei secoli, della letteratura antica che narra e celebra il vino.

Lavorazione delle Anfore, decorazioni, pittura dei vasi, crateri, “cantine” romane, un patrimonio che ci riporta alla prima filiera della vite ai piedi del Vesuvio con Pompei centro commerciale, ponte tra Medio Oriente, Mediterraneo e nord Italia fino all’Europa.

Con i romani il vino diventa anche un segno di potere non solo di piacere, oltre alle nuove conoscenze agricole in termini di coltivazione della vite.

La kermesse sarà opportunità per confrontarsi sulle tematiche che la comunità scientifica è impegnata ad affrontare in questi anni minati dagli effetti del cambiamento climatico. Quanto è importante conoscere il passato per affrontare un futuro che vede la sopravvivenza del mondo vitivinicolo a rischio? 

È stato un onore ed un forte stimolo per me trovare nei relatori che ho contattato piena disponibilità ad essere parte di queste due serate, trasmettendomi sorpresa e interesse per un concept che voleva mettere insieme le radici antiche della vitivinicoltura partendo dalle testimonianze archeologiche ed enologiche della Georgia, con quanto la ricerca scientifica sta offrendo al mercato internazionale per ragionare sui cambiamenti climatici, la capacità di nuovi cultivar resistenti alle fitopatie, alla carenza idrica. Su questo aspetto ci saranno informazioni particolarmente interessanti che verranno da Vivai Rauscedo con studi, ricerca, sperimentazioni e micro-vinificazioni che saranno presentati in esclusiva nel corso dell’evento e nella masterclass dedicata.

Conoscere il passato e andare affondo alle ragioni dei cambiamenti ci permette di guardare al futuro con consapevolezza e anche con ispirazione, ricostruire gli eventi che hanno portato nel corso dei millenni a quello che è il vino moderno, come lo intendiamo oggi, è fondamentale.

Non credo ci siano rischi per la vitivinicoltura, ma siamo come in altre epoche, in fase di ridefinizione dei canoni tradizionali cercando, attraverso la tecnologia e la ricerca scientifica, nuovi dati per avere maggiore conoscenza sulla pianta, sui terreni, sul meteo e sulle complessità aromatiche di un territorio in cui la vite vive e vegeta. Certo, in queste fasi di trasformazione, si materializzano anche fenomeni esoterici e mistici, ma questo è un campo che lasciamo ai loro adepti.

La partecipazione al progetto delle ambasciate di Georgia, Cipro, Grecia è la testimonianza di come una visione transnazionale dell’enologia e della viticoltura sia essenziale per costruire una cultura del vino sempre più solida e condivisa. Quanto conta anche per contrastare il neo proibizionismo emergente a livello europeo? 

Portare i vini della Georgia, della Grecia, di Cipro insieme ai vini campani è stata una conseguenza logica rispetto al progetto, magari il prossimo anno porteremo altri vini come quelli del Libano, di Israele, Turchia.

Il vino accompagna le culture e facilità la connessione tra popolazioni. Certo anche per un fronte comune per spiegare e dimostrare quanto il vino sia parte del vissuto dell’umanità e questo neo-proibizionismo, come tanti fenomeni congiunturali, è e sarà solo un’onda che ci farà riflettere con maggiore attenzione sul consumo sostenibile ma non diventerà mai una regola impositiva. 

Il programma vede accanto a talk e approfondimenti una serie di Masterclass e un percorso di degustazioni, cosa si potrà apprezzare nel calice in questa due giorni?

Le masterclass vogliono appunto celebrare e ripercorre le rotte della vite e del vino, mettendo insieme vini provenienti da più territori in particolare del Mediterraneo, così come si vuole mettere in evidenza la Grecia con vini e magnum di pregiata rarità, presentati ad arte. 

Anche l’Asprinio sarà una sorpresa, il professore Attilio Scienza ci condurrà in una ricostruzione storica del suo legame con la Georgia, e la masterclass dedicata lo presenterà in tre vinificazioni diverse, tra cui una anche in anfora.

Infine un approfondimento dedicato alla Georgia e ai vini in anfora della loro antica tradizione e con Rauscedo una degustazione esclusiva dei vini da nuovi vitigni derivanti dal paese caucasico.

DI SEGUITO IL PROGRAMMA DELL'EVENTO 

Sabato 2 settembre -  Quadriportico dei Teatri

h 18.00  Apertura

h 18.15   Presentazione

h 18.30  Convegno “Le antiche rotte del vino dalle origini della Georgia a Pompei”, interviene Attilio Scienza, Ordinario della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano, che illustrerà le similitudini antiche tra la prime vinificazioni in Georgia con quella casertana e campana.

h. 19.30 Masterclass “Le rotte dell’antichità della vite e del vino”.

h 20.30 “Concorso Miglior Sommelier della Campania”.

h.21.00 Masterclass “Grecia e il Mediterraneo”

Domenica 3 settembre - Quadriportico dei Teatri

h 18.00 Apertura

h 18.30 Saluti del direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zucktriegel.

h 19.30 “Per una evoluzione antropologica dell’alimentazione: saperi, sapori, scienze e tecnologia”. con lo chef Alfonso Iaccarino con Franco Pepe, miglior pizzaiolo al Mondo di The Best Chef Awards 2021.

h. 19.30 Masterclass Georgia, dell’antichità e delle Qveri

h 21.00  “Lectio Magistralis” dal titolo “Un viaggio nel passato per capire il vino”, tenuta dal presidente dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) Ordinario di Enologia Università Federico II di Napoli, prof. Luigi Moio. Segue dibattito h 22.30

h. 21.00 Masterclass Tenuta Fontana “l’Alberata nell’antichità”

h 23.00 Narrazione dedicata a “Dioniso all’ombra del Vesuvio”, a cura dell’archeologo Mario Cesarano, Soprintendenza Archeologica di Napoli.

Tutte le informazioni aggiornate su programma, ticket e prenotazioni delle masterclass sul sito www.misteryapple.it

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