Federbio a Vinitaly 2025: il vino biologico come risposta alle sfide del settore

Vinitaly 2025: il vino biologico italiano cresce (+6,5%) nonostante dazi USA e crisi climatica. Settore previsto triplicare entro 2030.

4 Apr 2025 - 15:15
Federbio a Vinitaly 2025: il vino biologico come risposta alle sfide del settore

VINITALY - Il Vinitaly 2025 si inaugura in un periodo caratterizzato da notevoli incertezze: dazi americani, diminuzione dei consumi e impatto climatico stanno mettendo alla prova l'intero comparto vitivinicolo.

In questo contesto difficile, il vino biologico emerge come uno dei segmenti più vitali, trainato dalla crescente sensibilità verso la sostenibilità ambientale e da una maggiore capacità di resistere alle sfide climatiche. Secondo le previsioni di InsightAce Analytic, questo settore triplicherà entro il 2030, passando da 9 a 25 miliardi di dollari.

L'Italia si posiziona tra i protagonisti globali nella produzione biologica con 133mila ettari dedicati (23% del vigneto nazionale), con punte del 40% in Toscana e 36% in Sicilia, e oltre 30.000 operatori specializzati.

I dati di mercato confermano questa tendenza positiva: l'osservatorio Wine Monitor di Nomisma riporta che nel 2023 le vendite di vino biologico in Italia hanno raggiunto 57,5 milioni di euro (+6,5%), superando la crescita del vino convenzionale (+2,8%). Anche a livello internazionale, nonostante le difficoltà di mercato, si registra un aumento nella domanda di etichette bio.

Durante il Vinitaly, FederBio organizzerà nel padiglione Vinitaly Bio - Area C numerose MasterClass e degustazioni di eccellenze biologiche e biodinamiche regionali, valorizzando le tradizioni e l'identità territoriale.

"Siamo indubbiamente preoccupati per i dazi imposti dall'amministrazione statunitense che penalizzano l'Italia, uno dei principali esportatori di vino nel mercato americano e destinazione privilegiata anche per le etichette biologiche e biodinamiche - ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio – Quella dei dazi è una politica sbagliata e controproducente per tutti, sulla quale è necessario agire rapidamente come Europa. Di fronte alle sfide attuali è importante continuare con la diffusione della viticoltura biologica, cruciale per la transizione agroecologica poiché in grado di tutelare la biodiversità e gli ecosistemi, che sta guadagnando sempre più consensi e può fornire un impulso significativo al settore anche in questa fase così complessa. L'unione tra la denominazione di origine e una produzione sostenibile certificata, come quella biologica, costituisce un punto di forza fondamentale, non solo per la qualità del prodotto, ma anche per l'identità del vino, espressione autentica di una vocazione territoriale. Le denominazioni di origine e la certificazione biologica sono, peraltro, le uniche certificazioni ufficiali regolate a livello europeo, con specifici regolamenti e un sistema di controlli rigoroso. Questo garantisce che il consumatore possa avere piena fiducia sul prodotto che acquista".

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