Il consumo di frutta e verdura in Italia passa per i prodotti surgelati
Sulle tavole degli italiani trionfano frutta e verdura, che sempre più vengono scelti nella versione frozen
Il 2021 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite l’Anno internazionale della frutta e della verdura: due alimenti fondamentali per una dieta sana e bilanciata, molto amati dagli italiani, anche in versione frozen.
Nel corso dei 12 mesi del 2020, il totale di frutta e verdura consumate dagli italiani ha di poco superato i 6 milioni di tonnellate, pari cioè a 233 kg a famiglia [1]. Una tendenza “salutista” che trova riscontro soprattutto nel comparto sottozero: leader assoluti del settore si confermano i vegetali, che nel 2020 conservano il loro primato, rappresentando oltre il 42% del consumo domestico di tutti gli alimenti surgelati, e che, nei primi 8 mesi del 2021, mostrano un andamento dei consumi sostanzialmente stabile sull’anno precedente.
Un ottimo risultato a conferma del gradimento degli italiani nei confronti di questa tipologia di prodotti, risultato che acquisisce ancora più valore se si considera, invece, che il consumo di frutta e verdure freschi nel 2021 sta registrando una contrazione importante del volume.
Anche la frutta in versione “frozen” cresce nel 2020 del +6,2%: un trend di sviluppo che merita di essere sottolineato, pur trattandosi di volumi più contenuti rispetto ai consumi di altri segmenti. È quanto rivela l’IIAS- Istituto Italiano Alimenti Surgelati, che ha reso noti numeri e tendenze di questo comparto merceologico divenuto sempre più protagonista sulle nostre tavole.
“La pandemia ci ha reso più consapevoli e attenti a quello che mangiamo”, commenta Giorgio Donegani, presidente IIAS. “Nell’ultimo anno, il cibo è divenuto motore dei cambiamenti delle abitudini alimentari degli italiani. Con l’aumento del tempo trascorso in casa, la ritrovata voglia di fare la spesa, cucinare e sperimentare nuove ricette, oggi ‘mangiare’ non è solo una semplice necessità. Il cibo è divenuto sinonimo di soddisfazione e di piacere, di condivisione e convivialità, ma anche di salute e cura di sé. E proprio in quest’ottica, molti hanno colto l’occasione per modificare in meglio il proprio regime alimentare: il 53% ha aumentato il consumo quotidiano di frutta e verdura[2]; un incremento che ha inciso positivamente soprattutto sul comparto frozen: nel 2020, infatti, i vegetali surgelati hanno registrato una crescita a doppia cifra (+10,5% sul 2019) con 251.940 tonnellate commercializzate”.
Nell’ultimo anno, l’esigenza di consumare prodotti salubri e sicuri, la tendenza al risparmio e al contenimento degli sprechi, il bisogno di una “gratifica” quotidiana, la sostenibilità sociale ed ambientale sono stati i principali driver d’acquisto nelle scelte alimentari, influenzando l’andamento di ogni singolo segmento merceologico, anche nel comparto surgelati. A trainare la crescita dei vegetali sottozero sono stati soprattutto i vegetali preparati (cresciuti del +24,2%), seguiti da zuppe e minestroni (+15,4% nel 2020): un risultato che suggerisce il ruolo di “comfort food” attribuito dagli italiani a queste preparazioni, di pari passo con una richiesta di benessere e di elevati contenuti nutrizionali che da sempre accompagna il comparto. Si consolida, inoltre, la tendenza che vede crescere il consumo di proteine vegetali: un orientamento ormai generalizzato nel quale il mondo dei surgelati si inserisce con una crescente gamma di offerta. Secondo le più recenti rilevazioni Coop-Nomisma, infatti, si fanno strada in questo contesto anche nuovi prodotti in cerca di “nuovi consumatori”: tra questi non mancano i prodotti surgelati a base vegetale, che nel 2021 crescono del +35% sul 2020[3].
Evidenze coerenti con le ultime tendenze emerse in ambito food: già nel 2019 Eurispes aveva rivelato un incremento dei flexitariani (ovvero di coloro che prediligono sempre più proteine vegetali nella dieta); nel 2020, la crescita dei vegani in Italia è stata del +9% e gli Italiani che oggi seguono una dieta vegana hanno raggiunto quota 1,5 milioni[4]; infine, stando ai dati dell’ultimo Rapporto Coop, il paniere delle proteine vegetali è oggi quello con la migliore performance, con un +3,1% registrato nei primi sei mesi del 2021 rispetto al 2020 (contro un +2,6% delle proteine animali).
In uno scenario in cui la dieta vegetariana non è più una scelta di nicchia ma una tendenza in espansione e avanzano prodotti vegan di “nuova generazione”, si capisce quanto il valore di frutta e verdura sia cresciuto sulle tavole degli italiani.
Secondo la FAO e l’OMS, per prevenire malattie croniche quali il cancro, il diabete, le malattie cardiocircolatorie e l’obesità oltre che per ovviare alle carenze di micronutrienti, ognuno di noi dovrebbe consumare almeno 400 grammi di frutta e verdura al giorno all’interno di una dieta sana e varia.
Ma spesso non è possibile, complici la facile deperibilità di questi alimenti e la difficoltà di acquistarli freschi quotidianamente per portarli in tavola. Per ovviare a questi problemi, i prodotti surgelati possono certamente rappresentare un grande alleato e una validissima alternativa.
“Pensare che i prodotti vegetali freschi siano più sani e nutrienti di quelli surgelati è errato”, afferma la nutrizionista Elisabetta Bernardi. “Se non si può fare la spesa quotidianamente, alternare fresche insalate a verdure cotte surgelate è un’ottima abitudine da adottare per preservare un regime alimentare sano”. “Un recente studio – conclude la dott.ssa Bernardi – ha dimostrato che frutta e ortaggi surgelati sono, in molti casi, più nutrienti dei freschi. Gli autori della ricerca hanno misurato, per oltre due anni, il contenuto nutrizionale di tre tipi di prodotti: ‘freschi’, ‘surgelati’ e ‘freschi ma a cinque giorni dalla raccolta’; broccoli, cavolfiori, fagiolini, piselli, spinaci, mirtilli e fragole surgelate avevano un contenuto di vitamina C, beta carotene e folati maggiore rispetto ai freschi conservati per qualche giorno. Pertanto, mentre i prodotti freschi “appena colti” contengono sicuramente le più alte quantità di sostanze nutritive in assoluto, una volta a casa vincono invece i surgelati, perché questi ultimi vengono lavorati a poche ora dalla raccolta”.
Ecco perché, nel mondo anglosassone, non a caso i surgelati sono definiti “long fresh”, poiché sono prodotti che conservano intatte le caratteristiche del miglior fresco, senza rivali per qualità sia organolettiche sia nutrizionali, e al tempo stesso per la possibilità di mantenere entrambe queste caratteristiche per tempi lunghissimi.
Infine, dal punto di vista della sostenibilità ambientale, i vegetali surgelati costituiscono i prodotti anti-spreco per eccellenza: la loro lunga durata di conservazione permette di utilizzarli prima che si deteriorino, usando solo ciò di cui si ha davvero bisogno; la quantità acquistata corrisponde a quella che si mangia (con zero scarti in cucina): si consuma tutto ciò che si acquista e diventa più facile fare anche la raccolta differenziata dei rifiuti; inoltre, si riduce il consumo di acqua nelle proprie case, perché tutti gli ortaggi sono già lavati e puliti e c’è un minore spreco di risorse energetiche per la cottura dei cibi, in quanto i tempi di preparazione sono nettamente più brevi.
[1]Dati GFK, 2021.
[2]Dati “RAPPORTO COOP 2021”
[3] Ufficio Studi Coop-Nomisma su dati Nielsen, giugno 2021
[4] Dati Nomisma “Osservatorio The World After Lockdown”, Consumer survey, giugno 2021.
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