I numeri del vino continuano a crescere grazie al digitale
La rivoluzione digitale del mondo enoico continua la sua corsa, sostenuta dalla pandemia ma anche validata dai risultati con una significativa crescita delle vendite online.
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La dimensione digitale del mondo del vino in Italia negli ultimi cinque anni ha conosciuto una crescita progressiva, in particolare negli ultimi due, spinta dall’emergenza sanitaria che ha di fatto accelerato un processo già in atto.
Non solo e-commerce, ma anche portali di enoturismo, siti e canali social che raccontano aziende e territori, software che integrano la raccolta e la gestione dei dati dei clienti e mettono in campo azioni di marketing digitale per accrescere le vendite online, per non parlare dei numeri e dei servizi delle piattaforme marketplace qualificate.
A guardare oggi il settore in cui la regola è sempre stata la vendita B2B, con il ruolo centrale di distributori, enotecari e ristoratori, si fa fatica a credere che gli equilibri stiano cambiando e così profondamente, ma ci sono i dati a confermarlo.
Secondo lo studio realizzato da Cross Border Growth Capital le vendite online di vino sono cresciute, sostenute anche dai forti condizionamenti della pandemia che hanno inciso sui comportamenti di consumo di un mercato che nel 2021 ha raggiunto nel nostro paese il valore di 14,2 miliardi di euro.
Ad avere il primato in Europa è il Regno Unito con un 11,9% di vendite online (in crescita rispetto al 10,1% del 2015), fanalino di coda Spagna e Germania con 1,7%, mentre la Francia è seconda con 9,9%, terzi i paesi Bassi con 9,8% (in forte rialzo dal 2,5% del 2015). L'Italia si posiziona a metà strada, con il 4%.
Che il comparto vitivinicolo stia vivendo la sua stagione di rinnovamento e transizione lo testimonia anche lo studio “Il gusto digitale del vino italiano 2021”di Omnicom Public Relation Group Italia che confronta le esperienze delle prime 25 aziende vitivinicole del Belpaese per fatturato, analizzandone la presenza online e facendo il punto sulla loro relazione con il digitale.
Uno spaccato, quello dei grandi del vino italiano, che consente di comprendere l’importanza di essere online in modo professionale: tra i canali social a crescere è Instagram con +90% dei follower in aggregato sul 2020, e sono 19 su 25 le aziende ad avere un account ufficiale contro le 16 del 2020. Facebook resta il social preferito con 22 cantine su 25 e una crescita del 18%, mentre YouTube è presidiato da 13 aziende (contro le 11 del 2020) e Twitter solo da 9.
L’analisi mette in evidenza il boom dell’e-commerce proprietario (+83%), la crescita delle iniziative digitali 4.0 per il 44% delle aziende (11 su 25), e l’accesso a piattaforme marketplace qualificate per per il 12%.
Il modello marketplace si sta quindi diffondendo anche per il settore vitivinicolo, rappresentando un ulteriore tassello del percorso di transizione digitale: a disposizione dei produttori c’è uno strumento per semplificare, accelerare e assicurare le vendite digitali da parte di clienti sia B2B (tipicamente operatori dell’HORECA come ristoranti, enoteche ed hotel) sia B2C.
Queste piattaforme consentono ai consumatori di accedere a migliaia di articoli, con consegne entro 24 ore di vini di diversi produttori e senza ordine minimo; le cantine possono raggiungere anche partner professionali con i quali diversamente non sarebbero facilmente entrati in contatto.
Per potenziare e rendere più efficace il dialogo con il mercato finale le aziende vitivinicole hanno iniziato a puntare anche sull’analisi dei comportamenti di consumo dei propri clienti attraverso software dedicati che permettono di monitorare una serie di informazioni sensibili come, ad esempio, a quando risale l’ultimo ordine, cosa è stato comprato, con quale cadenza, in modo da poter programmare le promozioni e le comunicazioni che si vanno ad aggiungere al flusso già in essere.
A fare la loro parte a supporto della crescita del segmento ci sono infine i portali di promozione dell’enoturismo che hanno consentito di distribuire i flussi turistici durante tutto l’anno puntando su esperienze legate alla scoperta dei territori, dell’enogastronomia e delle bellezze paesaggistiche e culturali, con un aumento significativo delle visite in cantina in tutte le stagioni, con le presenze che di fatto si ridimensionano solo nei mesi di gennaio e febbraio.
Si sono moltiplicati anche siti e canali social che raccontano i territori puntando su storie di successo, curiosità, grandi eventi che si susseguono nel corso dell’anno, contributi editoriali e video che anticipano l’esperienza e accrescono le curiosità, e gli immancabili pacchetti di offerte per visite e tour delle cantine.
Ne hanno beneficiato le realtà vitivinicole più piccole e le località meno note con un effetto positivo a cascata che ha portato molte aziende ad attrezzarsi anche per ampliare i servizi da offrire ai visitatori enoappassionati, puntando per esempio anche su aree destinate all’ospitalità e alla ristorazione per venire incontro alle esigenze di chi vuole vivere esperienze a 360 gradi.
Il processo di digitalizzazione proseguirà la sua corsa anche nei prossimi mesi e il balzo in avanti negli acquisti online degli ultimi due anni da parte dei consumatori italiani, trainato dalla componente alimentare, è destinato ad avere ulteriori sviluppi nella stessa direzione, raggiungendo soprattutto in ambito Ford&Beverage tassi di penetrazione in linea con gli altri paesi europei.
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