Da Tenuta San Guido a Bollinger: l’enoturismo cambia volto e progetti delle grandi Maison del Vino
Sono sempre più numerosi i progetti delle grandi Maison del vino che puntano sull’accoglienza e la trasformazione delle tenute in destinazioni enoturistiche. L’obiettivo è quello di dar vita ad una nuova narrazione del brand finalizzata a scoprirne in modo immersivo storia, valori e prospettive.
Tra i fattori che stanno influenzando fortemente le strategie e i progetti del mondo del vino l’enoturismo è senz’altro quello tra i più incisivi, un settore in forte crescita che punta sulla dimensione emozionale ed esperienziale come nuova chiave di lettura delle realtà enoiche.
Il pubblico di winelovers e curiosi è sempre più attratto dalla cultura e dalle tradizioni enogastronomiche, desideroso di affacciarsi ai segreti che si celano dietro i percorsi delle aziende e della produzione delle loro etichette.
L’obiettivo per vivere in modo totalizzante la scoperta è quello di entrare in contatto diretto con l’ambiente fisico, paesaggistico ma anche storico dei luoghi iconici della produzione vitivinicola, attraverso soggiorni con vista sui vigneti, degustazioni, tour organizzati ed ogni tipo di attività che possa aggiungere valore all’esperienza.
Un cambiamento importante anche nella percezione dei brand che ha spinto le grandi Maison del Vino a mettere in cantiere progetti in cui l’accoglienza diventa strategica.
E così in Italia, a Bolgheri, Tenuta San Guido, culla del Sassicaia, si prepara ad aprire le porte non solo ai tre ospiti d’eccezione al giorno, come accaduto negli ultimi 500 anni, ma anche a più numerosi e selezionati enoappassionati desiderosi di scoprirne la magia.
La proprietà ha deciso di investire su diverse attività, dalla ristrutturazione di tre immobili da destinare all’accoglienza alla creazione di una nuova cantina per Guidalberto, tra i vini di punta dell’azienda. Il gioiello architettonico, immerso nel bosco, sarà pronto nel 2024 e nascerà dal recupero di una antica e dismessa fornace della tenuta da cui venivano estratti mattoni per costruire case.
L’obiettivo è di portare avanti un enoturismo su misura, con strutture ricettive, aree per la ristorazione e la degustazione, e percorsi naturalistici organizzati all’interno di una proprietà che si estende per oltre 2500 ettari di cui soli 100 destinati ai vigneti.
Protagonisti dei tour anche boschi, campi, oliveti, residenze storiche, la chiesa dell’Oratorio di San Guido e il Castello di Castiglioncello, la pineta sul mare, il Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri, e le scuderie dove sono stati allevati campioni dell’equitazione italiana e internazionale come Ribot, il purosangue di Mario Incisa della Rocchetta.
Luoghi suggestivi di cui tanti non conoscono l’esistenza, perdendo così un pezzo di storia importante che va assolutamente recuperato in un immaginario che oggi forse rischia ancora di fermarsi al solo gioiello del Sassicaia.
Un’occasione anche per condividere i valori cui è stata sempre improntato il progetto di Tenuta San Guido, dall’approccio sostenibile, che mira a salvaguardare e tutelare le ricchezze naturalistiche oltre che a garantire pratiche in vigna e in cantina rispettose dell’ambiente, all’inclusività per i propri dipendenti, cui vengono da sempre destinate dimore all’interno dei poderi di proprietà per farli sentire parte integrante della famiglia.
Alla Toscana fa eco la regione della Champagne dove la Maison Bollinger di Aÿ, con i suoi 178 ettari di vigneti e una produzione compresa tra i 2,8 e i 3 milioni di bottiglie, si prepara con sette anni di anticipo a celebrare i suoi 200 anni, forte di una nuova immagine da costruire a suon di investimenti che puntano non a caso sull’accoglienza e all’obiettivo a regime di 20mila visitatori l’anno.
Entro il 2029 una nuova cantina cattedrale con vista sulle vigne sarà lo spazio cui potranno essere destinate fino a 5mila barrique da 228 litri, parte delle quali visibili grazie alle vetrate che nel progetto si prevede sostituiscano le pareti, un primato che consentirà di riconoscere alla Maison la più grande capacità di vinificazione in legno del territorio.
La vecchia abitazione di Elisabeth Bollinger sarà trasformata in centro di accoglienza, mentre una parte della tenuta sarà convertita in un Hotel da 20 camere, ristorante compreso, restituendo anche all’azienda francese la dimensione di vera e propria destinazione turistica, una formula narrativa per conquistare il cuore degli appassionati offrendo loro l’opportunità di toccarne con mano la storia e l’essenza attraverso itinerari ed esperienze immersive destinare a lasciare il segno.
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