L’inarrestabile ascesa del Chianti Classico
Il Chianti Classico vive un momento d’oro, le conferme arrivano dal mercato, dalla critica enologica, dal mondo dei grandi investitori e dalle vigne, dove la vendemmia ha regalato uve di ottima qualità. Ma i produttori continuano a spingere sull’acceleratore, grazie al lavoro del Consorzio di Tutela, con progetti, come quello delle Unita Geografiche Aggiuntive, finalizzati ad accrescere la riconoscibilità e l’identità del Brand Gallo Nero.
Tra i territori vitivinicoli del Belpalese il Chianti Classico oggi è tra quelli che fanno parlare di sé, nonostante la congiuntura economica complessa e l’instabilità degli scenari, la denominazione sembra infatti vivere un vero e proprio momento d’oro.
Le conferme arrivano dal mercato, dal mondo della critica enologica, da quello dei grandi investitori e direttamente dalle vigne, dove né la siccità né le grandinate hanno compromesso una vendemmia che quest’anno promette ottima qualità, specie delle uve destinate alla produzione di vini rossi di struttura e dal lungo invecchiamento.
Il 2021 da un punto di vista commerciale è stato un anno favorevole, registrando una crescita di quote di mercato del 20% rispetto al 2020, sia a livello nazionale che internazionale, con numeri significativi in particolare in Canada, Corea e Stati Uniti.
Marvin Shanken, editore di Wine Spectator, non a caso ha parlato di stagione di “inarrestabile ascesa” dedicando la copertina del prossimo numero, in uscita il 31 Ottobre, proprio al Gallo Nero, simbolo di queste terre.
Il privilegio fino ad oggi era stato riservato a poche elette figure di spicco del panorama enologico italiano come Lamberto Frescobaldi, Angelo Gaja, Piero e Lodovico Antinori, Oscar Farinetti, Marilisa Allegrini e Nicolò e Priscilla Incisa della Rocchetta, ma non aveva mai interessato un territorio, un’eccezione che è un riconoscimento della qualità dei vini del Chianti Classico, in particolare dell’annata 2019 che ha colto nel segno e sarà oggetto di un approfondimento da parte della rivista.
Il momento è propizio anche agli occhi dei grandi investitori. A giugno scorso il gruppo francese del lusso EPI, di proprietà e gestito da Christofer Descours, ben posizionato nel segmento dei Fine Wines, dopo aver acquisito Biondi Santi, azienda storica simbolo del Brunello di Montalcino, ha rilevato la tenuta Isole e Olena, una delle più note cantine del territorio ceduta dalla famiglia di Paolo De Marchi, operazione che testimonia le grandi potenzialità del Chianti Classico nel mondo dei vini di pregio.
La crescita in termini di riconoscibilità e autorevolezza del marchio Gallo Nero sembra dunque destinata a non arrestarsi. Il successo è sicuramente da ricondursi alle peculiarità di un terroir unico, con solo un decimo della superfice destinato ad una viticoltura che segue i dettami dell’agricoltura biologica, e al lavoro incessante dei suoi produttori per migliorare anno dopo anno la qualità e la riconoscibilità dei vini, sostenuti dall’operato del Consorzio di tutela, il primo nato in Italia nel lontano 1924, che oggi rappresenta ben 480 aziende.
Grazie al lavoro del Consorzio la promozione del Chianti Classico e del Gallo Nero oggi passa anche attraverso il progetto delle Uga, Unità Geografiche Aggiuntive, zone ristrette ed omogenee in cui è stato suddiviso il territorio e che saranno presto indicate in etichetta. Si tratta dei comuni di San Casciano, Greve, Panzano, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga, Castellina e San Donato in Poggio cui si aggiungono Montefioralle, Lamole e Vagliagli, tre aree vocate che per tradizione esprimono vini di qualità.
Il lavoro, portato a compimento dopo una gestazione lunghissima durata trent’anni, è finalizzato a far emergere in maniera più chiara e diretta il rapporto tra vino e territorio.
Un’ottica che mette al centro il consumatore e il suo desiderio di scoperta e conoscenza che va dall’origine delle uve, alle caratteristiche dei vigneti e del terroir di riferimento, aspetti che rafforzano la riconoscibilità e l’identità di un vino e che saranno maggiormente esplicitati.
In una prima fase le Unità Geografiche Aggiuntive saranno applicate sono alla tipologia di Chianti Classico Gran Selezione, la più pregiata, mentre l’appuntamento per Riserva e vini di annata è rinviato. L’obiettivo della differenziazione è quello di rafforzare il posizionamento delle eccellenze del territorio per renderle più competitive anche a livello internazionale.
Le diciture saranno presenti in etichetta il prossimo anno per gli otto comuni, il tempo necessario per concludere la normale procedura relativa alle modifiche dei disciplinari; per le aree vocate Montefioralle, Lamole e Vagliagli, ci vorrà più tempo, per dare modo che la loro riconoscibilità e significatività enologica sia consolidata.
Un nuovo modo di raccontare il vino, di rivelarne il legame diretto con la terra, al quale si aggiungono formule di accoglienza e scoperta del territorio suggestive, per cogliere le potenzialità anche sul fronte dell’enoturismo che vede proprio nella Toscana e nel Chianti Classico una delle mete predilette dai winelovers.
È il caso del Pellegrinaggio Chiantigiano, che proprio in questi giorni guida gli appassionati alla conquista delle terre del Gallo Nero, rigorosamente a passo lento, un cammino aperto a tutti con soste tra una tappa e l’altra per apprezzare le eccellenze enogastronomiche ed incontrare i produttori vitivinicoli delle 11 Uga. Un modo diverso per ascoltare direttamente dalle voci dei protagonisti il racconto delle loro storie, il tutto degustando dell’ottimo Chianti Classico.
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