L'Unione Europea dà il via libera alla "farina di grillo"
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Comunitaria il Regolamento per la commercializzazione in Europa della polvere di grillo, un nuovo ingrediente che potrà essere utilizzato per la realizzazione di alcuni prodotti, tra cui pane, pizza e snack. Ma per ora il 54% degli italiani si dichiara restio a portare in tavola insetti, ritenuti da molti il cibo del futuro
Il 3 gennaio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Comunitaria il Regolamento per l’immissione sul mercato come nuovo alimento della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus, ovvero il grillo domestico.
L’8 luglio del 2020 la Commissione Europea veva richiesto all’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, di effettuare una valutazione in merito alla sicurezza del nuovo alimento, ufficializzata poi lo scorso 23 marzo con esito positivo.
Come si può leggere dal Regolamento, questa polvere potrà essere utilizzata per la produzione di alcuni alimenti tra cui: pane e panini multicereali, pizza, biscotti, prodotti a base di pasta anche farcita, grissini, cracker, barrette ai cereali, sostitutivi della carne, siero di latte in polvere, prodotti trasformati a base di patate, piatti a base di leguminose e verdure, salse, minestre in polvere, e anche per la realizzazione della birra.
Viene infine stabilito che per un periodo di 5 anni a partire dal 24 gennaio, data di entrata in vigore del regolamento, soltanto la società Cricket One Co. Ltd è autorizzata a immettere il prodotto sul mercato europeo.
La “farina di grillo” è solo l’ultimo dei prodotti a base di insetti consentiti in Europa tramite il regolamento sui Novel Food, nuovi alimenti realizzati con ingredienti mai usati prima pensati soprattutto per rendere l’industria alimentare più sostenibile. Al momento sono stati autorizzati per il commercio la larva gialla della farina e la locusta migratoria.
Ma come hanno reagito gli italiani a questa notizia? Stando ai risultati di un’indagine Coldiretti/Ixe’ la maggior parte degli italiani non porterebbe in tavola gli insetti: il 54% si dichiara contrario, il 24% indifferente, favorevole il 16% e non risponde il 6%.
Secondo Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, ci sarebbero alcune criticità rispetto a questi alimenti: “Nessuna riserva, ci mancherebbe altro, per chi voglia assaggiare “cibi” esotici, lontani dalla nostra cultura, sbagliato e diseducativo, però, presentarli come alimenti sostenibili da scegliere in alternativa alla nostra dieta perché meno impattanti sull’ambiente Si tratta di affermazioni false - continua Scordamaglia - perché la nostra dieta non è solo di qualità, ma a basso impatto ambientale”. Aggiunge infine: "Basta proporre cibi sintetici o esotici lontani dalla nostra cultura come panacea green per l’alimentazione del futuro, la nostra dieta fatta di qualità, sicurezza, cultura, territori e sostenibilità è il modello ideale da valorizzare e proteggere”.
Non si può prevedere se con il tempo questi ingredienti potranno essere maggiormente accettati dai consumatori tanto da diventare diffusi, stando ai dati riportati per ora non sembra ci sarà per loro molto successo sugli scaffali e nelle cucine.
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