Anche al ristorante bisogna combattere lo spreco alimentare
Lunedì 5 febbraio è stata celebrata la quinta Giornata di prevenzione dello spreco alimentare.
Quest’anno, inoltre, per la prima volta sono stati forniti dal Ministero delle Politiche Agricole i dati reali legati allo spreco alimentare ottenuti attraverso ricerche condotte dal progetto Reduce su circa 400 famiglie campione.
I risultati non sono proprio esaltanti: ogni famiglia getta 84,9 kg di cibo nel corso dell’anno che a livello nazionale si traducono in uno spreco di circa 2,2 milioni di tonnellate di cibo in 365 giorni, per un costo di 8,5 miliardi di € pari a circa lo 0,6% del Pil nazionale.
Sprecano anche le mense, dove si rileva che quasi 1/3 dei pasti viene gettato (90 grammi di cibo per ogni studente, ad ogni pasto) e nella GDO che produce 2,89 kg all’anno di spreco alimentare per abitante, cibo che potrebbe essere recuperato e destinato, ad esempio, ad enti di solidarietà.
Proprio a tal proposito, però, il Ministro alle Politiche Agricole Maurizio Martina fa sapere che il recupero delle eccedenze alimentari destinate è nettamente aumentato (+20%) grazie al coordinamento di tutti gli attori coinvolti nella filiera e al lavoro di tantissimi volontari che permettono di evitare gli sprechi e destinare il cibo ai più bisognosi.
Anche la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) si schiera contro lo spreco alimentare e dichiara con fermezza la necessità di diffondere e valorizzare modelli di ristorazione che portino ad una riduzione netta degli sprechi anche fuori casa.
Come dichiara in una nota per la stampa Giancarlo Deidda, Vicepresidente di Fipe, i ristoranti dovranno sempre più scegliere modalità di conservazione che garantiscano qualità e shelf life, proposta di menù con poche pietanze e porzioni regolari, non eccessive nonché realizzate unicamente con prodotti di stagione.
"Ultimo step, ma non per importanza - conclude Deidda - è la corretta gestione dell'ultimo anello della catena, attraverso la valorizzazione della pratica virtuosa della doggy bag come abitudine.
Secondo una ricerca di Last Minute Market emerge che il 95% dei clienti dei ristoranti considera la doggy bag utile per non sprecare cibo e bevande già pagate, tuttavia ancora il 41% degli italiani non chiede ai ristoratori di portare a casa il cibo e le bevande avanzate o non consumate semplicemente per una questione di imbarazzo. Grazie all'impegno congiunto con Consorzio Comieco, stiamo lavorando per invertire la rotta, mettendo a disposizione di oltre mille ristoranti doggy bag di design con l'obiettivo di avviare un percorso virtuoso che nel corso del tempo dovrà toccare un numero di ristoranti ben più ampio. Sono infatti circa 110 mila i ristoranti con servizio al tavolo".
I presupposti per un miglioramento ci sono tutti; ora non resta che impegnarsi con piccoli gesti quotidiani a ridurre qualsiasi tipo di spreco alimentare
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