Passione Orange: perché il quarto colore del vino è il nuovo trend

Complessi, versatili, dalla forte carica simbolica, gli orange wine sono pronti a conquistare l’attenzione di un numero sempre più ampio di consumatori

15 Sett 2023 - 12:27
Passione Orange: perché il quarto colore del vino è il nuovo trend

Negli ultimi dieci anni quella che fino a poco tempo fa veniva definita come nicchia del mondo del vino ha progressivamente conquistato un numero sempre maggiore di appassionati e consumatori alla ricerca di nuove esperienze degustative e sensoriali: si tratta del segmento degli orange wine, valutato a livello globale 40 milioni di dollari nel 2022 e destinato secondo gli analisti a registrare nei prossimi dieci anni un tasso annuo di crescita composto (CAGR) del 5.29% per arrivare a toccare i 67 milioni nel 2032.

Le regioni più attive nella riscoperta della categoria sarebbero l’Europa, in particolare paesi come Italia, Slovenia e Georgia che possono contare su una importante tradizione produttiva, e il Nord America, compresi Stati Uniti e Canada, mentre tra i mercati emergenti sarebbero da considerarsi Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica.  

Per comprendere quali motivazioni spingono gli osservatori a delineare un trend di sviluppo significativo per gli orange wine è necessario considerarne più da vicino le peculiarità e andarle a matchare con l’evoluzione del profilo di consumatori ed enoappassionati. 

Questi vini complessi e versatili al tempo stesso, che nascono da uve a bacca bianca vinificate come quelle a bacca rossa, svolgono infatti un periodo di macerazione a contatto con le proprie bucce la cui durata è destinata ad incidere su intensità dei colori, struttura e profumi che potranno risultare più o meno complessi garantendo un ventaglio di possibilità espressive molto ampio.

Vini frutto di una breve macerazione o per cui il processo venga svolto in un ambiente che preveda assenza di ossigeno potranno tendere ad assumere un colore più dorato mantenendo pressoché invariata la struttura, mentre a fronte di una macerazione prolungata e di un ambiente che preveda la presenza di ossigeno l’estrazione di sostanze coloranti dalle bucce permetterà al vino di assumere un colore ambrato, più intenso, grande struttura, un profilo tannico e sfumature aromatiche anche molto diverse tra loro.

La crescita dell’interesse per questo segmento caratterizzato da una offerta che si comprende essere molto variegata considerato che sono anche diversi i vitigni che si prestano alla relativa produzione, sarebbe determinata da una serie di fattori, primo fra tutti la crescente tendenza dei consumatori ad esplorare diversi stili e tipologie di vini, forti anche di una maggiore cultura enoica sostenuta da sempre più numerosi programmi ed eventi di formazione che li porta ed essere più propensi nell’aprirsi al nuovo e alle nicchie.

Non trascurabile sarebbe anche la carica simbolica e il fascino delle origini degli orange wine che sono espressione di una antichissima tradizione vinicola alla quale ci si sta progressivamente tornando ad ispirare. I primi esperimenti risalirebbero infatti a ben 6.000 anni fa, in Georgia, con l’impiego delle kvevri, le famose anfore di terracotta interrate per lunghi periodi, mentre più di recente, negli anni ’90, nella zona di confine tra Friuli e Slovenia, Stanko Radikon e Josko Gravner hanno avuto l’intuizione dell’importanza di tornare alle pratiche ancestrali della macerazione, motivo per il quale è proprio in quest’area geografica che oggi si tende a collocare la patria degli orange wine.

Altro motivo considerato alla base della futura crescita del segmento può essere individuato nella continuità rispetto ai produttori di vini naturali sia per la concomitanza del loro successo che per l’affinità nella visione e nell’approccio agronomico ispirato alla sostenibilità, artigiani dai piccoli numeri che favoriscono anche la percezione di un elevato livello qualitativo dei prodotti cui danno vita, condizione che tra l’altro si riflette anche in un posizionamento di prezzo che è spinto prevalentemente sulla fascia premium.  

Non trascurabile è poi la natura gastronomica degli orange wine, che si prestano ad abbinamenti di un’ampia gamma di cucine, da quella mediterranea per arrivare a quella mediorientale ed asiatica rendendoli una scelta sempre più popolare tra gourmand e sommelier.

Sul fronte distributivo il boom dell’e-commerce degli ultimi anni ha aperto nuove strade garantendo accessibilità ai consumatori di tutto il mondo e consentendo di acquistare anche quegli orange wine che potrebbero non essere disponibili nei loro mercati locali, mentre sul quello della comunicazione le piattaforme social hanno avuto un peso sull’accelerazione della diffusione della conoscenza e dell’interesse innescando conversazioni e creando consapevolezza su un categoria unica e affascinante, così come le collaborazioni dei produttori con chef e sommelier per creare esperienze gastronomiche innovative. 

Anche la diffusione dell’enoturismo potrà in un futuro molto prossimo rappresentare un’ulteriore, grande opportunità per attirare visitatori desiderosi di esplorare regioni vinicole uniche e sperimentare in prima persona l’affascinante processo di produzione degli orange wine.

Il potenziale di crescita del segmento è dunque considerevole e dovrebbero essere soprattutto le economie emergenti, dove il consumo di vino è in aumento, a contribuire al consolidamento del trend, paesi in cui tra l’altro sono anche ampi i margini di educazione al consumo.

Horecanews.it informa ogni giorno i propri lettori su notizie, indagini e ricerche legate alla ristorazione, piatti tipici, ingredienti, ricette, consigli e iniziative degli chef e barman, eventi Horeca e Foodservice, con il coinvolgimento e la collaborazione delle aziende e dei protagonisti che fanno parte dei settori pasticceria, gelateria, pizzeria, caffè, ospitalità, food e beverage, mixology e cocktail, food delivery, offerte di lavoro, marketing, premi e riconoscimenti, distribuzione Horeca, Catering, retail e tanto altro!

Compila il mio modulo online.