L’Asprinio di Aversa sperimenta l’affinamento in mare con il progetto ''Più o Meno Dieci''

Con il Progetto Più o Meno Dieci quattro cantine aversane sondano le potenzialità dei fondali marini per l’affinamento dello Spumante Asprinio Metodo Classico

2 Apr 2024 - 12:39
L’Asprinio di Aversa sperimenta l’affinamento in mare con il progetto ''Più o Meno Dieci''

Quando si parla di Asprinio d’Aversa il pensiero corre inevitabilmente all’alberata, da secoli a caratterizzare la viticoltura di quest’angolo di Terra di Lavoro, cuore della Campania Felix, quella tecnica oggi iscritta nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali e in attesa del riconoscimento di Patrimonio Unesco, frutto di legami intensi tra l’uomo il territorio, tra la vite e il pioppo, tra il cielo e le uve, introdotta molto probabilmente dagli Etruschi e ben presto diventata elemento distintivo che ha modificato profondamente il paesaggio trasformandolo in un vero e proprio esemplare di archeologia vegetale.

Da qui a pochi giorni parlare di Asprinio significherà però volgere lo sguardo e l’attenzione non soltanto alle vette di viti e pioppi maritati ma anche alle profondità marine che potrebbero giocare un ruolo altrettanto importante grazie ad un progetto che mira a sperimentarne l’affinamento nelle acque del Parco Sommerso di Baia. 

Promotrici di “Più o Meno Dieci”, è questo il nome dato all’iniziativa, sono quattro aziende: Cantine Bonaparte, Vitematta, Masseria Campito e Asprinio de Angelis, una partnership che resta però aperta a tutte le altre realtà vitivinicole del territorio che vogliano aderirvi.

L’obiettivo dell’esperimento è sondare un’opportunità per accrescere ulteriormente il prestigio delle produzioni di Asprinio d’Aversa dando vita a vini dal “sapore unico e complesso” e verificando in termini scientifici le differenze che possono essere derivanti dalle due tipologie di affinamento, quella storica e quella innovativa. 

A tale scopo saranno 1700 le bottiglie di Asprinio Spumante Metodo Classico che saranno calate in mare nella Baia di Bacoli, mentre altrettante 1700 saranno destinate alle tradizionali grotte di tufo della Doc Aversa in modo da poter anche effettuare una comparazione tempo per tempo tra i risultati ottenuti grazie alle due tecniche.

Cosa lascerebbe presagire che l’affinamento in mare possa funzionare? A contribuire al risultato sarebbero gli abissi con le relative caratteristiche ambientali particolarmente favorevoli in tal senso. 
L’assenza più o meno totale di luce, che metterebbe al riparo dall’esposizione alla stessa e dalle fasi lunari, il microclima con una temperatura costante, fondamentale condizione per la corretta evoluzione e conservazione del vino, la pressione che le acque marine eserciterebbero sulle bottiglie, forte e costante, dall’esterno verso l’interno, condizione che ridurrebbe al minimo la quantità di aria e ossigeno che interagisce con il vino, facendo in modo che la Co2 risulti maggiormente integrata, con il risultato che la bolla rimarrebbe più fine. Insomma tutti elementi che preserverebbero il nettare di Bacco favorendo l’espressione delle sue caratteristiche organolettiche una volta riportato in superficie.

Inoltre, soprattutto per i vini spumanti metodo classico, il flusso delle correnti marine cullerebbe il vino in profondità, svolgendo una funzione assimilabile al remuage, l’operazione svolta per la raccolta dei sedimenti, tenendoli in sospensione ed evitando che si disperdano. 

Il progetto “Più o Meno Dieci” vuole rappresentare un’opportunità di valorizzazione del territorio aversano e della sua tradizione vitivinicola mettendo insieme l’esperienza con la ricerca, le certezze di un percorso secolare con le opportunità offerte aprendosi all’innovazione, un ingegno che si rinnova individuando nuove possibili strade e soluzioni e che si mette al servizio di una comunità produttiva per la sua crescita. 

L’appuntamento per la sua presentazione è per il 5 aprile prossimo a Villa Ferretti a Bacoli alle ore 10.00 con l’enologo Gianluca Tommaselli, esperto di Asprinio, che ne svelerà la genesi insieme ad Helmuth Koecher, patron del Merano Wine Festival. 

Subito dopo la cerimonia di immersione alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni che hanno dato supporto all’iniziativa, con l’inabissamento delle bottiglie di Asprinio nella baia appena sotto il Castello, un momento suggestivo che apre a questo esperimento di cui solo il tempo potrà restituire i risultati. 

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