I consumatori preferiscono la carne italiana e sostenibile. Lo dice Nomisma
In una indagine di Nomisma per Fileni, realizzata dall'Osservatorio "The world after lockdown" emergono i nuovi trend di consumo di carne degli italiani.
Il lockdown non ha cambiato solo le nostre abitudini nel rapportarci con le persone, frequentare uffici, locali e viaggiare. Ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e di confrontarci con tutto ciò che prima davamo per scontato. Questo ha significato, in molti casi, una maggiore consapevolezza e attenzione ai temi della salute, sicurezza, dell'origine dei prodotti che acquistiamo e della sostenibilità dei prodotti alimentari.
L'Osservatorio "The World After Lockdown" di Nomisma indaga con continuità le abitudini, gli stati d'animo e i consumi relativi al post lockdown, analizzando come sono cambiati i trend di acquisto rispetto a un cambiamento tanto radicale nella vita di ognuno di noi.
L'Osservatorio ha realizzato per Fileni un'indagine focalizzata sull'acquisto di carni, scoprendo che i nuovi temi alla ribalta come sicurezza e attenzione all'ambiente hanno coinvolto anche questo comparto.
Made in Italy, sostenibilità e bio nel carrello dal lockdown
Durante queste settimane, il carrello si è popolato di scelte nuove, accelerando trend che erano già in crescita da qualche tempo. Fra questi: made in Italy, prodotti locali, alimenti sostenibili e biologici. Il made in Italy e km 0 sono diventati centrali nella scelta degli alimenti il 22% degli intervistati ha incrementato gli acquisti in queste due categorie e il 28% ha iniziato ad acquistare prodotti provenienti da filiere corte proprio durante la quarantena. La produzione biologica e sostenibile conquistano un numero sempre maggiore di consumatori. Durante il lockdown il 20% degli italiani ha acquistato cibi prodotti con un basso impatto ambietnale, il 12% ha fatto attenzione a un pack sostenibile e il 30% si è avvicinato al bio per la prima volta. Il bio è un settore in forte crescita. +76% la superficie agricola coltivata secondo il metodo bio negli ultimi 10 anni e +66% il numero di operatori impegnati nella filiera dal 2008 a oggi e un valore dell’export pari a circa 2,3 milioni di euro (+2,6%). Sul mercato interno i dati Nielsen sugli Iper e Super evidenziano una crescita del +3,6% rispetto al 2018 e del +83% rispetto al 2014, facendo aumentare il peso del bio sul totale della spesa alimentare a valore che passa dal 2% al 4% in cinque anni. Il lockdown ha accelerato la spinta verso l’alto del settore bio: dal 17 febbraio al 22 marzo 2020 le vendite di prodotti alimentari e bevande bio in GDO (perimetro: Iper+Super+Discount+Lsp) hanno segnato un +20,1% rispetto allo stesso periodo del 2019.Il focus Fileni. "100% italiano", "sostenibilità" e "biologico" indispensabili per il consumatore italiano
Il focus realizzato dall'Osservatorio Nomisma per Fileni ha rivelato che gli italiani 18-65 anni che nell’ultimo anno hanno consumato carne in almeno un’occasione sono il 92% della popolazione. Di questi il 52% ha scelto carne biologica per: salute/benessere (16%), assenza di antibiotici (15%), prima di additivi conservanti e ogm (12%), garanzia di sicurezza (12%). Dai dati raccolti, sempre più consumatori ritengono indispensabili nell'acquisto di prodotti alimentari attributi come "100% di origine italiana", "sostenibilità" e "biologico". Per i prodotti alimentari freschi e in particolare per la carne, gli italiani sono alla ricerca di prodotti italiani, attenti all'ambiente e realizzati con metodi biologici. L'origine 100% italiana è fondamentale per il 78% dei consumatori, mentre la metà cerca il marchio bio sugli scaffali, salendo al 54% quando si tratta di carne. Per il 75% dei consumatori è essenziale nell'acquisto della carne l'assenza di antibiotici, e il 66% cerca animali cresciuti all'aperto, poco meno vuole assenza di OGM nei mangimi (65%) o un'alimentazione degli animali a base di soli mangimi vegetali (56%). 9 consumatori su 10 cercano carne biologica con un packaging sostenibile, il 36% la vorrebbe riciclabile al 100% e il 17% compostabile; per il 16% basta che ci sia meno plastica possibile e l'11% vorrebbe leggere sull'etichetta informazioni sull'impatto ambientale del pack. Dall'indagine emerge inoltre un'insoddisfazione da parte di chi acquista carne bio al supermercato, che per il 49% non è soddisfatto dell'assortimento. Inoltre, i valori del biologico non vengono adeguatamente veicolati, giacché fra chi non consuma abitualmente biologico, il 19% lo fa perché non ne comprende i benefici e il 6% non la trova nei punti vendita che frequenta. [contact-form-7 id="1103" title="Form Articoli"]
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