G7 Istruzione: il ruolo della formazione nel settore del caffè apre il vertice di Trieste
Cambiamento climatico e povertà al centro del side event promosso da illycaffè e dalla Fondazione Ernesto Illy alla riunione ministeriale Istruzione del G7
Con l’evento collaterale "Il ruolo dell'istruzione e della formazione professionale: il caso di studio della filiera del caffè per favorire lo sviluppo sostenibile" organizzato da illycaffè e Fondazione Ernesto Illy si è aperta a Trieste la riunione ministeriale Istruzione del G7, presieduta dal Ministro Giuseppe Valditara.
Il valore della formazione come strumento per contrastare il cambiamento climatico e la povertà è stato il tema dell’incontro al quale hanno preso parte lo stesso Giuseppe Valditara (Ministro dell’Istruzione e del Merito), Gerardo Patacconi (Head of Operations dell’International Coffee Organization), Tidiane Ouattara (Rappresentante dell’Unione Africana), Andrea Illy (Presidente di illycaffè), Andrea De Marco (Industrial Development Expert & Project Manager dell’UNIDO), Stefania Giannini (Vice Direttrice Generale dell’UNESCO per l’educazione) e Laura Frigenti (AD del Global Partnership for Education), Fernanda Maria Roche Soares dos Santos (Consigliere dell’Ambasciata del Brasile).
Un mercato già altamente volatile come quello del caffè, con un inadeguato accesso al credito e quindi con una bassa propensione agli investimenti, che fronteggia gli effetti del cambiamento climatico e subisce la scarsità di manodopera giovanile, rende le comunità del caffè estremamente vulnerabili. L’istruzione e la formazione sono il fattore che assicura la sostenibilità economica, sociale e ambientale dei produttori.
“L’istruzione è un fattore chiave per raggiungere gli obiettivi di resilienza, sostenibilità ambientale, valore aggiunto, circolarità della catena del valore e supporto alle famiglie dei produttori di caffè indicati nella dichiarazione del vertice G7 in Puglia”, ha detto nel corso del talk Andrea Illy. “Il cambiamento climatico, che mette al rischio più del 50 per cento delle terre coltivabili richiede, infatti, un miglioramento significativo delle pratiche agronomiche e dunque delle competenze e capacità degli agricoltori. Inoltre come è noto l'istruzione rappresenta la prima e più efficace azione per contrastare la povertà che è uno dei problemi che affligge la caffeicoltura. A Trieste viene prodotta molta della conoscenza sulle filiere del caffè e da oltre 25 anni illy con l’Università del Caffè è impegnata nel trasferimento tecnologico in 23 paesi tra produttori consumatori. Siamo particolarmente onorati di potere rappresentare alle massime istituzioni mondiali un caso di studio”.
L’Università del Caffè, il centro di formazione di illy, di cui proprio quest’anno si celebrano i 25 anni, crea valore attraverso attività di formazione e azioni di sensibilizzazione che hanno per obiettivo una filiera del caffè sostenibile, che rispetti l'ambiente e la biodiversità, favorisca l’occupabilità e imprenditorialità dei giovani, rafforzi il dialogo e la cooperazione tra i diversi attori del settore del caffè.
Se la formazione è il filo conduttore di ogni attività e costituisce la base per sviluppo delle comunità del caffè, la Fondazione Ernesto Illy interviene a fronte di determinate esigenze locali, con progetti specifici volti a mitigare e prevenire problemi sociali e promuovere il benessere delle comunità locali. Molti paesi, ad esempio, sono carenti di infrastrutture sociali efficaci e, a volte, i minori non sono sufficientemente tutelati. La Fondazione Ernesto Illy sostiene la costruzione di scuole, di servizi educativi e assistenza sanitaria per i figli degli operatori del caffè.
“Circa un terzo degli oltre 4,9 miliardi di persone che vivono nei paesi produttori di caffè - ha osservato Gerardo Patacconi - hanno un'età compresa tra 15 e 34 anni. Solo colmando le lacune nell’istruzione e nella formazione tecnica e professionale (TVET) in questi paesi, investendo sui giovani e riducendo i gap di genere e di accesso a conoscenza e tecnologie, si potranno affrontare efficacemente le minacce che caratterizzano la filiera del caffè a livello globale: cambiamento climatico e scarso reddito dei coltivatori. Come ICO, l’Organizzazione mondiale del caffè, con 75 membri, i governi dei paesi che producono e consumano caffe, e che integra attraverso una task force anche l’industria, siamo convinti che solo promuovendo buone pratiche attraverso la formazione ed investimenti nell’istruzione e nella formazione attraverso modelli Pubblico-privati si possa vincere la sfida della sostenibilità del settore ed assicurare il benessere dei produttori, di tutti gli operatori nella filiera e rispondere alle richieste in tal senso da parte di tutti noi che consumiamo circa 3 miliardi di tazze di caffe ogni giorno”.
Il riconoscimento nella Dichiarazione finale del G7 in Puglia del sostegno a un’iniziativa pubblico-privata per promuovere politiche e destinare risorse volte a incrementare il valore dell’economia circolare del caffè e a supportare i piccoli produttori incoraggia l’industria del settore a proseguire il proprio impegno al fianco delle istituzioni, proponendosi come attore nel trasferimento ai paesi produttori di know-how e assistenza tecnica, intesi come pilastri per la creazione di un’economia sostenibile.
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