Global mixology: dai cocktail del 2010 al cane robot che 'fiuta' l'alcol
Dal mondo: The Alchemist rilancia i cocktail del 2010, crisi del whiskey con produzione ferma, Bacardi testa un cane robot anti-sprechi nelle distillerie.
BAR&WINE - La catena di bar britannica The Alchemist festeggia 16 anni con un menù revival che ripropone i cocktail del 2010, agli stessi prezzi di allora: servirà per risollevare l’ospitalità dalla crisi? Intanto i produttori di whiskey negli Usa (ma non solo) fermano gli stabilimenti: hanno i magazzini pieni di distillato invenduto a causa del calo dell’export (aggravato da Trump). E per ridurre gli sprechi, Bacardi ha realizzato un cane robot che “fiuta” le perdite di etanolo nelle cantine di maturazione. L’ultimo appuntamento del 2025 con le notizie della settimana sul mondo di drink e spirit dai media internazionali.
Uk, la catena di bar rilancia i cocktail (e i prezzi) del lontano 2010.
Mentre nubi sempre più nere si addensano sul settore dell’ospitalità nel Regno Unito (l’associazione di categoria UKHospitality ha calcolato che la pressione fiscale sulle imprese è destinata quasi a raddoppiare entro il 2029, come riferisce The Spirits Business), non tutti gli operatori si abbandonano alla disperazione. Anzi, c’è chi rilancia con una mossa di sicuro effetto mediatico: la catena di bar The Alchemist lancerà a gennaio un menù “revival” in edizione limitata, riportando alcuni dei suoi cocktail più iconici ai prezzi del 2010.
Una scelta non casuale: il 2010 è infatti l’anno di nascita di The Alchemist. Così, si legge sempre su The Spirits Business, per festeggiare i suoi 16 anni la catena riproporrà nel suo menù revival alcuni cocktail molto amati dalla clientela negli anni passati, come il White Chocolate Lampberry Martini (vodka Absolut Lampberry, liquore di bacche scure Mouse Kingdom, Aperol, lampone, mirtillo rosso e schiuma di cioccolato bianco) o il sorprendente Colour Changing One, che cambia tonalità di colore con il passare dei minuti (Ketel One Vodka, mela croccante e “alchimia di agrumi”), entrambi a 6 sterline (poco meno di 7 euro), stesso prezzo del 2010, appunto. Oppure lo Smokey Old Fashioned (Buffalo Trace Bourbon, sciroppo d'acero, bitter Jerry Thomas) o il Dead Red Zombie (rum Bacardi Carta Blanca, Wray & Nephew, Grand Marnier, agrumi, ananas, mirtilli e Zombie mix), a 8 euro.
Troppo whiskey invenduto, in America si ferma la produzione.
Nel 2026 alle porte, peraltro, il cielo si farà sempre più cupo in diversi settori in tutto il mondo. Tutt’altro che sereno è il panorama che appare ad esempio ai produttori di whisky: l’ultima notizia, riportata fra gli altri da Global Drinks Intel, è che il gruppo Suntory Global Spirits sospenderà per tutto il 2026 la produzione a Clermont (Kentucky) del suo notissimo bourbon Jim Beam, a causa del forte calo (-9%) delle esportazioni, aggravato dalle maldestre politiche della Casa Bianca.
L’azienda ha comunicato che approfitterà della pausa per apportare migliorie allo stabilimento, mentre è ancora in corso il confronto con i sindacati su come ricollocare i lavoratori durante lo stop. L’associazione dei distillatori del Kentucky stima che i produttori di whiskey dello Stato Usa si trovino alle prese con quantità record di distillato invecchiato nei propri magazzini (per un totale di 16,1 milioni di barili), la maggior parte delle quali sarà pronta per essere imbottigliata solo attorno al 2030. All’inizio di quest’anno Brown-Forman, proprietaria del bourbon Jack Daniel’s, ha chiuso un impianto di produzione di botti in Kentucky tagliando 640 lavoratori, mentre Diageo ha anch’essa fermato temporaneamente la produzione nelle distillerie Balcones in Texas e George Dickel in Tennessee.
Ma le tensioni commerciali si sono fatte sentire anche al di qua dell’Oceano, con la stessa Brown Foreman e Pernod Ricard che hanno limitato quest’anno i volumi produttivi di whisky rispettivamente in Scozia e Irlanda.
Il cane robot che fiuta le perdite di alcol in cantina.
Bacardi sta testando un robot simile a un cane per individuare piccole ma costose perdite di etanolo nei suoi magazzini di maturazione nei pressi di Glasgow. Il dispositivo, sviluppato dal National Manufacturing Institute Scotland con il supporto dello Scotch Whisky Research Institute, utilizza un sensore montato su un braccio stampato in 3D per rilevare i vapori mentre percorre autonomamente il magazzino.
L’obiettivo è valutare se la robotica possa offrire un’alternativa più efficiente e basata sui dati rispetto alle tradizionali ispezioni “umane”. Stando a quanto riporta Drinks International, i primi risultati sono promettenti, sebbene la tecnologia sia ancora in fase sperimentale. Il prossimo passo potrebbe essere integrare il sensore direttamente nel robot per migliorarne affidabilità e funzionalità. Bacardi, che ha recentemente ampliato i propri magazzini a Poniel, in Scozia, vede nel progetto un’opportunità per innovare i processi di controllo e ispezione nella produzione di whisky.
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