Fedagripesca: dalla nuova direttrice all'opposizione per la proposta Ue sulla Pac
Fedagripesca: Barbara Minisci nuova direttrice dal 2026. La federazione protesta a Bruxelles contro i tagli alla Pac e l'assenza di visione dell'Unione Europea.
ENTI E CONSORZI - Confcooperative Fedagripesca vive una fase di transizione e mobilitazione. Da un lato la federazione, che rappresenta 3.000 cooperative agroalimentari e della pesca con un fatturato di 35 miliardi di euro, si prepara ad accogliere dal 1° gennaio 2026 la nuova direttrice Barbara Minisci, esperta di politica agricola comunitaria. Dall'altro si è schierata in prima linea nella protesta contro la proposta di riforma della Pac avanzata dalla Commissione europea, manifestando a Bruxelles durante la riunione del Consiglio Agricolo. Al centro delle contestazioni i tagli superiori al 20% delle risorse destinate al comparto e la mancanza di una strategia chiara per sostenere competitività e innovazione delle filiere. Per il settore della pesca e acquacoltura la situazione appare ancora più critica, con una riduzione dei fondi del 67% per il periodo 2028-2034.
Barbara Minisci alla guida di Fedagripesca

Gli organi della federazione e della confederazione hanno deliberato la nomina di Barbara Minisci come direttrice di Confcooperative Fedagripesca, con decorrenza dal 1° gennaio 2026. Minisci, 49 anni, laureata in Scienze politiche con indirizzo internazionale e in Confcooperative dal 2020, è specializzata in politica agricola comunitaria e gestione del rischio. Il suo curriculum include una consolidata esperienza istituzionale nella gestione dei fondi agricoli dell'UE e nell'analisi delle normative europee e nazionali relative alla Pac e allo Sviluppo Rurale. Subentra a Vito Domenico Sciancalepore, chiamato a ricoprire il ruolo di Capo del Dipartimento Legislativo, Giuridico e Sindacale di Confcooperative. Fedagripesca associa 3.000 imprese cooperative agroalimentari e della pesca, con oltre 410.000 soci e 76.000 addetti, per un fatturato di 35 miliardi di euro, pari oltre il 20% del Made in Italy agroalimentare. «Parliamo di realtà – evidenzia la neo-direttrice in riferimento alle cooperative associate – dalle quali arriva 1 prodotto agroalimentare su 5 di quelli presenti sulle nostre tavole. I nostri associati preservano tradizioni produttive e qualità uniche. Il nostro impegno si concentra nel creare sinergie tra cooperative e soci per rafforzare le catene di valore e costruire strategie di crescita che salvaguardino reddito, occupazione, oltre a valorizzare il patrimonio dell'agroalimentare e della pesca».
Protesta a Bruxelles contro la riforma della Pac

Fedagripesca Confcooperative ha partecipato alla manifestazione di protesta organizzata a Bruxelles in concomitanza con la riunione del Consiglio Agricolo, per contestare la proposta di riforma della Pac presentata dalla Commissione europea. Il presidente Raffaele Drei denuncia una riduzione superiore al 20% delle risorse destinate al comparto e soprattutto l'assenza di una visione strategica da parte delle istituzioni comunitarie. «Non c'è solo il grave problema del taglio di oltre il 20% di risorse al comparto, che resta inaccettabile. Ci preoccupa allo stesso modo la totale assenza di una visione strategica da parte della Commissione che di fatto sceglie di delegare a 27 singoli Stati la politica agricola, l'unica vera politica comune che è stata realizzata da quando esiste l'Europa unita. Una totale assenza di visione, che si riflette anche nella scelta di non prevedere più un sostegno specifico agli investimenti in innovazione, vera leva della competitività e del futuro del comparto». Drei sottolinea come la proposta mantenga, seppur ridimensionate, le misure di sostegno al reddito, ma non dimostri alcuna reale volontà di continuare a sostenere strutturalmente la competitività delle filiere produttive. «Se da un lato restano, seppur ridimensionate, le misure di sostegno al reddito, dall'altro non emerge alcuna reale volontà della Commissione di continuare a sostenere in modo strutturato la competitività delle filiere produttive. Una criticità che colpisce in modo particolare i comparti a forte vocazione organizzata e di mercato, come ortofrutta, vino e olio, oggi messi seriamente a rischio. Non vi è alcuna garanzia di budget né un quadro regolatorio chiaro per gli interventi settoriali, strumenti che hanno dimostrato negli anni di essere essenziali per rafforzare l'organizzazione dell'offerta, sostenere gli investimenti e affrontare le crisi di mercato». Il presidente evidenzia inoltre come il secondo pilastro dell'attuale Pac, dedicato al sostegno agli investimenti, innovazione e competitività, con risorse superiori a 9 miliardi, non trovi corrispondenza nella nuova proposta. «In una fase di forte turbativa dei mercati internazionali, di crescente instabilità geopolitica e di pressione competitiva, le imprese agricole e le filiere cooperative hanno bisogno di certezze, non di incertezze. Senza regole chiare e risorse garantite, diventa impossibile programmare investimenti, innovare e competere efficacemente sia sui mercati nazionali che su quelli esteri».
Particolarmente critica la situazione del settore ittico. Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca, denuncia una riduzione drastica delle risorse nel nuovo bilancio UE. «La drastica riduzione delle risorse nel nuovo bilancio UE conferma l'assenza di una strategia per le filiere agroalimentari. Per il periodo 2028-2034 i fondi per la pesca professionale scendono da circa 6,1 miliardi a poco più di 2 miliardi, con un taglio del 67%. Una scelta incomprensibile – prosegue Tiozzo – per un comparto che garantisce circa 350.000 occupati diretti e 37 miliardi di euro di fatturato annuo, già colpito negli ultimi anni da calo produttivo, aumento dei costi e impatti climatici. Senza risorse dedicate a investimenti e innovazione, cresce il rischio di perdere competitività e di aumentare ulteriormente la dipendenza dalle importazioni, che in Italia coprono già circa tre quarti dei consumi». Tiozzo conclude evidenziando il rischio rappresentato dalla confluenza delle misure in un fondo unico. «La confluenza delle misure in un fondo unico rischia infine di diluire gli strumenti specifici per pesca e acquacoltura, compromettendo competitività, innovazione e resilienza delle imprese. Chiediamo con urgenza alle istituzioni comunitarie di rivedere questa proposta, ripristinando risorse dedicate e adeguate, per garantire un futuro sostenibile e competitivo al settore».






