Il cocktail pairing di Gin Engine presentato al Tannico Wine Bar
Gin Engine ha presentato al Tannico Wine Bar di Milano uno speciale menu di cocktail pairing, confermando il suo stretto legame non solo con i bartender, ma anche con il mondo della ristorazione di qualità
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Si chiama cocktail pairing e non è un semplice esercizio di stile o un tentativo di abbinamento come un altro, ma una vera operazione di ricerca. La riprova l’abbiamo avuta al Tannico Wine Bar di Milano dove, in occasione della serata Fuel the Tannico, è stato presentato un percorso inedito di abbinamenti, dall’antipasto al dolce, tra piatti e cocktail a base di Gin Engine.
Drink di benvenuto il GT, Gin and Tonic preparato con Gin Engine, Indian Tonic Water e una foglia di salvia come guarnizione a richiamare uno dei botanical più distintivi del distilled gin. A Tutta Birra, una rivisitazione del French 75 a base di Engine e birra weiss, è andato a nozze con le acciughe di Cetara. Nitroni Tannico, il Negroni di Gin Engine affinato in botte di rovere, è stato abbinato al Grilled Cheese Sandwich e alle Frittelle di Gamberi e Carciofi; Motore Bee Turbo, variante dell’Engine Sour con miele di zafferano, servito in coppa dal bordo vulcanico di liquirizia ha accompagnato la Terrina di Pollo e lo Spada Tenero.
Gin Engine, ancora una volta, conferma il suo stretto legame non solo con i bartender, ma anche con il mondo della ristorazione di qualità. Un intreccio intessuto fin dagli esordi del brand quando lo chef pluristellato Carlo Cracco, ospite d’onore al debutto di Gin Engine propose un percorso di abbinamenti tra classici long drink, come Gin Tonic e Gin Fizz, e piatti gourmet. Fu sempre nella stessa occasione, era l’8 settembre 2019, che per la prima volta Gin Engine propose il suo studio sui “motor drinks”, ovvero un viaggio di esplorazione tra il mondo dei cocktail e dei motori che tuttora guida la sua drink strategy.
Il sodalizio con le menti più brillanti della ristorazione è proseguito più di recente con “Fuel for your Soul”, un progetto con al centro la sostenibilità, ambientale e umana, liberamente ispirato dalla filosofia di Food for Soul, l’organizzazione no-profit fondata dallo chef Massimo Bottura e da sua moglie Lara Gilmore. Nel corso di una diretta, trasmessa lo scorso novembre sulla pagina Instragram Gin Engine, l’imprenditore Paolo Dalla Mora, Founder e Ceo di Engine, e Massimo Bottura hanno messo al centro del loro dialogo la loro visione comune in fatto di sprechi alimentari, scrupolosa attenzione alla qualità delle materie prime, valorizzazione del territorio, utilizzo della tradizione come ispirazione per guadare al futuro e, non da ultimo, la centralità del fattore umano. Gin Engine ha infatti avviato un processo per diventare la prima B Corp italiana certificata del mondo spirits: “Perché - sottolinea Dalla Mora - oltre a perseguire il profitto, puntiamo a innovare continuamente per massimizzare l’impatto positivo verso i dipendenti, le comunità in cui operiamo e, non da ultimo, l’ambiente".
L’ispirazione
“L’idea di creare Engine nasce dall’unione di due mie grandi passioni, il mondo dei motori e quello degli alcolici, un settore in cui ho lavorato per più di dieci anni. Da tempo avevo in mente un progetto e un bel giorno, mentre stavo lavoravo nel mio garage a Barbaresco, bevendo una tazza di acqua calda, con scorze di limone e foglie di salvia, il tradizionale digestivo della Langa, ho pensato sarebbe stato estremamente interessante riprodurre quegli stessi sapori in una versione alcolica e gustarli in un long drink”, racconta Paolo Dalla Mora: “Una volta definita la formula con l’aiuto di mani esperte e disponendo di una ricca tavolozza di colori, ho iniziato a immaginare quale sarebbe stata la parte estetica del mio progetto, considerando che il tutto è stato creato nel mio garage, ho pensato a un’identità per Engine che andava in un’altra direzione rispetto a quel concetto di trasparenza che viene ricercato oggigiorno nel mondo degli alcolici, qualcosa di sporco, ruvido, inaspettato, capace di distorcere completamente il concetto di bottiglia”. Engine , infatti, è il primo gin a indossare un contenitore di latta. Un aspetto estetico da duro a cui fa da contraltare il suo spirito puro, limpido e cristallino.Gin Engine
Engine è un distilled gin (42% vol.) creato in modo artigianale dai maestri distillatori in piccoli lotti e imbottigliato a mano in un piccolo laboratorio dell’Alta Langa. La sua formula, legata alla cultura italiana e piemontese, rende omaggio alla tradizione dei rosoli e dei cordiali a base di salvia e limone famosi da sempre sia come rimedi digestivi sia come pozioni per il buon umore. ENGINE è prodotto con ingredienti 100% biologici, da filiera controllata e certificata: alcol di frumento, ginepro della Toscana, salvia del Piemonte, limoni di Sicilia, radici di liquirizia calabrese, rosa damascena fiorita in Piemonte e acqua dalle Alpi. Engine si contraddistingue per un carattere deciso in cui i profumi balsamici del ginepro vengono completati dalle fresche note delle scorze di limone e dall’intenso profumo di salvia, su elegante sottofondo floreale. All’assaggio mantiene un’ottima corrispondenza gusto olfattiva con finale leggermente amaricante delle foglie di salvia, mentre le note dolci della radice di liquirizia danno al prodotto un bilanciamento ideale.La Mixology
Gin Engine è il compagno ideale di long drink, classici e modern classics, come GT Gin and Tonic (da guarnire con foglia di salvia), Gin Fizz o il mule Ginger Engine. Mix nei quali viene esaltato il suo carattere mediterraneo, agrumato e il suo “finale” distintivo in cui spicca il retrogusto spicy della salvia. Gin Engine è perfetto anche nei martinis grazie alla presenza degli olii essenziali naturali del limone. Da provare anche con ghiaccio, come un insolito digestivo. Come dice il suo motto “Engine: sul ghiaccio fa faville, con la tonica fa scintille”.Engine, classic cocktail e motori
La scelta di una latta, presa in prestito dal mondo dei motori, richiama anche la connessione a filo doppio tra Engine, il mondo dei cocktail e del bartending. Da sempre, infatti, il cosiddetto mondo del bere miscelato è ricco di storie ispirate al mondo dei motori. Nel testo sacro dei barman “Mille Misture”, scritto da Elvezio Grassi nel 1936, si rende onore alla fiorente industria automobilistica dell’epoca scrivendo le ricette di misture (cocktail) come Alfa-Romeo Cocktail, Bugatti Cocktail, Fiat Cocktail, Ford Cocktail, Lancia Cocktail, Mercedes Cocktail, Rolls-Royce Cocktail. Lo stesso super classico italiano Mi-To, altro non è che un aperitivo creato in onore del tratto di autostrada A2 inaugurato nel 1932 che collegava, con una sola corsia per senso di marcia, Torino con Milano, il vermouth e il bitter. Ancora prima, il “Bartenders’ Manual” pubblicato dall’American Bartenders’ Association nel 1913 parla dell’Automobile Cocktail. La formula? Gin, vermouth italiano, whisky scozzese, gocce di orange bitters e di gum syrup. Un drink parente stretto del più famoso cocktail Rob Roy e dalle tipiche caratteristiche dei miscelati dell’era classica. “An Automobile Cocktail, a glass of gasoline with a nut in it”, ossia un bicchiere di benzina con un dado dentro: così recitava lo slogan dell’epoca.
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