Olio di palma. Nessun rischio per la salute ma molti per l'ambiente
Circolano in questi giorni due notizie che riguardano il tanto contestato olio di palma; messo sul banco degli imputati da molti e difeso da pochi, è stato nel nostro Paese al centro di tante polemiche (qualcuna finita perfino in Parlamento). Quanto accaduto in questi giorni, però, potrebbe cambiare nettamente il punto di vista sul problema della sua nocività.
La grande lotta all’olio di palma – e la corsa all’eliminazione dai prodotti – dell’industria alimentare si è basata, in parte, su un rapporto dell’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare (EFSA) del 2016 nel quale si sosteneva che questo grasso vegetale, se consumato abitualmente, avrebbe potuto rappresentare un rischio per la salute a causa di alcuni residui pericolosi frutto dei processi di lavorazione del frutto della pianta.
Il rapporto stabiliva anche una quantità massima giornaliera tollerabile per l’organismo (0.8 micro grammi) superata la quale sarebbero potuti iniziare i problemi. Questo studio è stato da più parti criticato e, nei scorsi giorni, rivisto anche dalla stessa EFSA che ha indicato una nuova dose giornaliera massima, aumentandola a 2 microgrammi; una quantità quasi impossibile da superare nell’alimentazione standard.
Non sono stati prodotti nuovi studi ma è stato aggiornato l’approccio scientifico al problema, basato anche su nuovi dati forniti dalla FAO.
Ma non è finita qui. Molti sanno (e anche noi vi raccontammo in modo approfondito di questa questione nel numero 29 della rivista Vending News) che il problema dell’olio di palma è anche ambientale.
La massiccia richiesta di questo grasso dall’industria alimentare ma anche da quella dei biocarburanti starebbe portando alla deforestazione di ampie zone soprattutto nel Sud Est Asiatico.
Per arginare questo fenomeno mercoledì 17 gennaio l’Unione Europea ha approvato all’interno della direttiva RED II sulle energie rinnovabili il divieto di utilizzo dell’olio di palma nella produzione di biocarburante in quanto poco sostenibile.
Sebbene il testo debba ancora passare uno step prima delle definitiva approvazione, in Malaysia (tra i maggiori produttori di olio di palma) sono scoppiate forte proteste tra i produttori che sono scesi in piazza per protestare contro questa decisione.
Anche a livello governativo la decisione non è stata presa bene; il Ministro delle piantagioni del Paese sembra abbia minacciato di attivare contro misure sui prodotti provenienti dall’Europa.
Ad oggi, quindi, si può confermare che l’olio di palma non è più nocivo di altri grassi saturi normalmente usati nell’industria alimentare (e quindi questo implica che le dosi da assumere devono essere moderate) ma per quanto riguarda il problema ambientale, probabilmente, l’olio di palma non troverà nessun riscatto.
Compila il mio modulo online.