L'Amatriciana celebrata in Giappone: il ricavato ad Amatrice

27 Nov 2018 - 03:30
L'Amatriciana celebrata in Giappone: il ricavato ad Amatrice
L'Amatriciana sbarca in Giappone con oltre 50 chef giapponesi esperti di cucina italiana che hanno preso parte alla terza edizione dell'Amatriciana Day, una manifestazione che ha introdotto la Settimana della cucina italiana organizzata a Setagaya, un distretto a nord di Tokyo. Un evento che ha avuto il sapore anche della beneficenza, con una raccolta fondi organizzata in favore delle popolazioni di Amatrice e dell'Hokkaido, due località che in periodi diversi sono state colpite dai disastri naturali. Masakazu Ikeda, organizzatore dell'evento e scrittore di Lifestyle, da diversi anni residente in Italia, ha spiegato l'iniziativa: "Tutti i proventi saranno devoluti all'Ambasciata d'Italia in Giappone che, a sua volta li farà pervenire alle popolazioni terremotate di Amatrice. Ogni chef ha presentato la propria specialità per un totale di 40-50 piatti con l'Amatriciana a farla da regina, ma non solo". Un migliaio le persone che hanno partecipato all'evento con un successo che è andato oltre le aspettative. "Noi crediamo molto in questa iniziativa perché abbiamo l'obiettivo di diffondere sempre di più la conoscenza della nostra cucina e cerchiamo di avvicinare ancora più giapponesi alle nostre tradizioni culinarie", ha spiegato Tommaso D'Ercole, dell'Ufficio degli Affari Economici dell'Ambasciata d'Italia. Il progetto alla base parla di cooperazione, voglia di conoscenza ed integrazione di due popoli che va al di là della raccolta fondi per Amatrice. Un simbolo di vicinanza, un legame attraverso la cucina che è sempre uno dei principali modi di fare comunità tra due realtà tanto differenti quali possono essere quelle di Italia e Giappone. "Non sapevo cosa aspettarmi, pensavo giusto una padella e due spaghetti", racconta Clorinda Paolucci, una giovane cittadina di Amatrice, invitata appositamente per l'evento. E così, accanto allo spadellamento di spaghetti, sughi e quanto occorre per produrre una buona amatriciana, gricia in testa, i cuochi si sono dati il cambio nel proporre specialità acquisite con i loro viaggi di aggiornamento in Italia e poi servite sulle tavole giapponesi con grande favore di pubblico.
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