Lo chef Davide Nanni rivela i segreti della sua cucina wild
Durante l'evento "SpeakEasy" di Chef in Camicia, Davide Nanni ha raccontato alcuni aneddoti della sua vita
“La cosa che mi ha fatto continuare sono stati i commenti delle persone”. Comincia così l’intervista allo chef “wild” Davide Nanni che, durante l'ultimo appuntamento "SpeakEasy" organizzato da Chef in Camicia, ha raccontato il percorso che lo ha portato al successo. Diventato un vero e proprio punto di riferimento nel mondo della cucina all'aperto, il giovane chef abruzzese ha parlato della sua visione della felicità e del rapporto con la sua famiglia, aprendosi al pubblico presente. L'evento, presentato da Chef Lello - co-founder e volto di Chef in Camicia, e Mattia Perrotta - Executive Creative Director di Chef in Camicia, si inserisce nel mese dedicato all'Outdoor estivo, durante il quale il celebre Food Experience Media ha prodotto oltre 30 contenuti fuori dagli studios, raggiungendo 37 milioni di views e allargando la propria fanbase con un incremento del 50% di share rispetto all'anno precedente. Una crescita significativa per Chef in Camicia, che ha consolidato la sua posizione come leader nel settore del food & social.
Il racconto di Davide Nanni è partito dalle radici, nel paese di Castrovalva, abitato da soli 15 abitanti e in cui lui era l’unico bambino. "Quando ero piccolo, seguivo mio nonno che andava in campagna con le pecore. Mangiavamo pane, agnello e salsiccia, a volte la pasta. Quindi non mi sono inventato niente, il format di cucinare in mezzo alla natura c'è sempre stato nella mia vita. A dieci anni il mio passatempo preferito era andare in montagna con mio nonno o fare scampagnate".
Dopo gli studi ed un periodo trascorso in America, Nanni torna in Italia affinando la sua esperienza di chef a Roma. Un giorno decide di girare un video con suo padre e di pubblicarlo su Facebook, e da quel momento la sua vita cambia. "Quel video ha fatto più di un milione e 600mila visualizzazioni in due settimane, ma la cosa più bella sono stati i commenti delle persone. Ho percepito un forte bisogno di cose semplici, di quelle cose andate un po' perse: il senso di libertà, la voglia di tornare alle origini, di stare in famiglia. Questo mi ha motivato a continuare: vedo ogni giorno quanto le persone apprezzino la genuinità di quello che faccio e di quella che è la mia vita”. Il rapporto con i genitori è stato un elemento centrale dell’intervista: "Quando si parla di mio padre mi emoziono sempre. Lui è il mio giudice più severo ma anche il mio primo fan. Se mai diventerò un genitore, vorrei essere bravo almeno un'unghia di quanto mio padre lo è con me”.
Lo chef Nanni ha parlato anche dell'importanza di scegliere collaborazioni in linea con la sua filosofia di vita: "Arrivano delle proposte, a volte, che sono completamente fuori dal mio DNA, e allora non le faccio. A malincuore dico no. Cerco sempre di capire come integrare bene un brand creando un contenuto bello, proprio come quando devo cucinare uno dei miei piatti. Cerco di non deludere le persone che mi seguono”. La sua filosofia è semplice: rimanere fedele a se stesso e offrire contenuti genuini che rispecchiano la sua vita e le sue passioni. "Ogni giorno mi chiedo se mi merito tutto questo. Vivo di sensazioni e cerco di ringraziare chi mi ha accompagnato in questo percorso. La mia vita è cambiata tanto, ma non è cambiata per niente: io sono rimasto la stessa persona”. E riguardo il suo rapporto con i social media ha dichiarato: "Se un post va bene sono felice; e se va male sono felice lo stesso. Ho tanta gente che viene a mangiare da me e questo mi rende sempre contento”. Infatti, il suo ristorante rimane il cuore della sua attività, e i social sono solo un mezzo per portare le persone a vivere l'esperienza offerta dalla sua cucina.
"Tanti talent che vedi nei social non li incontrerai mai, mentre tutti sanno dove trovarmi: sono l’unico cuoco del mio ristorante, in un posto dove vivono 15 persone. Mi trovi per forza! Io ho imparato ad essere felice con quello che ho, ma pensate a quanti ragazzini crescono tristi perché vanno in cerca di obiettivi altissimi, macchine costose, case di lusso, e di tutte quelle cose che forse non avranno mai. Bisogna imparare ad essere felici essendo se stessi, rimanendo puri”.
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