Maison Ruinart torna in Italia: a Roma lo champagne diventa un'opera d'arte
Maison Ruinart torna in Italia e apre, dal 10 al 12 ottobre, Maison Ruinart Rome nel sotterraneo stadio di Domiziano, a Piazza Navona.
Alla presenza di Frédéric Dufour e Frédéric Panaïotis (rispettivamente Presidente e Chef de Cave di Maison Ruinart), Cristina Bowerman, Chef di Glass Hostaria, ristorante stellato della Capitale, si esibirà in uno show cooking d'eccezione, elaborando un menù pensato per l'abbinamento ai vini della Maison; durante la serata tra le varie etichette si potranno apprezzare Dom Ruinart 2006 e Dom Ruinart Rosé 2004.
Accanto alla piacevolezza del palato, gli ospiti possono gustare la piacevolezza dell'arte visuale: grazie al supporto della virtual reality, gli ospiti s'imbarcheranno in un viaggio sensoriale, ripercorrendo gli highlights della più antica Maison di Champagne.
Ruinart è inoltre profondamente legata all'arte contemporanea di cui conserva numerose opere proprio nella sede di Reims. Il sodalizio tra arte e Champagne sarà celebrato dall’artista Liu Bolin, che nel 2018 ha realizzato ben 8 opere ispirandosi a Maison Ruinart, le quali, per la prima volta, saranno esposte a Roma nello stadio di Domiziano.
La creazione della Maison Ruinart, la più antica Maison du Champagne, coincise con l’alba dell’Illuminismo e dell’art de vivre francesi; in questo secolo, infatti, in Francia si sviluppò una cultura improntata alla bontà e alla bellezza, che prediligeva gusti raffinati ed eleganti, leggeri e sofisticati.
Le cuvée Ruinart vi trovarono naturalmente posto. La Maison, costantemente alla ricerca dell’eccellenza e dell’assoluto, scelse lo Chardonnay, un vitigno raro e delicato, come filo conduttore per tutte le sue cuvée. Oggi la maison, tenendo fede allo spirito che le diede vita, ospita opere di artisti contemporanei che, anno dopo anno, danno la loro visione di Ruinart: da Dustin Yellin che ha ripreso il diario di Edmond Ruinart per costruirne viaggi e avventure cristallizzate nel vetro, a Georgia Russell che nel suo “Grande Libro” del 2014, rappresenta il primo libro dei conti della casa. Lo scopo? Fare qualcosa di diverso, dando ancora di più evidenza allo stile Ruinart.
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