"Vino cooperativo": più della metà del vino made in Italy proviene da cooperative
Si tratta del 60% della produzione di vino Made in Italy da 498 cantine: il prodotto è di tipo cooperativo e nella top 10 delle grandi aziende, la metà sono cooperative.
Il dato emerge in occasione del "Gran Nazionale Premio Vino della Cooperazione - Gino Friedmann" di Nonantola in provincia di Modena, manifestazione organizzata dall'associazione culturale "Emilia storie di territori e di comunità" e dedicato al padre fondatore del movimento cooperativo vitivinicolo italiano Gino Friedmann.
Le 498 cantine cooperative, con 148 mila soci aderenti, gestiscono un giro d'affari di 4,3 miliardi (il 40% del fatturato nazionale), ed in esse lavorano quasi 10mila persone (secondo i dati report di Mediobanca del 2017) di cui il 67% è impiegato a tempo indeterminato. La quota femminile degli occupati è del 29%, mentre tra i soci una su 4 è donna.
Sono cooperativi il 90% del Teroldego, l'80% del Soave, il 62% del Valpolicella e il 50% del Montepulciano (dati Ismea). Otto le cooperative con fatturati superiori a 100 milioni di euro, nei primi 16 posti della classifica delle società vinicole per fatturato elaborata dall’Indagine dell’Area studi Mediobanca sul settore vino (aprile 2017).
Le cantine leader di fatturato sono: Cantine Riunite &CIV, Caviro, Mezzacorona, Cavit, Soave, Gruppo Cevico, Collis Veneto Wine Group e La Marca.
Se si guarda all'estero, in Francia il 65% dei viticoltori è socio di una cantina cooperativa e le 650 cantine cooperative detengono una quota pari al 48% della produzione francese.
Oscar del vino cooperativo
In Spagna operano 448 cantine cooperative a cui è riconducibile il 60% della produzione vitivinicola nazionale. 43 le etichette presentate per vincere la sesta edizione del premio definito come "Oscar del vino cooperativo". 9 i produttori: cantine di Carpi e Sorbara, Caviro, Cevico, Riunite Civ, Santa Croce, Terra di Brisghella, Valtidone, per l'Emilia Romagna, Valpolicella Negrar del Veneto e Tollo dall'Abruzzo. La giuria diretta da Giorgio Melandri ha degustato alla cieca, seguendo parametri di tipicità, classicità, stile, rapporto qualità prezzo.
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