Arriva a Roma il format di Gelateria Stefino
Già nota a Bologna per la sua qualità, Gelateria Stefino sbarca a Roma il 24 luglio in Piazza Alessandria 19.
L'apertura della nuova Gelateria Stefino di Roma, il 24 luglio in Piazza Alessandria 19, legata con un filo diretto al laboratorio di Bologna è l’occasione per mettere le basi del modello StefinoLab, che elimina i costi di macchinari e lavoro dedicati alla pastorizzazione del gelato, riuscendo nello stesso tempo a offrire al pubblico un prodotto sempre fresco di mantecatura.
I mantecatori non occupano spazio ed eliminano la presenza di banchi e vetrine, dal momento che il prodotto viene servito direttamente dal cestello. In questo modo si eliminano anche gli sprechi: la macchina lavora piccole quantità e garantisce un gelato sempre fresco e cremoso
La distribuzione avviene attraverso buste congelate da 3 chili di miscela pronta che, rispetto a quella in polvere, permette di limitare i trattamenti termici e la lavorazione, così da mantenere intatte le proprietà nutritive e organolettiche delle materie prime.
Il quarto punto del Manifesto del Food Design che Paolo Barichella, Ilaria Legato, Mauro Olivieri, Marco Pietrosante e Francesco Subioli, oggi riuniti sotto il brand I Food Designer, scrissero nel 2006 quando in ADI (Associazione per il Disegno Industriale) diedero vita alla commissione dedicata, recita: La producibilità e la serialità di un prodotto o di un servizio sono le condizioni per le quali un progetto può definirsi di Food Design.
E se c’è un maestro gelatiere che in venti anni si è costruito una reputazione basata su inventiva, metodo, ingredienti e territorialità, reputazione che gli è valsa per 4 volte di seguito i 3 coni del Gambero Rosso, un food designer, in questo caso Francesco Subioli, è in grado di mettere a sistema tutto ciò e far diventare Stefino un format vero e proprio.
Il gelato di Stefino, al secolo Stefano Roccamo, è già famoso per essere integralmente Bio, senza glutine, fatto con materie prime che provengono da mercati selezionati, con una gamma di gusti vegan, la sfida ora è quella di creare un format alimentare di eccellenza nel mondo del gelato italiano, fatto di qualità del prodotto, metodi innovativi nella distribuzione e raffinata cura del design, per il nostro Paese e l’estero, nonostante il momento delicato che l'economia sta vivendo.
Per raccontare che il gelato di Stefino è senza grassi idrogenati, oli di palma o cocco, aromi sintetici, coloranti artificiali, è prodotto solo con ingredienti certificati biologici da BioAgriCert, provenienti da filiera corta a km 0, con lo stesso latte del Parmigiano Reggiano che viene da allevamenti di mucche Pezzate Rosse Italiane limitrofi al suo laboratorio, pastorizzato crudo e fresco di mungitura, in modo che in fase produzione mantenga intatte tutte le proprietà organolettiche, è stata creata un’immagine coordinata semplice basata su un mood minimalista, macchie di colore, nessuna foto ma solo disegni per una narrazione più immaginifica.
Per vendere gelato non è necessario far vedere il cono, la veranda con le tende a strisce bianche e blu oppure usare i colori pastello che ricordano i gusti. La scelta di colori un po’ aggressivi e acidi non è rivolta a un target individuato per età, ma a un pubblico evoluto che ricerca la qualità e per questa è disposto a spendere qualche euro in più. Il logo è solo la firma del maestro gelatiere perché è proprio lui che si è voluto raccontare.
Per gli interni della nuova gelateria sono stati scelti materiali sostenibili, è stata studiata la logistica, i percorsi di entrata e uscita, l’elimina code e le modalità di pagamento. Particolare attenzione è stata rivolta alle divise e alla formazione del personale, non solo per adempiere alle normative post Coronavirus, ma per ridare vita alle buone pratiche che nel mondo della ristorazione e della degustazione si erano perse ancora prima della pandemia.
Tramite un menù board basato su magneti graficizzabili intercambiabili è stato creato un nuovo sistema per comunicare i gusti proposti e per il delivery e il take-away sono state prodotte confezioni compostabili, funzionali e esteticamente molto piacevoli.
L’esperienza ventennale di Francesco Subioli come Food Designer, teorico e docente della materia è stata accompagnata, per tirare le fila come art director di questo progetto, da altre e imprescindibili figure professionali, in ordine di apparizione:
Stefano Roccamo, maestro gelatiere
Paolo Gattari, project manager
Carlo Testoni, Business analysis
Simone Mangoni e Massimiliano De Castro, imprenditori
Studio 3+, architetti
Frida Ferraro, grafica
Marika Aakesson, designer
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