Arrivano i gilet arancioni, la protesta degli olivicoltori italiani
Arrivano i gilet arancioni. Sull'esempio di quanto sta accadendo ogni sabato in Francia con la protesta dei gilet gialli che arrivano a Parigi provenienti da ogni angolo del Paese, a Roma, in piazza dei Santi Apostoli si sono riuniti nella scorsa settimana gli olivicoltori con i gilet arancioni arrivati da Puglia, Calabria, Sicilia, Campania, Lazio, Abruzzo e Toscana.
Le gelate hanno messo in ginocchio l'olivicoltura pugliese così come la xylella, la peste degli ulivi. Tra i tanti cartelli che raccontano storie di sofferenze, "Ridateci la dignità", "Non siamo cittadini di Serie B", "In attesa del decreto moriremo gelati".
A terra, in un gesto simile a quello dei pastori sardi, gli olivicoltori hanno steso i rami degli ulivi spezzati dalla gelata di febbraio 2018 e dalla Xylella.
Da parte dei gilet arancioni l'accusa al governo di avere avuto delle posizioni ambigue in tema xylella e una richiesta di incontrare il vicepremier Di Maio che incontra i gilet gialli ma non quelli arancioni.
Senza interventi rapidi e concreti del governo, l'olivicoltura sarà messa in ginocchio e ciò sarebbe una vera e propria bomba sociale ed economica per il Sud intero.
Gli olivicoltori chiedono decreti d'urgenza e risorse importanti per le gelate che hanno messo in ginocchio l'olivicoltura pugliese, che da sola vale la metà del settore a livello nazionale, e per la xylella che ha distrutto già le province di Lecce, Brindisi e Taranto.
Gli olivicoltori, inoltre, chiedono un piano strategico nazionale per rilanciare definitivamente la produzione italiana.
Con il crollo dei raccolti nel nuovo anno, le importazioni di olio di oliva dall’estero sono destinate a superare abbondantemente il mezzo miliardo di chili con il risultato che sul mercato nazionale più di due bottiglie di olio di oliva su tre conterranno prodotto straniero.
Il ministro Centinaio promette un "decreto ad hoc entro il 26 febbraio".
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