Cimice asiatica: l'UE vieta l'unico prodotto utile per bloccarla
È stata accolta con estrema amarezza dal comparto agricolo la notizia giunta della mancata riautorizzazione da parte dell'Unione Europea all'uso del chlorpyrifos-methyl, unico mezzo fito sanitario efficace contro la cimice asiatica, un insetto che sta mettendo in ginocchio l'agricoltura di molte regioni del Nord Italia.
La cimice asiatica è arrivata in Italia nel 2012. Si tratta di un insetto estremamente infestante, ha un'elevata capacità riproduttiva - dovuta anche ai cambiamenti climatici - ed è attratta dai frutti; danneggia quindi il prodotto non lasciando alla pianta nessun margine di difesa.
I maggiori danni in Italia si sono riscontrati per mele e pere, ma anche per albicocche e ciliegie.
I danni economici che ha causato sono inestimabili, ed attualmente due sono le uniche vie per contrastarla: l'immissione in natura della vespa samurai (che attualmente è in fase di studio al CREA che la sta allevando in camera di quarantena) i cui effetti si potranno però raccogliere solo tra svariati anni e l'uso, appunto, del chlorpyrifos-methyl, ora vietato dall' UE.
“Accogliamo con profonda delusione la notizia della mancata ri-autorizzazione da parte della Commissione Ue all’utilizzo del chlorpyrifos-methyl, che auspicavamo fosse finalizzata alla difesa delle produzioni ortofrutticole dalla cimice asiatica”, commenta Alleanza Cooperative Agroalimentari, nella persona del coordinatore del settore Ortofrutticolo Davide Vernocchi. “In attesa di poter disporre di ulteriori informazioni circa la proposta approvata e le posizioni emerse nei lavori comunitari – spiega Vernocchi – non capiamo comunque perché ancora una volta a pagare debba essere il mondo agricolo, che non ha alcuna responsabilità rispetto al verificarsi di attacchi alle produzioni causate da insetti patogeni come la cimice, sempre provenienti da Paesi extra-UE. Quest’anno solo la produzione di pere si è dimezzata con un danno economico intorno a 300 milioni di euro. Ci chiediamo con quali mezzi poter evitare una nuova tragedia la prossima campagna [...] ancora una volta la posizione dei Paesi Mediterranei non è stata sufficientemente considerata dalla Commissione e al contempo la posizione del Regno Unito - ossia di un Paese che sta uscendo dall’Europa - è stata invece decisiva. Speriamo che dietro questa decisione non si nascondano interessi commerciali volti a indebolire le produzioni made in Italy. Chiediamo a questo punto che nei prossimi lavori si addivenga ad una deroga specifica e transitoria all’utilizzo del chlorpyrifos-methyl come è espressamente previsto dal Regolamento comunitario 1107/09. Resterebbe comunque in piedi il problema che anche nel caso riuscissimo ad avere una deroga nazionale, avremmo poi difficoltà ad esportare visto che la deroga all’utilizzo della sostanza sarebbe concessa solo all’Italia, rimanendo vietata in tutto il resto d’Europa”.
Disappunto anche dalla Minstra Teresa Bellanova che in questi mesi si è fatta portavoce delle esigenze del sistema produttivo italiano del centro-nord gravemente colpito dall'emergenza: "La mancata autorizzazione all'utilizzo del chlorpyrifos-methyl, al momento l'unico rimedio contro la cimice asiatica, è un grave errore dell'UE. So bene, afferma la Ministra, come per i nostri produttori e per l'intera filiera sia importante disporre di efficaci mezzi di difesa fitosanitaria per il controllo dell'emergenza almeno fino a quando non saranno disponibili misure alternative. Per questo serve con urgenza una deroga nazionale sulla quale dovremo lavorare con il Ministro Speranza. La cimice asiatica è un'emergenza europea, connessa com'è alla crisi climatica, per questo all'Europa chiediamo uno sforzo e siamo già impegnati con i nostri uffici, per negoziare una deroga con Bruxelles".
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