L'inflazione spinge i prezzi alimentari del +5%. Ecco la top 10 degli aumenti

L'aumento dei costi energetici e dei carburanti ha effetti a cascata sull'alimentare. Coldiretti ha analizzato i dati Istat dei prezzi a febbraio, stilando la top 10 degli alimenti i con rincari maggiori.

18 Marzo 2022 - 11:20
L'inflazione spinge i prezzi alimentari del +5%. Ecco la top 10 degli aumenti
[mp3j track="https://horecanews.it/wp-content/uploads/2022/03/Linflazione-spinge-i-prezzi-alimentari-del-5.-Ecco-la-top-10-degli-aumenti.mp3" Title="Ascolta la notizia in formato audio"] I prezzi al consumo dei prodotti alimentari e delle bevande schizzano del +4,6%, come riportato da Coldiretti nell'analisi dei dati Istat riferiti all'inflazione di febbraio 2022. È il rincaro dei beni energetici che colpisce più duramente l'agroalimentare: il balzo della bolletta a +45,9% grava sullo scontrino alimentare, ripercuotendosi a cascata su tutta la filiera, dai clienti dei supermercati agli operatori del foodservice. Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori, denuncia Coldiretti, non riescono neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera. Per il balzo dei costi energetici, sottolinea la Coldiretti, l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni e allevamenti. L’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari è dovuta sia a quelli lavorati (+3,1%) che non lavorati (+6,9%) con le tensioni inflazionistiche che si propagano al cosiddetto “carrello della spesa”. In testa alla top ten dei prodotti alimentari che hanno fatto segnare il maggior incremento di prezzi, con un balzo del 19% c’è l’olio di semi, come il girasole importato dall’Ucraina che ha dovuto interrompere le spedizioni, registrando accaparramenti e scaffali vuoti. A seguire sul podio forti rincari fa registrare con un +17% la verdura fresca, anche per gli alti costi di riscaldamento delle serre, e la pasta (+12%) con la corsa agli acquisti nei supermercati per fare scorte. Aumenti dei prezzi significativi fanno segnare nell’ordine burro (+12%), frutti di mare (+10%), farina (+9%), margarina (+7%), frutta fresca (+7%), pesce fresco (+6%) e carne di pollo (+6%). In un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci che arriva sugli scaffali viaggia su strada, l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori con il rischio di alimentare psicosi, accaparramenti e speculazioni.  L’aumento dei costi si estende all’intera filiera agroalimentare, dai campi all’industria di trasformazione fino alla conservazione e alla distribuzione, e occorre intervenire nell’immediato per contenerli e non far chiudere le attività produttive e distributive essenziali al Paese. Coldiretti ha analizzato l'aumento dei prezzi dei singoli beni secondo i dati Istat di febbraio, e ci restituisce la top 10 degli alimenti che hanno subito i peggiori rincari.
  1. Olio di semi (girasole, mais, ecc.) +19%
  2. Verdura fresca +17%
  3. Pasta +12%
  4. Burro +11%
  5. Frutti di mare +10%
  6. Farina +9%
  7. Margarina +7%
  8. Frutta fresca +7%
  9. Pesce fresco +6%
  10. Carne di pollo +6%
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