Buoni pasto e ristorazione: l’87% degli italiani li considera indispensabili

Il 67% dei ristoratori italiani cresce grazie ai buoni pasto, secondo il Barometro FOOD 2025 di Edenred

16 Ottobre 2025 - 14:44
Buoni pasto e ristorazione: l’87% degli italiani li considera indispensabili

INDAGINI E RICERCHE - Quasi nove lavoratori italiani su dieci continuano a considerare il buono pasto un presidio essenziale per difendere il proprio potere d’acquisto. È quanto emerge dal Barometro FOOD 2025, l’indagine internazionale promossa dal Gruppo Edenred, che ha coinvolto oltre 52.000 lavoratori e 1.100 ristoratori in 21 Paesi.
Con l’inflazione che erode i bilanci familiari, l’88% dei dipendenti italiani ammette che ridurrebbe le uscite al ristorante se non potesse contare su questo strumento. Il buono pasto si conferma dunque una risorsa chiave, percepita come ancora più cruciale rispetto al resto d’Europa: l’87% degli italiani lo ritiene indispensabile per gestire le spese alimentari, contro una media europea dell’81%.

Anche per i ristoratori l’impatto è tangibile: il 67% segnala un aumento del fatturato grazie ai buoni pasto, il 50% una maggiore frequenza dei clienti e il 33% un afflusso di nuova clientela. In Italia, inoltre, il rapporto qualità/prezzo (87%) e il costo del pasto (79%) sono parametri decisivi nella scelta dei locali, mentre il 70% dei lavoratori considera determinante la possibilità di usare i buoni. Senza questo beneficio, l’83% teme una perdita reale di potere d’acquisto (contro il 70% in Europa) e il 43% ammette che frequenterebbe meno i ristoranti.

Un incentivo per scelte alimentari più sane

La ricerca evidenzia anche una crescente attenzione verso la salute a tavola. Il 68% dei lavoratori italiani dichiara di preoccuparsi sempre di più della qualità nutrizionale dei propri pasti, mentre l’80% si aspetta dai ristoranti un’offerta più salutare. Il buono pasto, in questo senso, rappresenta una leva determinante: il 77% degli italiani afferma che migliorerebbe la qualità dei propri pranzi se l’importo del buono venisse raddoppiato, una percentuale superiore al 69% della media europea.
Dal punto di vista dell’offerta, il 63% dei ristoratori ha notato una crescita della domanda di piatti equilibrati e nutrienti. Tuttavia, il 53% segnala che i costi di preparazione più elevati restano un ostacolo concreto all’ampliamento di queste proposte.

Italia in prima linea contro lo spreco alimentare

Sul fronte della sostenibilità, l’Italia si distingue per un’attenzione particolare al tema dello spreco alimentare. Ben l’84% dei lavoratori si dice preoccupato per questo fenomeno — un dato superiore di 11 punti alla media europea — e l’80% desidera sapere quali ristoranti adottino pratiche virtuose per contrastarlo.
Le risposte dei ristoratori confermano un atteggiamento attivo: l’89% dichiara di aver introdotto misure antispreco, soprattutto attraverso il riutilizzo creativo degli ingredienti (50%) e la collaborazione con fornitori sostenibili (43%). Quest’ultima percentuale è significativamente più alta rispetto al 26% dei colleghi europei, a testimonianza di un impegno concreto nel promuovere una ristorazione più responsabile.

Un valore sociale ed economico da rafforzare

«Questa ricerca conferma il doppio valore, sociale ed economico, del buono pasto», sottolinea Fabrizio Ruggiero, Amministratore Delegato di Edenred Italia. «È uno strumento che tutela il potere d'acquisto delle famiglie e, allo stesso tempo, un motore che sostiene il settore della ristorazione. I dati, però, ci mostrano un potenziale ancora inespresso: emerge una chiara richiesta degli italiani verso un’offerta alimentare più sana e di qualità, oggi frenata da limiti di budget. Potenziare il buono pasto, adeguando la sua soglia fiscale a un contesto economico segnato dall’inflazione, significa innescare un circolo virtuoso a beneficio di tutto il sistema: più potere d'acquisto per le persone, più consumi per esercenti e filiera e in definitiva un impulso positivo per l'intera economia del Paese».

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