Mangiare fuori: Host svela le nuove tendenze internazionali

Cambiano le abitudini e i fattori di scelta nel fuori casa internazionale: Host Milano e CSA Research fotografano le nuove tendenze globali.

18 Giu 2025 - 09:08
Mangiare fuori: Host svela le nuove tendenze internazionali

INDAGINI E RICERCHE - Un'indagine ad ampio respiro, che analizza i comportamenti e le abitudini di consumo di alcuni tra i più rappresentativi mercati internazionali rispondendo alla domanda: Cosa significa oggi mangiare fuori casa? È l'indagine voluta da Host Milano e realizzata da CSA Research, che ci aiuta a comprendere, attraverso 8.000 interviste CAWI in Italia, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Paesi del Golfo, un quadro sfaccettato e in continua evoluzione, in cui differenze culturali e nuovi fattori di scelta ci mostrano tutte le potenzialità di un settore in cui l'unica certezza è il cambiamento.

Focus Italia: il fuoricasa come un’occasione per stare bene

Nel nostro Paese, oltre il 63% degli intervistati ha dichiarato di aver mangiato fuori almeno una volta nella settimana precedente. Le occasioni preferite sono la cena (50,3%) e il pranzo (25,9%), mentre tra le motivazioni prevalgono lo svago (37,4%), il desiderio di condividere tempo con familiari e amici (28,6%) e la voglia di mangiare bene (7,6%).

A scegliere con più frequenza questi format sono gli uomini (69%), soprattutto nella fascia 18-54 anni, laureati, residenti in aree urbane e con buona disponibilità economica. La scelta della cena come momento privilegiato (50,3% delle ultime uscite) rafforza l’idea di un consumo connotato da un desiderio di gratificazione e socialità, in cui il valore esperienziale è tanto importante quanto quello nutrizionale.

La scelta del locale dipende da fattori come il sapore degli ingredienti (27,3%), il menù proposto (27,7%), la comodità logistica e il rapporto qualità-prezzo. 

Il valore nutrizionale degli alimenti, ad esempio, è un criterio importante per il 18,4% degli intervistati, mentre il 25,5% dichiara di scegliere un locale anche in base all’origine degli ingredienti. Quasi il 30% dei consumatori valuta inoltre in modo positivo la presenza di opzioni salutari nel menù. Fattori che, coniugati con la richiesta di chiarezza sulle materie prime e trasparenza dell’offerta, suggeriscono una trasformazione profonda del rapporto tra cliente e ristoratore, in cui la fiducia si costruisce anche attraverso la qualità dichiarata e verificabile del cibo.

Europa: mangiare fuori è un atto sociale

In Italia, Spagna, Francia e Germania il pasto fuoricasa si conferma rito sociale fortemente codificato, in cui gioca un ruolo chiave la convivialità. In Italia e Germania domina la cena (rispettivamente 50,3% e 48,4%), mentre in Spagna e Francia prevale il pranzo (47,1% e 40,2%). Quello che però accomuna i consumatori europei è l’importanza attribuita all’esperienza complessiva: non solo il cibo, ma anche il servizio, l’ambiente, la narrazione. Lo dimostra, ad esempio, la significativa attenzione alla qualità delle materie prime (citata dall’11,3% degli italiani), al menù proposto e alla cura dell’atmosfera, elementi che contribuiscono a trasformare ogni uscita in un momento di appagamento multisensoriale.

La qualità resta un riferimento centrale per i consumatori europei, ma assume connotazioni diverse a seconda del contesto culturale. In Francia, il menù proposto è al primo posto tra i criteri di scelta (31,7%), seguito dal rapporto qualità-prezzo (27,9%) e dalla reputazione del locale (20,5%). In Spagna, i fattori determinanti sono il menù (30,1%), il rapporto qualità-prezzo (28,8%) e la vicinanza del locale (24,3%). In Germania, il focus è più orientato alla funzionalità: dominano il rapporto qualità-prezzo (30,2%), la vicinanza (25,7%) e il menù (24,3%), ma si registra anche una crescente attenzione all’origine degli ingredienti (21,3%) e alla trasparenza dell’offerta.

Le preferenze per i momenti di consumo e i profili dei frequentatori del fuori casa evidenziano dinamiche altrettanto diverse ma significative. In Francia, il pranzo è preferito soprattutto da donne (56%), over 35 e persone con istruzione superiore. In Spagna il pranzo vede un’elevata incidenza tra i giovani adulti e un pubblico equamente distribuito tra uomini e donne. In Germania, la cena (48,4%) viene scelta da un pubblico prevalentemente maschile (61%), con forte concentrazione nella fascia 25-44 anni e nei contesti urbani.

In tutti e tre i mercati, si conferma una crescente attenzione alla componente esperienziale del pasto fuori casa: il cibo viene sempre più associato a relazioni sociali, tempo di qualità e piacere personale, con una domanda trasversale di locali che sappiano coniugare qualità del prodotto, servizio attento e atmosfera accogliente.

I Paesi anglosassoni: funzionalità, rapidità e self-indulgence

Nel Regno Unito e negli Stati Uniti, il consumo fuori casa risponde principalmente a esigenze di funzionalità e immediatezza. L’esperienza è meno ritualizzata e più centrata sull’individuo: si mangia per comodità (31,4% in UK, 26,7% negli USA) o per mancanza di tempo per cucinare. Il fast food domina nettamente la scena, con una frequenza di visita pari all’82,9% negli USA e al 72,7% nel Regno Unito, seguito da locali informali e catene quick service.

La priorità è data al rapporto qualità-prezzo (25,2% UK; 23,1% USA) e alla valutazione nutrizionale dell’offerta. In entrambi i Paesi, la scelta del locale è spesso legata alla rapidità del servizio (citata tra i primi tre fattori dal 24% dei britannici) e alla possibilità di consumare pasti individuali in tempi ridotti, confermando un approccio altamente pragmatico alla ristorazione.

Negli Stati Uniti, la media settimanale di uscite fuori casa è la più alta tra i Paesi analizzati, con 13,2 occasioni rispetto, ad esempio, alle 8,1 del Regno Unito e alle 2,6 dell’Italia. La frequenza è particolarmente elevata tra i giovani dai 18 ai 24 anni, con una penetrazione del 98% nel periodo di rilevazione. A trainare questo dato è soprattutto il consumo nei fast food, scelti dall’82,9% degli intervistati, seguiti da paninoteche, pizzerie e ristoranti etnici. Il comportamento è guidato da praticità, accessibilità e velocità di servizio, che confermano il pasto come momento funzionale più che esperienziale.

Paesi del Golfo: innovazione, status e sicurezza

Molto diverso l’approccio nei Paesi del Golfo (con un focus particolare su Arabia Saudita e Dubai), dove il mangiare fuoricasa è visto come momento di celebrazione familiare, spesso legato a status sociale, sicurezza e apertura all’innovazione. Gli intervistati mostrano una tra le più alte propensioni a mangiare fuori, con una media settimanale di 8,3 uscite.

La scelta del locale è fortemente influenzata da reputazione (25,9%), qualità del servizio (27,1%) e atmosfera (24,8%). Elementi che delineano un pubblico attento non solo al cibo, ma anche all’esperienza complessiva. I fast food – scelti dall’83,5% degli intervistati – sono percepiti come ambienti familiari e rassicuranti, spesso frequentati da gruppi e famiglie, soprattutto in contesti urbani ad alta densità. Cresce anche l’interesse verso locali ben curati nel design (15,4%), riconoscibili, con una presenza attiva sui social media, capaci di offrire un’identità chiara e contenuti “instagrammabili”. In questo scenario, la ristorazione diventa un segno distintivo di stile di vita, in cui la qualità percepita è strettamente legata alla presentazione, al contesto e alla notorietà del locale.

La ricerca rientra nel percorso di avvicinamento a Host 2025, accompagnando con dati e approfondimenti gli attori della filiera a cogliere in modo ottimale le opportunità della manifestazione.

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