Nas al Bistrot di Cannavacciuolo: la FIPE si schiera dalla parte dello chef
La notizia ha fatto il giro dei media e ha suscitato moltissimo clamore: lo scorso 22 dicembre, a seguito di una serie di controlli dei Nas effettuati al suo nuovo bistrot torinese, lo chef Antonino Cannavacciuolo si è visto recapitare una multa di 1.500 euro, e - cosa ben più pesante - è stata sporta una denuncia per frode a carico della moglie e del direttore del locale.
Stando a quanto dichiarato dallo chef stesso in un'intervista a La Stampa, i controlli avevano rilevato alcune irregolarità. Sul menù non era stata segnata con asterisco, come previsto da legge, la presenza di pesce congelato; Cannavacciuolo precisa però che questa negligenza nasce dall'obbligo di abbattere il pesce; sarebbe stato dato per scontato, quindi, che il pesce dovesse essere surgelato per rispettare la regolamentazione vigente. Inoltre, non era stato possibile per gli ortaggi rilevarne la tracciabilità (lo chef si difende sostenendo che ancora non c'era stato tempo di segnarla sul registro del ristorante) ed era presente nel congelatore del bistrot della pasta, che, in realtà, stando a quanto dichiarato, era stata conservata per evitare sprechi, non per essere servita ai clienti ma per essere consumata dal personale.
Nonostante la volontà di far chiarezza da parte di Cannavacciuolo - a nome anche di tutto il suo staff - si sono subito scatenate polemiche e sono volate accuse, che di certo non fanno bene al nome del locale e all'immagine dello chef che si fa da sempre promotore di un'idea di cucina rigorosa, pulita e basata sull'utilizzo di ingredienti di prima qualità.
A seguito dell'episodio, ha infatti dichiarato "Va bene che ci siano delle regole, ma applicarle in questo modo è assurdo. Si parla tanto delle difficoltà che gli imprenditori sopportano per lavorare in Italia, in qualsiasi settore. Ecco: storie come questa fanno venire voglia di andarsene da un’altra parte".
Dalla sua parte si schiera anche la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi): Giancarlo Deidda, vice Presidente della Federazione dichiara: "Mettere alla pubblica berlina un professionista per un supposto asterisco mancante è davvero un po’ troppo, farlo nel periodo natalizio appare anche strumentale. I controlli e le sanzioni ai ristoratori che frodano o scorretti sono sacrosante e Fipe le ha sempre sostenute. Ma quella di Cannavacciuolo non è una scorrettezza, bensì solo un equivoco formale.
Le norme in Italia sono rigide e particolarmente restrittive, più che in qualsiasi altro Paese europeo: questo è giusto e garanzia importante per la qualità della nostra cucina, tra le più apprezzate al mondo. Sarebbe meglio, però, evitare di trasformare un corretto sistema di norme in una gabbia rigidissima, applicata con cieco spirito burocratico e vagamente persecutorio. Non vorremmo si passasse dallo show cooking allo show multe"
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