Assobibe: l'impatto della sugar tax colpirà una filiera da 5 miliardi di euro
Durante gli Stati Generali della Filiera Ho.Re.Ca., ASSOBIBE ha ribadito i pericoli della Sugar Tax per i consumatori e gli operatori del comparto bevande.
ASSOCIAZIONI, ENTI E CONSORZI - Si è svolta a Roma la seconda edizione degli Stati Generali della Filiera Ho.Re.Ca. e qui i riflettori si sono accesi su alcune delle maggiori sfide per il settore. Tra queste, posto d'onore è assegnato all'annosa questione della cosiddetta Sugar Tax, che pende come una spada di Damocle ormai sempre più affilata su tutto il comparto.
ASSOBIBE, l'Associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, si fa instancabile portavoce delle più pressanti preoccupazioni, ricordando il peso dell'associazione nel comparto Horeca: vale il 40% del fatturato e registra una rilevante crescita rispetto al canale Moderno negli ultimi tempi.
"Il mercato dei soft drink in Italia - ha commentato durante l'evento a Roma Giangiacomo Pierini, Presidente ASSOBIBE - vale 5 mld di euro con un’importante presenza nel canale Horeca. Ogni euro di valore prodotto dalle imprese del comparto genera un valore di 5,4 euro lungo la filiera, 1 lavoratore nelle aziende di produzione genera 14 posti di lavoro indiretti (3 a monte e 11 a valle). Numeri che ci spingono a ribadire la necessità di un confronto aperto con i rappresentanti politici per esprimere le nostre preoccupazioni sull'impatto disastroso che avrebbe la Sugar Tax".
Già in una precedente nota stampa, ASSOBIBE aveva espresso forte preoccupazione per la lettura del testo integrale della Manora di bilancio 2025, da cui è emerso che non è stata prevista alcuna cancellazione o rinvio ulteriore dell'imposta sulle bibite con e senza zucchero, la cui entrata in vigore è prevista per luglio 2025.
"L'imposta andrà a colpire un settore, costituito per il 64% da piccole e medie imprese, simbolo del Made in Italy e dell'eccellenza italiana nel mondo", aveva commentato Pierini.
La Sugar Tax, secondo stime ASSOBIBE, colpirà i consumatori con effetti inflattivi, e dagli Stati Generali è emerso che il consumatore (già colpito dagli effetti dell'inflazione) dimostra maggiore riflessione e cautela negli acquisti. Ma ancora, la tassa metterà a rischio oltre 5.000 posti di lavoro, determinerà un calo degli acquisti di materia prima di oltre 400 milioni di euro, incrementerà la fiscalità del 28% per le aziende con un freno degli investimenti per oltre 46 milioni di euro.
Una manovra che, ci tiene a ribadire ASSOBIBE, nei Paesi dove la tassa è stata introdotta non ha prodotto alcun risultato positivo neanche sul fronte della salute pubblica, con trend di obesità che restano in crescita. Per questo, diversi Stati nel mondo hanno provveduto a eliminarla (Norvegia e Islanda nel 2000, Danimarca nel 2016, Australia nel 2018).
Senza dimenticare che i forti rincari nel 2025 andrebbero ad aggiungersi a quelli previsti a partire dal 1° gennaio con l’entrata in vigore delle norme UE sulla plastica monouso, che si traduce in un ulteriore aumento dei costi per il settore.
“La Sugar tax – conclude Pierini – non rappresenta un incentivo a modificare le abitudini di consumo, costituisce solo una gabella aggiuntiva che imprese e consumatori rischiano di veder applicata; e sottolineiamo anche che è una tassa che colpisce solo le bibite rinfrescanti, anche prive di zucchero, che in Italia hanno un impatto nutrizionale minimo (0.9% in adulti e 0.6% in bambini). Gli impatti sulla crescita e competitività per imprese che nel Paese creano valore e occupazione saranno devastanti. Il Paese vive già una fase complicata e non necessita né di nuove imposte né della burocrazia conseguente.”
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