Gruppo Colussi strizza l'occhio a Pernigotti. Punta a diventare polo del cioccolato piemontese
Con l'acquisizione de La Suissa, annunciata poco più di una settimana fa, il Gruppo Colussi ha ampliato il campo d'interesse entrando nel mondo del cioccolato, dando avvio al progetto di creare in Piemonte un polo del cioccolato, che valorizzi la qualità della produzione regionale in questo segmento.
Angelo Colussi, quarta generazione alla guida dell'azienda che conta oltre un secolo di attività, è convinto che solo aggregando le piccole aziende piemontesi del cioccolato si possa garantire loro longevità e portare avanti una tradizione non solo locale ma anche e soprattutto un'eccellenza del made in Italy.
La Suissa ha la sua sede ad Arquata Scrivia ed opera in uno stabilimento di circa 10.000 mq., sviluppando un fatturato in costante crescita, attestatosi nel 2018 su una cifra di quasi 17 milioni di euro. L'acquisizione, dunque, non ha avuto l'obiettivo di risollevare le sorti di un'azienda in difficoltà, quanto piuttosto di unire competenze e qualità per accelerare un processo di sviluppo già insito ne La Suissa.
Ben diverso, invece, l'obiettivo relativo alla seconda acquisizione che Colussi intenderebbe portare a termine: quella della Pernigotti, fabbrica storica del cioccolato piemontese - chi non conosce i famosi gianduiotti? - la quale si trova invece in uno stato di reale difficoltà, che perdura ormai da molti mesi.
Ceduta gruppo Sanset della famiglia Toksoz, la fortuna della Pernigotti è andata via via calando, fino ad arrivare ad uno stato di crisi sempre più profondo, al punto che la vendita della divisione gelati non è bastata a risollevare la situazione. Sembrerebbe che adesso la proprietà sia decisa a cedere anche le attività del cioccolato e che Colussi sia pronta a rilevarle. In tal modo aggiungerebbe un ulteriore tassello di qualità alla costituzione di quel Polo del Cioccolato sul quale è stato costruito un piano di sviluppo ben preciso, secondo una strategia di crescita che Colussi applica anche alle altre divisioni. L'obiettivo resta quello di sostenere le piccole realtà, facendo entrare in un percorso strutturato che dia loro possibilità di crescita.
Come ha affermato Angelo Colussi in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera: "A volte gli imprenditori vogliono così bene alla loro azienda che vorrebbero portarsele nella tomba, piuttosto che aggregarla e darle l'opportunità di diventare più grande e forte. Non deve più essere un tabù: se la famiglia non ha la possibilità di garantire un futuro di sviluppo all'azienda, perché magari non c'è la possibilità di un passaggio generazionale, sarebbe meglio che l'aggregasse con altre imprese nazionali, senza poi doverla regalare ad una multinazionale straniera, come a volte è successo in passato. Noi ci candidiamo come polo italiano".
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