Il comparto lattiero-caseario cresce del 9%: Italia quinta in Europa per produzione
Settore lattiero-caseario protagonista dell'agroalimentare: l'Italia si colloca al quinto posto in Europa con cooperative leader e mercati esteri in crescita
INDAGINI E RICERCHE - Il settore lattiero-caseario italiano continua a rafforzare il suo peso nell'economia agroalimentare del Paese. La fase di allevamento ha generato un valore di 7,1 miliardi di euro, mentre la trasformazione ha raggiunto i 21,8 miliardi di euro, segnando un incremento del 9% rispetto all'anno precedente e confermandosi come il comparto più rilevante per fatturato nell'intera industria alimentare nazionale.
A livello europeo, l'Italia occupa la quinta posizione tra i produttori di latte bovino, con oltre 13mila tonnellate consegnate, circa 23mila allevamenti attivi e una popolazione di 1,7 milioni di vacche.
Questi numeri sono stati elaborati da Ismea e presentati durante la press dinner di "Think Milk, Taste Europe, Be Smart", la campagna promozionale dedicata al latte e ai suoi derivati, sostenuta dal settore lattiero-caseario di Alleanza delle Cooperative Italiane attraverso Confcooperative e con il supporto finanziario della Commissione europea.

Aggregazione e dimensioni aziendali per competere sui mercati
Nel corso degli ultimi dieci anni, secondo l'analisi di Ismea, le piccole realtà produttive sono andate progressivamente scomparendo, aprendo la strada a un significativo processo di aggregazione aziendale. Attualmente, circa la metà degli allevamenti nazionali rientra nella categoria delle piccole dimensioni (meno di 49 capi), tuttavia la produzione effettiva è principalmente concentrata nelle strutture di medie e grandi dimensioni. Le realtà più grandi, quelle con oltre 5000 capi, pur costituendo meno del 5% del totale degli allevamenti, detengono circa un terzo dell'intero patrimonio di bovine da latte.

"Oggi, uno dei principali obiettivi su cui il comparto deve intervenire anche con strumenti politico-normativi è quello dell'aggregazione del sistema produttivo. Solo con una maggiore dimensionalità delle aziende è possibile, infatti, competere nei mercati internazionali – commenta Giovanni Guarneri, presidente del Settore lattiero-caseario Confcooperative Fedagripesca. È già in atto un robusto consolidamento delle dimensioni, in virtù sia di processi di crescita che di fusioni fra cooperative e se teniamo conto che il 63% del giro d'affari cooperativo lattiero-caseario è sviluppato proprio dalle 25 imprese più dimensionate, è evidente come risulti fondamentale organizzarsi per fare sinergie ed economie di scala, per essere maggiormente reattivi di fronte a cambiamenti repentini e per accrescere il potere contrattuale sui mercati internazionali".
Il modello cooperativo rappresenta oggi un pilastro del settore, con 17mila stalle affiliate, 540 aziende di trasformazione e più di 13mila dipendenti. La cooperazione gestisce il 65% del latte raccolto in Italia e produce il 70% dei principali formaggi a Denominazione di Origine Protetta.
Export in crescita e consapevolezza dei consumatori
Le esportazioni continuano a rappresentare un motore fondamentale per l'economia del comparto. Dopo l'eccellente performance dell'anno precedente, con 5,4 miliardi di euro di valore e 660mila tonnellate esportate oltre confine, i dati Ismea del primo semestre 2025 confermano il trend positivo con un aumento del 15,7% in valore e del 5% in volume.

Sul fronte dei consumatori, l'indagine condotta da Nomisma nell'ambito del monitoraggio del progetto "Think Milk, Taste Europe, Be Smart" ha fatto emergere segnali incoraggianti. La fiducia nei confronti del latte e dei prodotti lattiero-caseari Made in UE coinvolge ormai quasi 8 italiani su 10. Il dato più interessante riguarda i giovani, che mostrano livelli di fiducia superiori alla media, con una tendenza alla crescita che si registra anche in relazione al reddito e al titolo di studio. La consapevolezza degli elevati standard di qualità e sicurezza alimentare che caratterizzano questi prodotti si rivela un fattore determinante nell'aumentare la fiducia dei consumatori.

Per quanto riguarda la conoscenza delle caratteristiche specifiche dei prodotti lattiero-caseari, oltre 6 italiani su 10 dimostrano di esserne consapevoli, con una correlazione positiva tra chi nutre fiducia nel settore e chi si documenta attivamente. Questo dato evidenzia come la consapevolezza sia strettamente legata a un'informazione corretta e accessibile. Sul tema delle fake news relative al mondo lattiero-caseario, 2 consumatori su 3 sono oggi capaci di riconoscerle, anche se permangono alcune aree che necessitano di maggiore chiarezza, come l'eliminazione del lattosio, le bevande vegetali e il latte UHT.
"Questa indagine ci restituisce un quadro positivo che attesta l'efficacia della campagna 'Think Milk, Taste Europe, Be Smart', nata più di quattro anni fa proprio con l'obiettivo di sfatare falsi miti e sensibilizzare i consumatori, ma soprattutto i giovani, nei confronti dei prodotti lattiero-caseari con un'immagine contemporanea e attraverso attività esperienziali, digital e corretta informazione. Oggi, ci approcciamo ad un consumatore informato e consapevole che cerca qualità, sicurezza alimentare, benessere animale, certificazioni e tracciabilità di filiera: ecco perché è importante lavorare di concerto con i diversi attori della filiera, con la distribuzione e con gli organi di stampa per continuare a promuovere un consumo consapevole guidato soprattutto dal valore intrinseco del prodotto stesso" – conclude Guarneri.






