Il Crodino lascia Crodo? Gruppo Campari potrebbe portarlo a Novi Ligure
Nato nel 1964 a Crodo con il nome prima di "Picador", poi "Biondino" e infine "Crodino" nel 1965, l'analcolico biondo è diventato parte del Gruppo Campari nel 1995, che ne ha consolidato la posizione come aperitivo più conosciuto e venduto in Italia, grazie a un'imponente strategia di comunicazione che l'ha trasformato nell'analcolico biondo che fa impazzire il mondo.
Ma la storia del Crodino sta per avere una svolta epocale, soprattutto per la sua città d'origine. Il Gruppo Campari, proprietaria oggi del marchio, ha tutta l'intenzione di spostarne la produzione da Crodo a Novi Ligure.
Come si legge su La Repubblica, lo stabilimento della Campari sito a Crodo era passato nel 2017 alla Royal Unibrew, l'azienda danese proprietaria di Ceres. Un accordo permetteva a Campari l'uso dello stabilimento fino al 2020 e ora, alla scadenza di questo periodo di concessione, il Gruppo sposterà la produzione dopo quasi 50 anni di attività nella regione.
Il Crodino era sempre stato prodotto con l'acqua della sorgente Liesel, come raccontano gli abitanti di Crodo, che non riescono a immaginare come quella che per loro è una vera e propria istituzione cittadina possa essergli portata via.
Secondo le fonti, i lavoratori della linea di produzione del Crodino attualmente impiegati nello stabilimento di Crodo verranno con tutta probabilità riassegnati dall'azienda, ma il timore rimane, anche se per il momento non è stata presentata nessuna lista esuberi ai sindacati.
"Dobbiamo fare di tutto - ha detto il sindaco di Crodo Ermanno Savoia - perché una produzione che lega il suo nome al territorio, il Crodino, non emigri verso altri stabilimenti".
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