Obbligo di etichettatura per le bevande alcoliche: i rischi per i piccoli produttori
C'è preoccupazione nel mondo di piccoli produttori di vino, birra e distillati: la Commissione Europea ha dato tempo fino al 13 marzo 2018 ai produttori di bevande alcoliche per presentare una proposta di autoregolamentazione sull'etichettatura obbligatoria per le bevande alcoliche.
La Commissione Europea vuole infatti obbligare a fornire maggiori informazioni in etichetta anche per questa gamma di prodotti; nello specifico dovranno essere indicati ingredienti e valori nutrizionali.
Il problema è che un’etichettatura di questo tipo espone il piccolo produttore ad una serie di problematiche che potrebbe vederlo perdente nella concorrenza con i big del settore. È quanto argomentato dalla Eurodeputata Mara Bizzotto, che nei scorsi giorni ha avviato al Parlamento Europeo un’interrogazione sul tema.
Innanzitutto, secondo La Bizzotto, i consumatori nella scelta di un vino sull’etichetta guardano all’indicazione di provenienza; l’indicazione dei valori nutrizionali non creerebbe nessun vantaggio per l’acquisto.
Questo tipo di etichettatura, inoltre, rappresenterebbe per piccoli produttori di vino e per i birrifici artigianali un grosso costo, tenendo anche conto, nel caso del vino, che ogni annata presenta caratteristiche diverse non controllabili dal produttore.
Maggiori costi di produzione si tradurrebbero in un aumento del prodotto finale; il tutto, quindi, finirebbe per danneggiare il consumatore nonché le piccole e medie aziende che potrebbero non sopravvivere alla concorrenza dei grandi.
La Deputata conclude chiedendo se la Commissione possa rivedere la proposta sull'etichettatura nutrizionale delle bevande alcoliche, al fine di non mettere a rischio la sopravvivenza di moltissime aziende e come intende incrementare il sostegno ai produttori italiani di vini, birre artigianali e distillati tradizionali.
Il rischio, secondo la Vicepresidente della Confederazione Europea Vignaioli Indipendenti, Matilde Poggi è quello di sottrarre spazio nel mercato alle produzioni dei piccoli vignaioli, soffocati da un incremento dei costi che lascerebbe spazio solo alle grandi etichette (come già è successo per caseifici e macelli artigianali soffocati da regole troppo rigide). Tutto ciò porterebbe a un appiattimento nel mercato, con problematiche abbastanza gravi per le piccole aziende che riescono a fare grande il nome del Made in Italy.
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