Terreni sempre più fragili: l’appello di FederBio per una svolta

Tra erosione e inquinamento, il suolo italiano vive un’emergenza crescente secondo FederBio e gli ultimi report

9 Dic 2025 - 16:30
Terreni sempre più fragili: l’appello di FederBio per una svolta

ENTI E CONSORZI - Il ruolo del suolo come matrice di vita e baluardo di biodiversità continua a essere messo a dura prova da un ritmo di consumo sempre più insostenibile. In concomitanza con il World Soil Day, dedicato quest’anno al tema “Suoli Sani per Città Sane”, FederBio ha richiamato l’urgenza di una gestione realmente sostenibile di questa risorsa non rinnovabile, ribadendo il nesso diretto tra la condizione dei terreni, la sicurezza alimentare e la qualità della vita delle comunità.

Un’erosione senza precedenti

Nel corso del 2024, l’Italia ha visto sparire 83,7 chilometri quadrati di suolo, convertiti in nuove aree impermeabilizzate, con un incremento del 15,6% rispetto al 2023. A segnalarlo è il Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, curato da ISPRA e dal SNPA, che fotografa un fenomeno in accelerazione: ogni secondo vengono sottratti circa 2,7 m² di terreno, pari a quasi 230.000 m² nell’arco di una giornata. Il consumo netto supera i 78,5 chilometri quadrati, il dato più alto dell’ultimo decennio, con effetti sempre più rilevanti sui servizi ecosistemici.
Sebbene il suolo sia una risorsa vitale, viene eroso giorno dopo giorno mettendo a rischio il nostro futuro – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBioLa fragilità di questa risorsa si riflette direttamente sulla salute umana: un suolo fertile e resiliente è infatti in grado di tutelare la biodiversità, assorbire l’eccesso di carbonio che destabilizza il clima, garantire la tenuta idrogeologica e consentire all’agricoltura di produrre alimenti sicuri e di qualità. In questo scenario, valutiamo positivamente la nuova Direttiva europea sul monitoraggio e la resilienza dei suoli che rappresenta un passo avanti decisivo verso l’obiettivo del loro risanamento, anche se per produrre effetti reali deve essere recepita urgentemente da tutti gli Stati membri. Nonostante le evidenze scientifiche sui benefici dell’agroecologia per la fertilità dei terreni, la normativa resta in ritardo: mentre per acqua e alimenti il sistema di controlli ambientali e sanitari monitora la presenza di principi attivi di sintesi chimica, nel suolo, primo organo recettore delle sostanze utilizzate nell’agricoltura convenzionale, la presenza di molecole potenzialmente dannose per l’ambiente non viene rilevata sistematicamente. Così il suolo – base fondamentale che ci fornisce tutti i giorni il cibo – non gode di tutele specifiche. Colmare questa lacuna è essenziale, perché un suolo fertile e resiliente è la condizione necessaria per garantire sicurezza alimentare e benessere”.

La salute dei terreni in declino

Alla progressiva perdita di superficie si aggiunge il deterioramento qualitativo dei terreni. Le anticipazioni del rapporto “Status of the World's Soils”, che aggiorna l’analisi FAO del 2015, indicano che la salute del suolo è divenuta una delle principali emergenze globali, accanto a cambiamento climatico e biodiversità. Fenomeni come erosione, impoverimento della sostanza organica, squilibri nutrizionali, inquinamento, salinizzazione, perdita di biodiversità e urbanizzazione riducono la capacità del suolo di produrre cibo, immagazzinare carbonio, regolare il ciclo idrico e sostenere la vita. I suoli sani restano fondamentali per i servizi ecosistemici, ma la situazione, in molti contesti, continua a peggiorare.

Segnali di cambiamento nel settore agricolo

Un dato incoraggiante arriva dalle recenti analisi dell’Osservatorio Agrofarma, che confrontando il triennio 2021-2023 con il 2012-2014 registra una riduzione del 18% nell’impiego di fitosanitari di sintesi – tra i principali responsabili del degrado del suolo – e un aumento del 133% nell’uso di principi attivi naturali. Un trend che indica una maggiore attenzione, anche nell’agricoltura convenzionale, verso approcci più sostenibili.

“La crescente attenzione verso i principi attivi di origine naturale conferma i benefici concreti dell’agroecologia in termini di tutela della salute, dell’ambiente e della biodiversità. In una fase cruciale come quella attuale, lo sviluppo dell’agricoltura biologica rimane lo strumento più efficace per ridurre l’uso della chimica di sintesi e offrire soluzioni innovative all’intero settore agricolo. Occorrono però investimenti strategici in ricerca e innovazione e una normativa specifica per la registrazione dei prodotti per il “biocontrollo”, evitando così di ritardare l’accesso ad alternative naturali che già potrebbero essere disponibili per gli agricoltori. Salvaguardare la salute dei suoli è una responsabilità collettiva, significa garantire sicurezza alimentare e benessere alle future generazioni. In questo le scelte alimentari hanno un ruolo decisivo, prediligere cibo biologico è un atto di responsabilità e un investimento concreto per un futuro sostenibile”, conclude Mammuccini.

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