Vini vulcanici: il successo mondiale di un’identità irripetibile
I vini vulcanici conquistano il mondo grazie a paesaggi estremi, terreni ricchi di minerali e un’identità sensoriale unica
VINI E DINTORNI - Negli ultimi anni i vini vulcanici hanno conquistato la scena internazionale, non come moda passeggera, ma come espressione di territori capaci di trasformare la violenza del fuoco in fertilità.
I consumatori li associano ad autenticità e qualità superiore, mentre festival ed eventi, dal Volcanic Wine International di New York alle rassegne in Europa e Asia, ne hanno rafforzato la fama, trasformandoli in una categoria autonoma nel mondo del vino.
Il loro segreto risiede nei luoghi di origine dove paesaggi neri, polverosi e scoscesi mettono alla prova la vite e chi la coltiva. In Sicilia, tra le colate laviche e i crateri dell’Etna, le vigne centenarie regalano rossi austeri ed eleganti e bianchi minerali. Non tanto distante la dimensione delle Canarie, dove vento oceanico e cenere vulcanica creano conche protette da muretti semicircolari, disegnando geometrie quasi lunari. A Tokaj, in Ungheria, le cantine scavate nella roccia custodiscono grandi vini dolci, figli di microclimi unici e terreni vulcanici ricchi di minerali. Sono solo alcuni esempi della complessità e versatilità di un mondo che chiede solo di essere scoperto.
Nonostante la distanza geografica e la diversità di vitigni, questi vini condividono un linguaggio sensoriale comune: note di erbe aromatiche, agrumi, zolfo e pietra focaia al naso, freschezza vibrante, sapidità e verticalità al palato. Nerello mascalese etneo, malvasia delle Canarie e furmint ungherese rivelano la stessa tensione gustativa e la stessa promessa di longevità.

I terreni vulcanici sono diversi, dalle sabbie leggere della pomice delle Eolie ai tufi stratificati di Montefiascone, fino ai basalti compatti dei Lessini, ma tutti condividono un’elevata dotazione minerale.
Studi internazionali e ricerche italiane confermano che la composizione chimica di questi suoli (silice, ossidi di ferro e magnesio, potassio) produce vini più acidi, aromatici e distintivi, offrendo una vera firma sensoriale unica.
Il loro riconoscimento è cresciuto grazie a eventi e premi internazionali. La Volcanic Wines International ha creato i Volcanic Wine Awards, manifestazioni come Vinitaly e ProWein dedicano loro sezioni speciali, mentre la critica, da JancisRobinson a Wine & Spirits, li definisce tra le produzioni più dinamiche e distintive della scena mondiale.
È il loro successo? Nasce probabilmente dall’unione di tre elementi: paesaggi spettacolari, condizioni estreme che richiedono cura e dedizione e una firma minerale unica. In un mondo del vino spesso omologato, questi calici rappresentano un viaggio nelle viscere della terra, dove la vite dialoga con il fuoco antico dei vulcani. Lo conferma l’export italiano verso Stati Uniti e Nord Europa che cresce più della media nazionale, confermando il loro posizionamento premium. Ogni bicchiere è un viaggio nella storia della terra e un simbolo della ricerca di autenticità, rendendo i vini vulcanici tra le espressioni più affascinanti e riconosciute dell’enologia mondiale.

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