Agroalimentare: il ruolo chiave dei trasporti a temperatura controllata
La gestione della supply chain agroalimentare richiede trasporti a temperatura controllata. Scopri come STEF assicura qualità e conformità
LINEA FREDDO - L’agroalimentare è senza dubbio un settore strategico, che gioca un ruolo determinante per l’economia del nostro Paese.
Naturalmente, affinché le aziende possano immettere sul mercato tutti i giorni una fornitura costante di cibo di qualità in sicurezza è indispensabile favorire trasparenza ed efficienza lungo tutta la filiera.
Per ottenere questi risultati è imprescindibile una gestione della supply chain a temperatura controllata, un’attività volta ad assicurare il rispetto della catena del freddo in ogni fase del percorso degli alimenti.
In particolare, si tratta di mantenere i prodotti freschi, quelli termosensibili e i surgelati entro determinati range di temperatura, così da preservare la qualità, la sicurezza e le caratteristiche organolettiche.
Risulta quindi evidente il ruolo chiave che gioca in quest’ambito un servizio come quello dei trasporti a temperatura controllata.
Come funzionano i trasporti a temperatura controllata nell’agroalimentare?
Per tutelare la freschezza dei prodotti alimentari e assicurarne una perfetta conservazione nella fase di trasporto è possibile affidarsi a professionisti competenti e specializzati. Si tratta di operatori come STEF, lo specialista europeo nella gestione della supply chain agroalimentare, attivo in Italia da oltre 40 anni.
Per quanto riguarda nello specifico i trasporti a temperatura controllata, STEF si avvale di una rete di piattaforme che copre tutto il territorio nazionale, incluse Sicilia e Sardegna, mettendo a disposizione soluzioni di personalizzate e flessibili, con cui rispettare in ogni frangente la catena del freddo.
Attraverso una rete capillare e monitorata è possibile trasportare ogni prodotto alla giusta temperatura lungo tutta la filiera, dalla partenza presso il sito di produzione fino al punto vendita per l’acquisto da parte del consumatore finale.
Si va da un range di temperatura da -4 a 2°C per il trasporto di alimenti freschi, per arrivare a un intervallo 8 -20°C per i prodotti termosensibili oppure fino a-25°C per i surgelati. In particolare, quest’ultima categoria di prodotti alimentari richiede una struttura che assicuri performance sempre ottimali in ogni condizione.
Un altro elemento imprescindibile nel trasporto di prodotti alimentari a temperatura controllata sono i furgoni refrigerati, ovvero mezzi dotati di un’unità di refrigerazione e strumenti di controllo della temperatura.
I primi modelli furono brevettati alla fine degli anni ’30, ed erano costituiti da furgoncini con vani refrigerati alimentati a liquido freon. I mezzi odierni invece si avvalgono del metodo di trasporto isotermico, una soluzione più efficiente e affidabile che impiega una fonte di ghiaccio naturale, ghiaccio secco o gas liquidi per garantire una refrigerazione omogenea e ottimale del carico durante tutto il trasporto.
Le certificazioni indispensabili nei trasporti a temperatura controllata
Le imprese che si occupano di trasporto merci per il settore agroalimentare devono fornire una serie di garanzie ai committenti, assicurando che i prodotti alimentari vengano trattati con procedure precise che rispettano specifici requisiti di sicurezza, igiene e tracciabilità.
Lo strumento principale con cui gli operatori del settore mostrano alle altre aziende la loro conformità sono le certificazioni, sia quelle obbligatorie per legge sia quelle facoltative, che aiutano le imprese ad accrescere la propria reputazione e competitività sul mercato.
Nell’ambito dei trasporti di prodotti alimentari deperibili è impossibile prescindere dal certificato ATP (Accord Transport Perissable), un accordo europeo che stabilisce quali alimenti devono essere trasportati a temperatura controllata, i range di temperatura in cui devono essere mantenuti i prodotti deperibili e le regole da rispettare per gli allestimenti isotermici dei mezzi refrigerati. Si tratta di un attestato obbligatorio con durata iniziale di 6 anni, il cui possesso va indicato anche attraverso l’applicazione di un’apposita sigla adesiva da apporre sui veicoli conformi a tale certificazione.
Un altro obbligo di legge per le aziende che trasportano alimenti confezionati è la certificazione HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), una garanzia per il consumatore che assicura il rispetto di una serie di norme igieniche nel trasporto di prodotti alimentari, al fine di evitare contaminazioni tra alimenti di diversa tipologia e il deterioramento di cibi e bevande. Questa certificazione si basa su un sistema di autocontrollo alimentare, affinché le imprese del settore siano capaci di prevenire e individuare i potenziali rischi e pericoli per la salubrità e la sicurezza dei consumatori, in linea con quanto previsto dai regolamenti europei 852/04/CE e 178/02/CE.
Una certificazione non obbligatoria ma particolarmente importante nel campo dei trasporti a temperatura controllata è la ISO 9001, un insieme di norme che attestano i sistemi di gestione della qualità nelle organizzazioni fissate dall’International Organization for Standardization.
Ovviamente esistono molte altre certificazioni utili in questo settore, tra cui le certificazioni ambientali che mostrano l’attenzione delle aziende alla sostenibilità per il contenimento delle emissioni e la salvaguardia dell’ambiente. Si tratta di garanzie importanti, che attestano l’impegno degli operatori nei confronti della collettività e permettono alle imprese agroalimentari di scegliere partner affidabili in modo più consapevole.
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