Ceo Colines contro demonizzazione plastica: il problema è la cattiva gestione
La plastica messa alla gogna ingiustamente. È quanto denuncia Eraldo Peccetti, socio e Ceo di Colines, azienda novarese tra i primi cinque player al mondo nel comparto dei macchinari per l’estrusione delle materie plastiche.
“Ci sono argomenti che bucano lo schermo - spiega Peccetti all’Agi - catturano l’attenzione di tutti. Oggi la plastica è diventata il male assoluto: se ne occupano giornalisti, attori, cantanti ma nessuno lo fa con competenza. Nessuno ha la capacità professionale per analizzare il problema e nessuno ha mai seguito un processo di produzione”.
Per il Ceo il problema è la cattiva gestione della plastica che non deve diventare un rifiuto.
Eliminarla dai processi produttivi non è una soluzione, spiega il manager. Il perché è presto detto: “Ad oggi non c’è un sostituto”.
“Quindici anni fa la Novamont si fece avanti in Vibac per produrre film per imballaggio alimentare e per uso medicale ricavati dal mais. Lo stesso principio delle buste che si usano oggi al supermercato. Non ha funzionato e nessuno ha mai trovato una materia prima che possa sostituirla".
Ma la soluzione non è certo arrendersi a vivere in un mondo di plastica. Secondo Peccetti, semplicemente “bisogna imparare a usarla con giudizio”, iniziando dalla raccolta differenziata.
E usare la plastica per quelle che sono “le sue applicazioni indispensabili”. La plastica deve essere sempre riciclabile.
Un allarme arriva dall'India, dove i rifiuti sono un problema enorme, la legge prevede che le materie prime utilizzate nel packaging alimentare debbano essere compatibili tra di loro per poter essere riciclate: in Italia ciò ancora non avviene.
Peccetti invita, dunque, a un uso equilibrato della plastica, in alcuni casi è insostituibile, mentre in altri è assolutamente inutile e dannosa.
Il sacchetto per fare la spesa, ad esempio: “non deve essere di plastica o almeno deve essere multiuso”. O i bicchieri e i piatti di plastica: “usiamo quelli di ceramica e vetro”. Si potrebbe “fare a meno anche delle bottiglie anche se è innegabile che quelle in polipropilene sono migliori perché più leggere da trasportare e non si infrangono”.
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