Con il crollo del 40% sul prezzo del Parmigiano, "Cia" chiede misure urgenti
La pandemia globale accentua un trend negativo iniziato già dal 2019: il crollo dei prezzi del Parmigiano mette in pericolo gli allevatori.
La pandemia globale ha destabilizzato tutti i nostri equilibri, in alcuni casi accentuando trend negativi precedenti. È il caso dei prezzi del Parmigiano Reggiano, in calo già dal nel 2019, che negli ultimi 4 mesi ha conosciuto un calo drastico (ulteriore -20%), determinando una discesa dei listini del 40% da novembre dello scorso anno a oggi.
Così Cia-Agricoltori Italiani, che sottolinea il rischio per la sostenibilità economica di produttori e allevatori, con quotazioni all’origine che non consentono nemmeno di coprire i costi di produzione.
Oltre al danno congiunturale dell’emergenza Covid, che ha congelato gli sbocchi commerciali dell’Horeca e depresso l’export, si aggiunge un problema strutturale di squilibrio fra domanda e offerta, causato da politiche di programmazione che necessitano una urgente revisione.
Per contrastare la crisi, Cia chiede, pertanto, al Consorzio del Parmigiano una forte azione di contrasto alla crisi in atto, sia nella pianificazione che nell’acquisizione di nuovi mercati. Cia sta lavorando con gli uffici competenti affinché vengano utilizzate tutte le risorse pubbliche rese disponibili dai decreti Liquidità e Rilancio, come i fondi emergenziali per le filiere in crisi e quello per gli indigenti, per poter ritirare il prodotto in eccedenza e alleggerire l’esubero dell’offerta.
Per Cia è necessaria una nuova visione prospettiva del mercato che tuteli la sostenibilità economica degli allevatori, compromessa dal crollo del valore all’ingrosso del noto formaggio Dop. Servono, dunque, strumenti di filiera e di pianificazione produttiva che garantiscano livelli remunerativi adeguati ai produttori, oltre a soluzioni rapide ed efficaci nel caso si verifichino crisi analoghe a quella in corso.
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