Consorzio Italia del Vino: fatturato oltre 1,5 miliardi di euro e ingresso di Donnachiara dall'Irpinia
Le ultime da Consorzio Italia del Vino, dal fatturato a oltre 1,5 miliardi al nuovo ingresso nel Consorzio, fino alla conclusione del primo modulo Wine Business
ENTI E CONSORZI - Il Consorzio Italia del Vino archivia il 2025 con risultati significativi: fatturato oltre 1,5 miliardi di euro, quota export al 15% del totale nazionale e 15mila ettari vitati. L'organizzazione, che riunisce 24 realtà distribuite in 18 regioni, rafforza la propria rappresentanza territoriale con l'ingresso di Donnachiara dall'Irpinia e conclude con successo il primo modulo della Wine Business Academy, il programma formativo sviluppato con Luiss Business School per preparare i futuri manager del settore.
"Nel 2025 il mercato del vino in Italia ha registrato un ulteriore rallentamento dei consumi: l'acquisto domestico è più selettivo, il consumo quotidiano continua a ridursi e cresce il peso delle occasioni speciali, dove bianchi, rosé e soprattutto spumanti mostrano performance migliori rispetto ai rossi tradizionali", spiega Roberta Corrà, Presidente del Consorzio Italia del Vino. La dirigente precisa che non si tratta di un crollo ma di un'erosione costante determinata dal costo della vita e da un cambiamento culturale: il consumatore italiano medio riduce le quantità ma seleziona con maggiore attenzione, privilegiando freschezza, versatilità e bevibilità.
La dinamica si manifesta anche sui mercati internazionali: Stati Uniti, Germania e Regno Unito, principali destinazioni dell'export italiano, mostrano volumi in contrazione rispetto al 2024. Tra i fattori determinanti l'inflazione persistente, la prudenza della distribuzione e l'introduzione dei dazi USA sul vino europeo. "Anche in questo caso, la domanda premia i segmenti più contemporanei, con il Prosecco che rimane la locomotiva dell'export italiano e continua a crescere come categoria 'comfort' anche nei contesti di incertezza economica", prosegue Corrà.
Per il 2026 si delineano prospettive più favorevoli grazie alla stabilizzazione dell'inflazione e allo smaltimento delle giacenze in alcuni mercati. "È plausibile attendersi un rimbalzo moderato della domanda, trainato da bianchi e bollicine, e da una comunicazione più moderna capace di coinvolgere nuove fasce di consumatori. Le aziende che sapranno interpretare linguaggi contemporanei e parlare anche ai target giovani saranno avvantaggiate. È anche per questo che abbiamo dato vita alla Wine Business Academy: un corso di alta formazione per i manager del vino di domani, in collaborazione con Luiss Business School, che ha da poco concluso il primo modulo", conclude Corrà.
Il programma formativo, sostenuto da Gate 39, Veronafiere, Colangelo & Partners e Wine Enthusiast, coinvolge 18 partecipanti italiani e due internazionali. Dal 12 gennaio al 13 marzo i selezionati affronteranno uno stage curricolare presso le aziende del Consorzio e i partner del progetto, esperienza che costituirà la base del project work finale. La Graduation Ceremony di fine marzo precederà la conferenza stampa a Vinitaly 2026, occasione in cui verranno annunciati gli studenti destinatari di proposte contrattuali.
Parallelamente, Italia del Vino amplia la propria rappresentanza regionale annunciando il ritorno della Campania attraverso l'ingresso di Donnachiara. Fondata nel 2005 da Chiara Petitto, oggi Presidente, e guidata dalla figlia Ilaria Petitto, l'azienda nasce dalla volontà di trasformare la storica proprietà di famiglia in una cantina dedicata alla nonna, Donna Chiara Mazzarelli Petitto. Con vigneti a Montefalcione, tra le zone delle DOCG Fiano di Avellino e Taurasi, e con la storica tenuta di Aglianico a Torre le Nocelle, nel cuore dell'areale del Taurasi DOCG, la cantina è specializzata nelle tre DOCG irpine – Fiano di Avellino, Taurasi e Greco di Tufo – oltre ai tradizionali Aglianico e Falanghina.
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