Crollano i prezzi di riso, latte e pomodoro: il punto sui mercati agrifood

Mercati agrifood in calo, mostrano numeri in negativo riso, latte e derivati e pomodoro. Tra le cause: rimanenze elevate, surplus produttivo e domanda debole.

13 Ottobre 2025 - 08:59
Crollano i prezzi di riso, latte e pomodoro: il punto sui mercati agrifood

MERCATO - I mercati delle principali commodity del settore agrifood stanno attraversando una fase di forte contrazione. Areté monitora costantemente l'evoluzione dei prezzi, fornendo ogni settimana gli elementi più rilevanti provenienti dalle fonti di maggiore attendibilità.

Il riso apre la nuova stagione con forti ribassi

Le prime valutazioni per la campagna 25/26 del riso evidenziano una marcata flessione rispetto alle ultime rilevazioni della stagione precedente. Sulla piazza milanese, tra le varietà lunghe A e medie, l'Arborio registra una contrazione del 25%, il Carnaroli del 18%, mentre il Vialone Nano arriva a perdere il 39%. Il lungo B, con un calo del 20%, ritorna ai valori di ottobre 2023; più contenuta la diminuzione del tondo, con l'Originario che segna un -15%.

Secondo Areté, i principali elementi che stanno spingendo al ribasso le quotazioni sono diversi. Le giacenze della campagna conclusa risultano elevate: la percentuale complessiva di risone trasferito si è fermata al 91,8%, il livello più contenuto degli ultimi sei anni. Le scorte ammontano a 120mila tonnellate, una cifra tripla rispetto alla media degli ultimi cinque anni, con particolare concentrazione sul Lungo A. Si prospetta inoltre una campagna 25/26 con disponibilità maggiore, visto che Areté prevede un incremento produttivo del 9%. A completare il quadro, le quotazioni a livello mondiale si attestano sui livelli più bassi degli ultimi anni: i riferimenti globali per indica (Riso Thai) e japonica (US medium grain) hanno raggiunto nel 2025 i minimi dal periodo 16/17.

Latte e derivati UE in territorio negativo

Il comparto lattiero-caseario dell'Unione Europea sta vivendo una dinamica deflattiva. Dalla fine di agosto, sulla piazza tedesca di Kempten, considerata punto di riferimento, le quotazioni di burro, edamer e polvere di latte hanno perso rispettivamente il 19%, il 16% e il 14%.

Areté individua nel momentaneo rallentamento della domanda il principale fattore alla base dei ribassi. La richiesta di prodotto europeo risulta infatti frenata da molteplici elementi: inflazione, dazi statunitensi, prezzi di alcune referenze meno competitivi rispetto ad altre aree di esportazione e rafforzamento dell'euro. Dall'inizio dell'anno il cambio €/$ ha guadagnato il 13%, toccando i massimi da settembre 2021.

I cali si sono riflessi anche sul mercato italiano: il latte spot quotato a Milano, dopo aver raggiunto i picchi di 67,75 €/100kg a luglio, ha perso il 24%. Primi segnali di contrazione anche per il grana padano che, dopo un trend inflattivo di oltre due anni, da inizio settembre ha registrato un -3,7%.

Derivati del pomodoro chiudono la raccolta con prezzi in calo

Al termine della raccolta, le quotazioni dei derivati del pomodoro rilevate dalla Camera di Commercio di Parma mostrano contrazioni significative: la passata perde il 5%, la polpa l'11% e il doppio concentrato l'8%.

Tra gli elementi che hanno determinato i ribassi, Areté evidenzia una produzione italiana 2025/26 in crescita dell'8% rispetto alla campagna precedente, con stime recentemente riviste al rialzo da ANICAV da 5,5 a 5,7 milioni di tonnellate. Pesano inoltre le quotazioni nelle principali aree di esportazione, come Stati Uniti e Cina, indebolite dalle produzioni record della scorsa campagna e inferiori rispetto a quelle italiane.

Questi sono alcuni dei temi emersi ad Anuga, durante la "Tomato News Conference", dove Areté ha presentato una relazione sui principali trend che stanno caratterizzando i mercati delle commodity agroindustriali.

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