I cru del Soave ora riconosciuti anche dall’Unione Europea
Pubblicata sulla Gazzetta Europea la modifica del disciplinare di produzione del Sove che rende definitiva l’apposizione in etichetta dei nomi delle cru.
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È stata pubblicata in Gazzetta Europea la modifica dei disciplinari del Soave DOC, del Soave Superiore DOCG e del Recioto di Soave DOCG, che rende definitiva l’apposizione in etichetta dei nomi delle Unità Geografiche Aggiuntive.
Ventotto cru nella zona classica, due nella zona vulcanica di Roncà e tre nelle colline calcaree della Val d’Illasi e di Mezzane.
Le unità geografiche, assieme alle vigne approvate per decreto dalla Regione Veneto, possono già essere immesse sul mercato con la vendemmia 2019. Grazie significa che i vini ora immessi sul mercato avranno una nuova etichetta che consentirà al consumatore di sapere da quale zona o vigna storica del Soave viene quel vino.
Sono 23 le Unità Geografiche Aggiuntive rivendicate su 270 ettari di denominazione, segno del coinvolgimento e della condivisione di tutti i produttori di questo percorso. Il Soave si arricchisce quindi di un racconto che sebbene sia nuovo nella sostanza, fa tesoro della storicità della denominazione, dando risalto alle zone storiche di produzione dove la viticoltura è certificata da più di 200 anni ed è sempre stata la fonte principale di crescita di questo territorio.
Queste le ventitrè Unità Geografiche rivendicate per la vendemmia 2019: Broia, Brognoligo, Carbonare, Castellaro, Castelcerino, Colombara, Costalunga, Coste, Costeggiola, Fittà, Foscarino, Froscà, Menini, Monte Grande, Pigno, Pressoni, Sengialta, Tenda, Volpare, Zoppega, Duello, Paradiso, Roncà - Monte Calvarina.
Il percorso di introduzione delle Unità Geografiche Aggiuntive è iniziato 30 anni fa con un attento lavoro cartografico che poi è sfociato nella zonazione e quindi nello studio dei suoli.
Un lavoro propedeutico fondamentale per la caratterizzazione dei singoli cru che sono stati definiti sia in base alle loro caratteristiche pedoclimatiche ma anche in base alla storia di ognuno di essi che in alcuni casi ha radici sin dall’epoca napoleonica.
"Non possiamo che essere contenti del risultato – spiega Sandro Gini, Presidente del Consorzio – gran parte dei produttori ha saputo cogliere l’occasione di differenziare la loro produzione di qualità attraverso le Unità Geografiche e le vigne e speriamo ci saranno presto tante occasioni per portare questo racconto in giro per il mondo"
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