La Blue Economy nelle Marche: valore aggiunto di 1,5 miliardi

11 Lug 2018 - 04:45
La Blue Economy nelle Marche: valore aggiunto di 1,5 miliardi
Quanto vale l'economia del mare nelle Marche? Il valore della Blue Economy della regione l'ha fornita il convegno "Economia del mare-Opportunità di sviluppo del territorio", organizzato da Intesa Sanpaolo e Srm-Centro studi sul Mezzogiorno, che ha presentato il quinto rapporto annuale Italian Maritime Economy, con un approfondimento speciale su mare Adriatico e Ancona. Si tratta di una cifra importante che si attesta attorno a 1,5 miliardi di euro. Il 30% dell'import-export complessivo, pari a circa 5,6 miliardi, viaggia via mare con una crescita del 10% rispetto al 2016, in Italia la percentuale è del 38%. Le imprese legate alla filiera del mare nella regione sono più di 7.300, il 4% del totale nazionale e il 14% del Centro Italia, presenti in tutti i settori, dalla logistica, alla cantieristica, alla ristorazione, alla filiera ittica. La Blue Economy è diventata ancora più importante grazie alla centralità riacquistata dal Mediterraneo con gli investimenti provenienti dalla Cina. Il traffico container è cresciuto del 500% negli ultimi quattro anni e dal paese orientale sono arrivati investimenti per oltre quattro miliardi di euro. Il raddoppio del canale di Suez ha permesso una crescita importante di movimentazione merci nel Mediterraneo, con una nave su quattro che passa nel Mare Nostrum. Attraverso Suez sono transitate 900 milioni di tonnellate, un significativo +11% sul 2016 e oltre 17mila navi, molte di queste passano dal canale puntando a raggiungere Trieste e Venezia. Per Massimo Deandreis, direttore Srm, "Ancona ha la sua forza nell'essere un porto multipurpose, cioè con una pluralità di attività, il traffico passeggeri di 1,1 milioni di persone va mantenuto sulle rotte già operative, come la Grecia. Sotto il profilo delle merci, è di valore che questo porto sia vicino ad un'area che sta diventando importante dal punto di vista del passaggio, con il vantaggio di avere un retroterra come Emilia, Umbria, Toscana, parte del Lazio, le Marche stesse, ricco di industrie e attività produttive".
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