La provocazione dei fondatori di MIXOLOGY Academy ai bartender: "Andatevene dall'Italia"
I consigli provocatori dei fondatori della MIXOLOGY Academy Ilias Contreas e Luca Malizia ai giovani bartender italiani.
I giovani imprenditori romani Ilias Contreas e il socio Luca Malizia, entrambi di 37 anni, sono i cofondatori della MIXOLOGY Academy, del blog Bar Wars e di Pro Bar.
All'attivo la MIXOLOGY Academy ha preparato oltre 1.200 allievi aspiranti bartender nel 2020 con i corsi prontamente portati online, tenuti nelle due ampie e attrezzatissime sedi di Milano e Roma. La newsletter di Bar Wars vede iscritti 1.400 imprenditori del settore, si tratta di blog giovane, creato a Marzo 2020 per dare consulenza gratuita agli operatori sul campo in tempi di pandemia. Un giro di affari complessivo, tra l'Accademia e l'azienda ecommerce Pro Bar, superiore ai 2 milioni di euro.
Durante il lockdown più o meno totale dei locali italiani, seguito del Covid 19, Contreas e Malizia, attraverso il blog Bar Wars, hanno diramato oltre 70 newsletter per offrire ai gestori dei locali puntuale formazione, perlopiù gratuita, su come tenere testa alla crisi ottimizzando il proprio servizio, il proprio marketing, il proprio business plan.
Contreas e Malizia hanno deciso ora di rivolgersi ai giovani bartender e agli aspiranti mixologist con quello che i soci definiscono un "consiglio": "Andatevene dall'Italia! Non è un Paese per chi ama il vostro lavoro".
Ecco le parole di Contreas nella sua ultima lettera agli studenti dell'Accademia:
"È inspiegabile l’accanimento che la politica italiana sta mostrando verso il settore dei locali e della ristorazione in generale. In Italia, ci viene detto che andare al ristorante o al bar è “pericoloso”, mentre affollarsi al supermercato, nei centri commerciali o negli autobus a qualsiasi ora del giorno va più che bene. È evidente che il lockdown non è più un problema di sicurezza. Il vero scopo è di costringere le persone a isolarsi (e deprimersi). Non è un caso che siano state attaccate anche le palestre, le piscine, i cinema, i teatri e tutti quei luoghi in cui ci si può divertire e sentirsi vivi. E questo anche se il ramo della ristorazione rappresenta il 10% del Prodotto Interno lordo nazionale". "Lo stesso Comitato Tecnico Scientifico - continua Contreas -, una volta che sono stati desecretati i suoi rapporti – che per qualche strana ragione per mesi non sono stati accessibili ai cittadini – aveva detto che andare al ristorante o al bar non era una cosa da vietare, purché si rispettassero determinate regole:
- mascherine (in piedi)
- gel igienizzante all’ingresso
- distanziamento tra i tavoli e i posti, con relativa riduzione del numero di persone che possono stare contemporaneamente nel bar/ristorante".
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